L’ex capitano del Napoli rivela un particolare: “Lobotka mi ha detto che inizialmente faticavano a causa dei duri allenamenti. Mertens è un simbolo”.
Vincere la Coppa Italia per dare vita ad un nuovo ciclo: l’intento del Napoli era esattamente questo e il successo ottenuto contro la Juventus è stato accolto con entusiasmo dalla piazza, finalmente gioiosa dopo una prima parte di stagione da dimenticare o quasi.
Una sofferenza anche per chi, come Marek Hamsik, attualmente si trova dall’altra parte del mondo in Cina, tra le file del Dalian Yifang allenato da Rafa Benitez: intervistato da ‘Il Mattino’, l’ex capitano ha svelato un retroscena sul motivo delle difficoltà incontrate dagli azzurri durante le prime settimane della gestione Gattuso, quando sembrava che il periodo nero non volesse finire mai.
“All’inizio hanno avuto dei problemi quando è arrivato Gattuso, hanno faticato a trovare il passo giusto. Ma Lobotka mi ha spiegato il motivo: gli allenamenti erano durissimi e le prime settimane sono state difficilissime per loro ma nessuno si è tirato indietro. C’è stato bisogno di tempo per vedere i risultati, fisicamente mi pare che stiano molto bene e quindi è giusto ora raccogliere i frutti”.
Mertens lo ha da poco superato in cima alla classifica dei marcatori di tutti i tempi del Napoli.
“Dries è un giocatore e un uomo straordinario. So quanto ama la città e questa maglia. Lui è già un simbolo del Napoli e di Napoli. È contento per questo record di goal e io sono contento che sia stato lui a superarmi. Lui è un simbolo, come lo è Lorenzo Insigne e come lo è anche José Callejon. Napoli deve andare fiera di avere campioni come loro, che lottano, che mettono il cuore ogni volta da anni per questa squadra”.
Nonostante manchino ancora diverse settimane, la sfida di ritorno degli ottavi di Champions contro il Barcellona è già cerchiata in rosso sull’agenda.
“Va fatta la stessa grande prestazione del San Paolo. Però ha ragione De Laurentiis: giocare al Camp Nou, in quello stadio fantastico, con gli spalti vuoti non sarebbe una bella cosa. Perché anche per i calciatori, vedere le tribune piene di spettatori, sentire il calore della gente, anche se tifano contro di te, dà stimoli unici”.