editoriale-tra-serio-e-faceto-ventura-aristogatti

Editoriale Tra Serio e Faceto #4: Ventura e gli Aristogatti

Caparezza è gay. Bene, ora che vi ho sconvolto la giornata risponderò alla domanda che tutta la popolazione italiana si è posta negli scorsi sette giorni: perchè lunedì scorso non hai scritto l’editoriale tra serio e faceto? Bene, sappiate che ero in crociera.

Dovete sapere che le persone attraversano diverse fasi quando si trovano in crociera:

  • Prima fase: Il fascino del mediterrano. In questi momenti ti senti soddisfatto, estasiato, euforico, tutto ti sembra perfetto. Moquette dappertutto, luci splendenti e gente vestita di tutto punto.
  • Seconda fase: l’agorafobia. Per chi, come me, viene da un paesino di provincia in cui il più grosso raduno popolare durante la festa patronale conta, pollame compreso, all’incirca 50 viventi, ritrovarsi 1.500 persone in fila per il roast-beef tagliato al momento non è affatto facile. In quel momento, parafrasando Protagora, “l’assassinio veloce è la misura di tutte le persone, di quelle che sono davanti a te in quanto davanti a te, di quelle che ti vogliono superare in quanto ti vogliono superare.”
  • Terza fase: L’ingrasso. In crociera mangi e bevi ogni tre ore. Quando ti va bene, perchè sono capitati dei giorni in cui il ritmo era anche più galoppante, con annesso filippino gentilissimo ma monolingua (filippina, ovviamente) che non capisce che versarti 5 bianchi all’antipasto è cosa gradita ma disdicevole se il lauto pasto conta 6 portate.
  • Quarta fase: La resa dei conti. Arriva l’ultimo giorno. Ti accorgi che qualcosa non sta funzionando quando una protuberanza tondeggiante inizia ad intravedersi dalla maglietta. E ti pervade il pessimismo cosmico.

Il Faceto #4: Ventura e gli Aristogatti

editoriale-tra-serio-e-faceto-ventura-aristogatti
Editoriale Tra Serio e Faceto: Ventura è uguale ad Edgar degli Aristogatti

Giampiero Ventura è un brav’uomo, al netto di quello che si possa pensare. Ha portato l’Italia ai Play-Off senza giocare, pareggiando contro una squadra, la Macedonia, in cui i migliori talenti sono Nestorovski, che gioca in Serie B, e Pandev, che ha degli amici invidiabili.

La domanda che tutti ci poniamo, però, è questa: riuscirà a portare la Nazionale ai Mondiali? Le premesse di certo non sono le migliori se lo paragoniamo al suo alter-ego, ovvero il maggiordomo Edgar degli Aristogatti. La somiglianza fisica è palese, speriamo che non faccia la sua stessa fine.

Di certo, le premesse per far male ci sono tutte: anche lui, come il povero Edgar, sembra essere in procinto di venir cacciato dalla casa (Italia), anche lui vorrebbe avere qualcosa che non riesce ad ottenere (l’eredità nel cartone, la qualificazione nel mondo reale) e soprattutto in entrambi i casi c’è un gruppo che, nel bene o nel male, ostacola l’obiettivo di questo personaggio (i gatti e gli azzurri).

Il finale del cartone Disney lo conosciamo tutti (e per chi non lo conoscesse, Edgar viene estromesso dal testamento), speriamo per Ventura che non accada lo stesso, con un esonero tanto prevedibile quanto telecomandato dall’alto (Madame Adelaide Bonfamille, alias Carlo Tavecchio).

Di alleati il povero Edgar non ne aveva: quali saranno quelli di Ventura?

Il Serio #4: Lasciate lavorare Montella in pace

Silvio Berlusconi qualche giorno fa è tornato a parlare di Vincenzo Montella e, più in generale, del momento non esattamente roseo del Milan. Come spesso accade, l’ormai ex numero uno rossonero è entrato a gamba tesa sia sull’allenatore sia, più in generale, sul mercato estivo.

Come sempre il Cavaliere ha dimostrato di spostarsi dove tira il vento, calcisticamente parlando s’intende, buttando ancor più benzina su un fuoco che avrebbe potuto spegnersi con pochi bicchieri d’acqua.

Per prima cosa, Berlusconi se l’è presa con la campagna acquisti estiva, rea a suo giudizio di essere stata troppo ampia: 11 acquisti, secondo il portabandiera di Forza Italia, sono troppi, meglio un solo top player che cambi gli equilibri.

