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L’allenatore del Milan Vincenzo Montella è in questi giorni a Castellamare di Stabia “ufficialmente” in vacanza con la famiglia. Tuttavia la realtà dei fatti è tutt’altra in quanto il vero scopo del soggiorno nella località campana è un incontro chiarificatore con la famiglia di Gianluigi Donnarumma, residente a Pompei.
L’allenatore rossonero, rimasto al di fuori di tutta la vicenda legata al numero 99 del Milan, ha deciso di intervenire in prima persona per risolvere la spinosa questione legata al rinnovo del giocatore, ritenuto da tutti indispensabile per il presente e il futuro della squadra di Milano.
Come riporta il sito Metropolisweb.it, che opera sul territorio campano, il papà del portiere ha confermato che l’intenzione di Donnarumma non è mai stata quella di allontanarsi dal Milan, di cui è tifoso fin dalla tenera età e di cui vuole fare parte per ancora molti anni per compiere la scalata al successo con i suoi compagni, vecchi e nuovi.
L’incontro non ha stabilito nulla di ufficiale ma è finalmente chiara la posizione del giovane talento campano che vista la tenera età e la poca esperienza ha seguito i consigli di una famiglia comprensibilmente tentata da offerte faraoniche come quelle di real Madrid e PSG e da un ambizioso procuratore che storicamente ha anteposto i suoi interessi economici a quello dei suoi numerosi assistiti.
Tutto è rimandato in ogni caso alla fine dell’avventura europea in Polonia dell’Under 21 azzurra, augurandoci per la nazione che il tragitto dei nostri giovani sia il più gioioso e lungo possibile.
La questione non è ancora chiusa ma una riflessione può essere già compiuta. Anche questa volta la bellezza del calcio è andata oltre ogni cosa, oltre i soldi, oltre la burocrazia, oltre gli interessi dei singoli e soprattutto oltre l’odio. Perché è proprio di odio che stiamo parlando negli ultimi giorni, un odio riversato contro un diciottenne palesemente turbato dalla situazione di disagio in cui si è ritrovato, un odio prematuro e solo in minima parte giustificabile in quanto dovuto all’amore irrazionale dei tifosi verso la propria squadra, un odio che NOI tutti sicuramente potevamo risparmiarci.
