Esultanza dopo il primo goal contro il Niger alla sua prima in nazionale

Calcio estero; Firas Chaouat e la Tunisia che cambia

Ventottesimo minuto di gioco: Firas Chaouat insacca alle spalle del portiere nigerino.

Trentaduesimo minuto di gioco: Firas Chaouat rinsacca alle spalle del portiere nigerino.

Novantesimo minuto di gioco (più recupero): il direttore di gara fischia la fine.

Risultato finale: Niger 1-Tunisia 2. Tunisia qualificata con due giornate d’anticipo alla Coppa d’Africa 2019 e Niger eliminato.

Nulla di strano direte voi, pronostici rispettati. In un girone nel quale figura anche eSwatini (nuovo nome di quello che fino a qualche mese fa era lo Swaziland) non passare tra le prime due per una nazionale come quella tunisina sarebbe stato impensabile. E infatti le Aquile si qualificano, trascinandosi alla fase a gironi del prossimo giugno anche l’Egitto, che nonostante i tre punti in meno rispetto ai tunisini (nove contro dodici) ha già staccato il pass per il Camerun.

Ma allora perché è così importante questa vittoria tunisina tanto da meritarsi un articolo tutto suo su una testata online italiana?

E’ presto spiegato.

Lo scorso 10 ottobre il Parlamento tunisino ha approvato, a larghissima maggioranza, la legge sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale.

Secondo l’articolo 2 di questa legge è considerata discriminazione razziale “qualsiasi distinzione, esclusione, restrizione o preferenza sulla base della razza, del colore, della discendenza o di qualsiasi altra forma di discriminazione razziale ai sensi delle convenzioni internazionali ratificate, che sia in grado di ostacolare o impedire il godimento o l’esercizio, sulla base dell’uguaglianza, dei diritti e delle libertà personali”.

La legge, la 11/2018, è passata con 125 voti favorevoli, e per le associazioni che da almeno un biennio scendono in piazza per richiederla a gran voce questo è un momento storico. Gli attivisti non hanno mancato di paragonare questa legge a quella che abolì la schiavitù.

Sono previste pene che vanno dai 1000 dinari di multa (300 euro) per frasi razziste (ma si può arrivare anche ad un anno di carcerazione) ai 3000 dinari di multa e tre anni di carcere per chi fa parte attivamente di un’organizzazione che sostiene in modo evidente e ripetuto le discriminazioni.

E’ sicuramente un passo storico enorme questo per la Tunisia, Paese che conta il 10% di popolazione nera (chiamati, almeno fino a lunedì scorso visto che ora per legge non si può più, “oussif”, che letteralmente significa “schiavi”) su poco più di undici milioni di abitanti.

Firas Chaouat fa parte di quel 10% di popolazione. Nabil Maaloul l’ha convocato per la prima volta per la sfida contro il Niger e lui, in trentadue minuti, l’ha ripagato con una doppietta che porta le Aquile alla prima edizione estiva della Coppa d’Africa (15 giugno-13 luglio in Camerun).

Sarà un caso ma la Tunisia al mondiale scorso non aveva nemmeno un giocatore nero tra i ventitré convocati dal CT ed ora invece, ad una settimana dall’entrata in vigore di questa legge storica, è proprio un giocatore nero a regalare la gioia della qualificazione alla nazione intera.

Firas Chaouat, ventidue anni, attaccante del CS Sfaxien, nero tunisino, ha fatto ciò che spesso leggiamo nei vari post o in documenti redatti da squadre e associazioni che si battono contro le discriminazioni: ha dato un calcio al razzismo. Anzi, ne ha dati due.

 

Di Davide Ravan

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