Vettel-Hamilton, i due contendenti al titolo iridato. (foto: formula1.com)

F1: Il punto di metà campionato. Mondiale imprevedibile

Archiviata la decima gara del mondiale 2017, è tempo di riflettere su alcuni spunti che le prime dieci gare in calendario ci hanno offerto. Solo pochi mesi fa, i primi test in pista a Barcellona ci avevano suggerito che la dittatura Mercedes del recente passato, mai come quest’anno sarebbe stata insidiata da una concorrenza finalmente all’altezza di andarsi a prendere le vittorie, senza più dover attendere qualche sporadico passaggio a vuoto delle frecce d’argento.

Kimi Raikkonen sulla SF70H. (foto: motorsport.it)

Ferrari finalmente competitiva o addirittura vincente?

Dopo anni di vetture buone per le classifiche del venerdì, le Rosse sono apparse finalmente in grado di competere ad armi pari con le Mercedes, se non addirittura di essere più performanti nella prima parte della stagione. Ciò che balza all’occhio però, ripercorrendo le gare fin qui disputate è che, nonostante le buone prestazioni messe in mostra fin qui, sia Vettel che Raikkonen sembrano aver raccolto meno di quanto avrebbero potuto (e probabilmente dovuto) fare. Dall’ultima vittoria ottenuta a Monaco, Vettel non ha infatti più vinto palesando qualche intemperanza e tensione di troppo. Fuori dal podio in Canada ed in Azerbaijan, con una vittoria alla portata divenuta un quarto posto causa la penalità per l’autoscontro con Hamilton, la rimonta a metà e le prolungate polemiche per la presunta partenza anticipata di Bottas in Austria e l’anonima gara di Silverstone con la sfortunata foratura nel finale, hanno mostrato qualche crepa nella costanza di rendimento e nella concentrazione del quattro volte campione del mondo; della serie “lottare per il mondiale con la tuta Ferrari addosso pesa eccome”. Già dall’Ungheria servirà una reazione forte dal campione tedesco. Discorso diverso per Raikkonen il quale ha offerto finora un rendimento luci e ombre condito dalla solita e ormai immancabile dose di sfortuna. Escludendo l’intoppo di Silverstone, costatogli per fortuna un solo gradino del podio, Kimi è stato coinvolto in due incidenti nel primo giro del GP di Spagna e in quello d’Azerbaijan, dove ha lasciato punti pesanti in entrambi i casi. Il finlandese però, specie nelle ultime uscite, è apparso tonico, in sintonia con la vettura e spesso più veloce del compagno di squadra. Ad onor del vero va anche riconosciuto che la sua classifica risente molto delle estrose scelte del muretto Ferrari che, non di rado, hanno spinto Kimi ad adottare strategie ardimentose, più studiate per favorire il compagno di squadra che per portarle il pilota di Espoo avanti in classifica. L’iper-aziendalismo Ferrari è cosa nota ma a volte, forse, un po’ deleteria… Mercedes docet con due piloti “liberi di correre” e comunque entrambi in lotta per il campionato.

Hamilton, vincitore a Silverstone. (foto: quotidiano.net)

Mercedes di nuovo dominante ma arrivano piste meno favorevoli

Le Frecce d’Argento sono tornate al top, questo è un dato di fatto. La W08 è nata con qualche difetto di gioventù in più delle sue predecessore ma ben presto si è capito come il lavoro di sviluppo continuo sulla monoposto avrebbe riportato le vetture Mercedes al top. Va detto che finora Hamilton è apparso poco brillante sotto il profilo della continuità, risentendo un po’ di quella difficoltà a mantenere la concentrazione alta su tutte le gare, un po’ come già aveva fatto la scorso anno dovendo poi cedere lo scettro a Rosberg. Nonostante tutto però, a metà campionato, si trova a un punto dal leader Vettel e con una vettura che sembra al momento la più competitiva del lotto. La seconda parte della stagione propone piste meno “Mercedes friendly”, vedi Ungheria e Singapore ma l’attuale livello di competitività delle monoposto del team di Brackley sembra poter ovviare anche a questi fattori negativi. La vera sorpresa è Valtteri Bottas. Arrivato un po’ per caso come rimpiazzo del campione del mondo Rosberg e reduce da buone stagioni ma senza troppi acuti, il finlandese si è già tolto lo sfizio di due vittorie pesanti e si è messo dietro in più di un’occasione il più quotato compagno di squadra. Un po’ di condiscendenza delle direzioni gara in Spagna ed Azerbaijan (sui due contatti con Raikkonen), hanno dato una grossa fetta di punti buoni per essere addirittura ancora in corsa per il titolo anche se ad oggi non so in quanti scommetterebbero davvero su un suo successo a fine stagione.

