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Grifo racconta la Bundesliga che riprende: “Al campo già cambiati, un gruppo ogni due ore”

Se in Italia non c’è ancora una data precisa per il ritorno agli allenamenti (nell’ultimo decreto è specificato il 18 maggio ma il protocollo di sicurezza stilato dalla FIGC non soddisfa il Governo), in Germania hanno anticipato i tempi: le squadre sono tornate ad allenarsi in previsione della ripresa della Bundesliga che potrebbe ricominciare a metà maggio nella migliore delle ipotesi.

Intervistato da ‘La Gazzetta dello Sport’, Vincenzo Grifo ha spiegato nei minimi dettagli la procedura degli allenamenti ai tempi del Coronavirus: tanta attenzione per la prevenzione.

“Il lunedì in video conferenza da casa con l’allenatore ci viene spiegato il programma, arrivano anche delle istruzioni scritte su come prepararsi. Veniamo divisi in gruppi, quattro giocatori e un portiere. Nei primi tempi per blocchi di ruolo, adesso anche misti, un elemento per ruolo. Faccio stretching a casa, riscaldamento con la cyclette che ho messo sul terrazzo, poi vado al campo già cambiato. Un gruppo ogni due ore: alle 9, alle 11 e così via. Sedute di un’ora o 90 minuti, alternando corsa, tecnica, tiri in porta, uno-due, punizioni. Quando finisco, veloce cambio di maglia ma senza usare lo spogliatoio in comune, torno a casa, a volte anche in bicicletta. Ancora stretching o palestra, per poco, 10-15 minuti. Poi doccia ed è finita”.

“Sul campo ridi, scherzi con i compagni, poi magari ti vien voglia di dare la mano a qualcuno. Poi ti blocchi: fermi, non si può. Se ci misurano la temperatura? No, perché ogni tre giorni ci fanno il tampone”.

Secondo Grifo è giusto che il calcio riparta per regalare qualche gioia ai tifosi che non possono seguire da vicino la propria squadra del cuore.

“Sì, per noi e per la gente. Il pallone manca a tutti. Anche se stai a casa, si può guardare Juve-Inter o Friburgo-Colonia. Il calcio dà tanto, dà emozione: molta gente sarà contenta se si ricomincia”.

Agli Europei del prossimo anno Grifo vorrà esserci dopo le convocazioni e l’esordio avvenuto durante l’attuale gestione di Roberto Mancini.

“Guardi, io sono già felice per esserci entrato, nel gruppo azzurro. Devo ringraziare il c.t., la squadra, Evani che mi aveva portato già nell’Under 20: quando sono stato convocato da Mancini quasi sono messo a piangere, sognavo questo fin da piccolo, quando i nonni mi compravano la maglia azzurra al mercato in Italia e avevo solo cinque anni. Dormivo con quella maglia. In nazionale mi sono sempre sentito in famiglia, già dopo poche ore. Non so come finirà l’anno prossimo, per me è importante fare bene qui, con assist e goal. Poi decide il c.t., ma io darò tutto per essere nel gruppo”.

A proposito di Cristian La Rosa

Cristian La Rosa. Classe ’76, ama il calcio e lo sport in generale. Segue con passione il calcio internazionale e ha collaborato con alcuni web magazine. È il fondatore, ideatore ed editore.

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