La squadra di Bielsa salvaguarda 230 dipendenti posticipando i pagamenti a staff e giocatori
di Stefano Ravaglia
Ci sono due squadre inglesi che, a causa del coronavirus, rischiano di vedere distrutti i loro sogni. Una è il Liverpool, che dopo trent’anni attendeva il titolo inglese mancante in bacheca dal 1990, e che ancora non si sa che fine farà. Il secondo è un altro illustre club, il Leeds, che dal 2017 è al 100% di proprietà dell’italiano Andrea Radrizzani.
Il Leeds, salito alla ribalta negli anni Sessanta con Don Revie in panchina, è lontano dalla Premier League ormai dal 2004. Con Bielsa in panchina, dopo la sciagurata stagione scorsa in cui gli “whites” erano a lungo in testa alla classifica, salvo poi essere eliminati nei playoff, la squadra stava finalmente assaporando il ritorno tra i grandi prima dell’interruzione della Championship per l’emergenza sanitaria. Sabato 7 marzo la squadra ha giocato la sua ultima partita battendo 2-0 l’Huddersfield ad Elland Road e ha interrotto il campionato in testa a 71 punti con 7 punti di vantaggio sulla terza.
Radrizzani: “Ci meritiamo la promozione sul campo, dopo 16 anni”
Proprio il patron italiano, in questi giorni in Sudafrica con la moglie, originaria di quelle parti, ha ringraziato staff e giocatori per aver contribuito, con il posticipo dello stipendio, di aiutare i 230 dipendenti del club che saranno così regolarmente retribuiti. “I giocatori hanno dimostrato grande professionalità. Questo ci permetterà di pagare tutti i 230 dipendenti che hanno stipendi ben più ridotti. Il manager e lo staff hanno coinvolto la squadra decidendo insieme di posticipare i loro pagamenti. E’ un taglio che successivamente verrà corrisposto, al momento non c’è una data”.
Anche la salita in Premier avrebbe un risvolto economico:
“Stiamo lottando per una promozione che vale 200 milioni, è una cosa molto importante anche per il club stesso. Speriamo di poter riprendere, ce lo meritiamo sul campo, dopo 16 anni di assenza dalla Premier League. In un mese e mezzo credo si possa completare tutto, lo speriamo”.
Ma i pensieri, naturalmente, in questo momento sono altri:
“Ogni altra cosa passa in secondo piano. Sono sempre in contatto con l’Italia, in questo momento c’è una emergenza sanitaria enorme che ha provocato tanti morti, destinata a salire”.