Daniel Ricciardo su Red Bull. (foto: motorsport.it)

Red-Bull? bene… ma non benissimo

La scuderia di Milton Keynes ha prodotto la solita monoposto aerodinamicamente al top ma risente di una power unit Renault non all’altezza dei primi. Il team austriaco è attualmente la prima delle seconde linee ma è in crescita e potrebbe dire la sua nel duello Ferrari-Mercedes se questo trend positivo proseguirà nelle prossime dieci gare. Ricciardo è un fuoriclasse assoluto, e una certezza per continuità e concretezza. La vittoria di Baku, mettendo in scena uno show di sorpassi da lacrime agli occhi e i podi più frequenti di quanto non gli si potesse chiedere di fare, hanno già reso positiva la sua stagione. L’enfant prodige Verstappen al contrario, sta avendo vita più dura. Tanti zeri, non tutti figli di errori suoi, e prestazioni sempre al limite tra l’incoscienza giovanile e il talento puro. Non manca mai qualche colpo sotto la cintura che le direzioni gara sembrano non notare mai quando in causa c’è il numero 33. Il giovane Max sta affrontando la sua prima vera stagione con qualche pretesa e non sta facendo vedere solo cose positive. Il talento è indiscutibile ma da solo non basta ed il confronto con il compagno di team è impietoso. Urge una reazione nella seconda parte del campionato per evitare un risultato ridimensionante a fine anno.

La power unit Honda tradisce Alonso. (foto: motorsport.com)

Il campionato degli altri…

Dietro i top team crescono le Force India che anche quest’anno hanno prodotto un progetto solido ed interessante nonostante i mezzi limitati. Attenzione alle scintille tra Ocon e Perez che non si tirano indietro anche quando poi, a risentirne, sono i risultati del team. Le Toro Rosso sono in forte calo. Le vetture in realtà sarebbero anche buone ma Sainz appare deconcentrato dalle voci del mercato piloti e Kvyat… appare deconcentrato e basta! Stroll sembra aver preso un po’ le misure alla Williams, anche se il buon vecchio Massa gli impartisce costantemente lezioni di rendimento. Le Haas vanno a corrente alternata e i due piloti anche. Le McLaren non vanno affatto. Alonso colleziona più zeri che punti buoni e il giovane talento Vandoorne anziché lottare per posizioni di vertice deve incrociare le dita per sperare di finire qualche gara. Dal prossimo anno Honda sembra pronta ad allargare la sua fornitura di motori ad uno, forse due altri team, ma sarebbe auspicabile che il motorista nipponico iniziasse a produrre delle power unit in grado di percorrere un GP intero anziché ampliare il proprio business in un campionato mai così combattuto negli ultimi anni e che sembra finalmente non essere una questione privata di casa Mercedes.

A proposito di s. jockeys

Laureato in Comunicazione Media e Pubblicità, innamorato da sempre dell'adrenalina del Motorsport, Formula 1 in testa, dell'eleganza del tennis e del bel calcio...

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4 commenti

  1. Finalmente…. Dopo tanti anni con i soli proclami Ferrari a farci sperare, finalmente una stagione abbastanza equilibrata che non coadiuva il pisolino domenicale.. spiace solo ancora per il divieto di usare la mescola che più si addice alla propria vettura dovendo scegliere tra le 3 imposte dalla Pirelli, altrimenti penso che si sarebbe vista una prima parte di campionato ancora più adrenalinica. Concordo con l’analisi fatta nell’articolo riguardante i due piloti Ferrari con Vettel troppo nervoso e con un Kimi che asseconda troppo il suo muretto nella scelta della strategia… Un campione del mondo oltre a saper guidare dovrebbe trasferire ai propri ingegneri le sensazioni di guida imponendo le strategie box cosi come fanno spesso piloti come Vettel ed Hamilton(ordinando al proprio box di anticipare o di ritardare le soste a seconda del comportamento delle gomme). Mondiale bello da vedere anche se aspetto con ansia i test d’Ungheria nella speranza di rivedere in F1 uno tra i piloti più completi secondo me: Robert Kubica

  2. Concordo con l’analisi fatta nell’articolo riguardo le scuderie e le diverse comparazione fra compagni di squadra… Ma mi sembra che si stiano un po’ troppo ingigantendo le sbavature del ferrarista tedesco e nascondendo la completa mancanza di grinta e voglia di sorpasso del finlandese. Quest’anno non ha mai fatto un sorpasso degno del campione del mondo qual’è. Per non parlare poi dei momenti in cui kimi poteva fare gioco di squadra (per tenere dietro qualche giro una Delle due Mercedes) ed invece è sembrato più un Massa che un pilota in grado di essere paragonato ai top in lizza per il titolo. Riguardo il nervosismo di Vettel, ricordiamo che stare in testa al mondiale piloti con un Hamilton in forte recupero è una situazione che sicuramente crea molta più pressione (e quindi errori) rispetto a vivacchiare in 5′ posizione con un’ottantina di punti dal leader… Io non capisco perché dovremmo rinnovarlo ancora. La pazzia dello scorso anno nel avere un team orizzontale senza alcun leader nell’area progettazione ha pagato…. Perché non continuare con le scelte azzardatr e provare qualche pilota con la voglia di dimostrare qualcosa oltre che ai giri veloci???

  3. Condivido in pieno l analisi fatta, e penso che le prossime due gare ci diano qualche indicazione in più su chi si possa aggiudicare quest anno il mondiale.
    Da Ferrarista spero in un trionfo Ferrari, anche se al momento vedo la Scuderia in difficoltà in tutti i sensi…….

  4. Diabolicnightdj

    Condivido in pieno l’analisi…. quest’anno ammiro il lavoro svolto dalla Ferrari tranne alcune strategie di scuderia… malgrado questo ho nota questo problema alle gomme ..spero che venga risolto questo problema è che la Ferrari torna bella competitiva come inizio campionato…

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