La Premier League trema: dopo l’Everton, anche le big rischiano sanzioni pesanti. Chi sono i club nell’occhio del ciclone?
La severa sanzione comminata all’Everton è un campanello d’allarme per tutto il calcio inglese. Per la prima volta nella storia della Premier League, uno dei club più blasonati e titolati è stato punito a stagione in corso con l’inusuale penalizzazione di 10 punti.
Un messaggio forte e chiaro da parte della federazione, che dimostra come anche le società dal pedigree più nobile non siano esenti dal rispettare le regole finanziarie. L’infrazione dell’Everton è grave, certo, ma applicare una pena così drastica a campionato già avviato, come accaduto anche in Serie A nella passata stagione con la Juventus, solleva più di una perplessità. Ora i Toffees si ritrovano precipitati nelle sabbie mobili della lotta per non retrocedere, con il rischio di veder vanificati i sacrifici sportivi compiuti finora sul campo. Forse, considerata l’eccezionalità del caso, si sarebbe potuta comminare una multa esemplare, rimandando la sottrazione di punti alla prossima stagione.
Il caso dell’Everton è solo la punta dell’iceberg di una situazione finanziaria ormai fuori controllo per molti top club inglesi. Le recenti indagini della Premier League hanno acceso i riflettori su un vaso di Pandora pronto ad esplodere, con due grandissimo club nell’occhio del ciclone. Le presunte e ripetute violazioni delle regole, se accertate, renderebbero una bazzecola i bilanci in rosso dei Toffees che scatenerebbe un terremoto senza precedenti per il calcio d’Oltremanica: il rischio concreto è che a farne le spese siano proprio quei club che hanno contribuito a cementificare la fama globale della Premier negli ultimi 20 anni.

VIOLAZIONI E SANZIONI MINANO IL FUTURO DEI TOFFEES
La debacle finanziaria e sportiva in cui è precipitato l’Everton negli ultimi anni evidenzia tutte le crepe di un sistema troppo permissivo, che concede attenuanti e scappatoie ai club per mascherare bilanci fuori controllo. Nonostante gli sconti fiscali e le giustificazioni pandemiche, i conti dei Toffees registrano perdite per quasi 125 milioni di sterline in 3 anni: una voragine inaccettabile per qualsiasi azienda che non navighi nell’oro della Premier.
Le regole rimangono comunque severe, e continueranno a impedire ai club di spendere più di quanto realmente guadagnano, evitando di nascondersi eternamente dietro l’alibi di comodo come stadi, settori giovanili o Covid. L’Everton ne è la prova: il miliardario iraniano Farhad Moshiri dovrà mettere un freno alle spese per non prosciugare le casse societarie nell’inseguire sogni sportivi che negli ultimi venti anni si sono dimostrati chimerici per uno dei club più iconici della massima serie inglese.
Dopo aver inizialmente negato ogni addebito, il club di Liverpool si è visto costretto ad un imbarazzante dietrofront, ammettendo lo sforamento del tetto di spesa, seppur minimizzandone l’entità. I motivi addotti per giustificare le proprie violazioni finanziarie appaiono piuttosto pretestuosi: chiamare in causa la pandemia sembra un comodo alibi visto che il periodo considerato era pre-Covid, così come appellarsi a incomprensioni sui metodi di finanziamento del nuovo stadio suona piuttosto maldestro per un club storico.
Il blasone del club e la sua lunga militanza nel calcio d’élite non possono giustificare condotte finanziarie a dir poco trasparenti. Rimane il fatto che la mazzata della penalizzazione rischia di avere effetti domino imprevedibili sul futuro del club di Goodison Park, minando alle fondamenta sia la trattativa per la cessione del club che i piani per il nuovo stadio. I potenziali acquirenti americani (si parla del gruppo statunitense 777 Partners che in Serie A possiede il Genoa) potrebbero ritirare l’offerta, spaventati dalle macerie finanziarie emerse recentemente.
Inoltre, senza adeguati finanziamenti, appare assai improbabile che i Toffees riescano ora a completare i lavori per il nuovo stadio, che già procedevano con il freno a mano tirato. In un colpo solo, le ambizioni sportive, manageriali e infrastrutturali che l’Everton accarezzava per rinverdire i fasti di un tempo sono state polverizzate dalla scure del Fair Play Finanziario e il contraccolpo di questo tsunami regolamentare potrebbe segnare irrimediabilmente il prossimo decennio della società.

CITY E CHELSEA NELLA TEMPESTA
Dopo l’Everton, altre big inglesi tremano sotto la lente d’ingrandimento della Premier League: Manchester City e Chelsea, in particolare, camminano sul filo del rasoio. I Citizens, di proprietà degli Emirati Arabi, sono ormai abbonati alle accuse di illeciti finanziari. Le ultime pesantissime contestazioni rischiano di travolgerli, nonostante i cavilli legali che in passato come con la UEFA nel 2020 li hanno graziati. Anche i Blues hanno il fiato sul collo: i nuovi proprietari americani hanno scoperchiato uno scandalo di pagamenti offshore milionari sotto la gestione Roman Abramovich.
Insomma, dopo anni di spese folli pilotate dai petrodollari arabi e rubli degli oligarchi, i nodi stanno venendo clamorosamente al pettine. Questi due colossi hanno cementificato la fama globale della Premier negli ultimi 20 anni, ma ora il castello di carte dei loro bilanci dubbiosi sta per crollare. Se anche City e Chelsea dovessero subire sanzioni pesanti, il terremoto finanziario nel calcio inglese avrebbe dimensioni bibliche, con conseguenze imprevedibili.