Peccato che, circa un anno e mezzo fa di questi tempi, lo steso se ne usciva con frasi ardite come: sogno un Milan fatto di giovani forti, meglio se italiani.

Eccolo accontentato. Una squadra fatta per lo più di azzurri, giovani, di prospettiva, e che obiettivamente può permettersi in questo momento storico di perdere contro una Roma ben amalgamata, che è più squadra e che può contare su una rosa più forte -e soprattutto più affidabile- in tutti i reparti.

Certo, l’alibi della squadra neofita può anche aver stufato -e posso anche essere d’accordo- ma ora pongo una domanda: chi c’è, sul mercato, meglio di Montella? Se la risposta che state pensando è Carlo Ancelotti -plausibile e papabile dopo lo svincolo dal Bayern Monaco- vi chiedo: è davvero lui l’uomo adatto per allenare una compagine che ha bisogno di crescere?

Non è un segreto, infatti, che tecnici come lui, Mancini e Capello si trovino a proprio agio nel ruolo di gestori, piuttosto che di “potenziatori”, dove questo termine nel nostro ragionamento fa riferimento alla capacità di tirar fuori il massimo da un gruppo di calciatori di medio/medio alto livello.

Un nome, allora, balza alla memoria subito: Antonio Conte. Anche lui è riuscito a portare una squadra che assomiglia per conformazione e risultati recenti al Milan di oggi, ma con una differenza abissale: deve avere alle spalle una dirigenza a dir poco granitica in grado di placare in sala riunioni il suo estro.

Se viene a mancare questo presupposto la sua enorme competenza sul campo si sgretolerebbe in poco, pochissimo tempo. Chiedete ad Atalanta, Bari e in tempi più recenti a Carlo Tavecchio.

Montella, al contrario, è stato in grado di saper sempre mantenere a galla una squadra che non aveva le spalle coperte. E non è poco.

Quindi lasciatelo lavorare in pace, che questa squadra ha soltanto bisogno di tempo.

Che fine ha fatto…Mattia Desole?

Nella Primavera del Milan, ormai qualche anno fa, nella distinta si potevano leggere chiaramente vicini due nomi: Mattia De Sciglio, Mattia Desole. Nelle telecronache, poi, i nomi erano chiaramente assonanti ed il rischio di confonderli era elevato.

Gli addetti ai lavori ne erano certi: tra i due, quello forte è il secondo. La cosa grave è che anche i rossoneri ci hanno creduto. Beh, a distanza di ormai 5 anni posso ufficialmente sentenziare che non è andata esattamente così.

Mentre il primo, De Sciglio, ora veste la maglia della Juventus, per il secondo, Desole, le cose hanno preso una strada diversa.

Difensore centrale alto 1,81 cm, dopo aver terminato la sua esperienza con le giovanili del Diavolo, il ragazzo classe ’93 firma un contratto da professionista con il club di Berlusconi per poi venire spedito in una serie di prestiti infinita e caraterizzata da un unico punto in comune: tutti quanti, infatti, non durano più di 6 mesi.

Desole così viene spedito a Monza, Foligno, Brown Bears (una squadra universitaria degli Stati Uniti), Chiasso e Rapperswill-Joha (quarta serie svizzera). Quando finalmente gli scade il contratto, il Milan lo lascia libero ed il ragazzo trova incredibilmente un’altra squadra, lo Unitd Zurich, in terza serie svizzera, che a gennaio lo manda nella quinta serie, dove gioca tutt’ora, nel Freienbach.

 

 

A proposito di Francesco Bergamaschi

22 anni ed una laurea in Scienze della Formazione in tasca. Appassionato di calcio giovanile e serie minori, ha all'attivo diverse collaborazioni con blog e testate giornalistiche online. Con una penna o dietro una tastiera cerca di raccontare il mondo dello sport in tutte le sue infinite ed affascinanti sfaccettature. E' caporedattore di Lanotiziasportiva.com.

Controlla anche

È GIÀ MONOLOGO RED BULL: VERSTAPPEN DOMINA IN BAHRAIN, FERRARI INSEGUONO

Il campione del mondo in carica Max Verstappen ha iniziato la nuova stagione di Formula …

Costa d’Avorio campione, ma la vera vincitrice è la Coppa d’Africa

Coppa d’Africa 2024: un’edizione da record che ha consacrato nuove stelle e regalato calcio spettacolare, …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *