Un presente da papà e un futuro con la volontà di diventare procuratore per aiutare i giovani calciatori a credere in qualcosa. Dopo un passato diverso. Kevin-Prince Boateng negli anni è cambiato a livello personale.
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Il ghanese della Fiorentina ha raccontato i suoi errori e il suo passato in un’intervista a ‘Repubblica’, ricordando le bravate e il suo atteggiamento nei suoi primi anni di carriera.
“Non ho preso il calcio come un lavoro. Ero una testa di cazzo, avevo talento ma mi allenavo giusto un’ora in campo. Stavo fuori con gli amici, ero il re del quartiere. Ho comprato tre macchine in un giorno quando ero al Tottenham: Lamborghini, Hammer e Cadillac. Cercavo felicità nelle cose materiali, ne ho comprate tre per essere felice tre settimane”.
Boateng ha parlato anche del suo passato a Berlino, dove è cresciuto e dove a volte ancora torna.
“Sono cresciuto giocando in strada a Berlino, il mio era un quartiere pericoloso, ma lo amo perché mi ha insegnato tante cose nella vita. All’epoca pensavo che fosse il paradiso, poi ho scoperto che era duro e triste. Ogni tanto ci torno: trovo persone felici per me e altre gelose perché ce l’ho fatta. Solo due amici mi sono rimasti accanto, gli altri li ho persi, fanno una vita diversa dalla mia. Il calcio mi ha salvato da tutto questo”.
Nonostante sia nato e cresciuto in Germania, ha scelto di giocare per la nazionale del Ghana, suo paese d’origine. Una scelta che non ha mai rimpianto.
“Mi dicevano che non avrei trovato spazio nella Germania. Sapevo chi ero nel 2010: nessuno era più forte di me. Avevo una testa diversa, cercavo il confronto con gli allenatori. In Germania vogliono più disciplina, io sono andato in cerca delle mie origini. E ora so chi sono e da dove vengo”.
Oggi per lui è tutto diverso. E anche le bravate di un tempo non esistono più. Anzi: il massimo della trasgressione è andare troppo veloce in macchina…
“Ora la più grande cazzata che posso fare è quando supero il limite di 50 km/h in macchina. A 55 mi sento già pazzo…”