San Siro ha votato e si è schierato al fianco di Mauro Icardi, rientrato per la prima volta dal giorno del grande strappo, quello in cui la società ha deciso di togliergli la fascia e lui di preferire la fisioterapia alla lotta con la squadra.
Il pubblico ha emesso il suo verdetto e non è stato certo un plebiscito. Ma se fossimo a un’elezione, sicuramente Icardi avrebbe in mano la maggioranza. La Curva Nord ha mantenuto la sua posizione, anticipata con due comunicati: «Icardi no». E lo ha subito ricordato al numero 9, dedicandogli un caloroso «mercenario» al via e poi urlando cosa pensa di lui.
Ma è in quel momento che il resto dello stadio è entrato in scena, subissando di fischi il malessere della curva. Un modo chiaro per dire a tutti «Tifiamo l’Inter, pensiamo alla maglia». Perché il ritornello che si canta da queste parti è ormai un tormentone e suona più o meno così: «Tutti uniti fino a giugno per l’Inter e per la Champions, poi ognuno andrà per la sua strada».
Insieme nel presente, il futuro saranno solo strade diverse
Chi si aspettava qualcosa di diverso, magari sotto forma di parole concilianti a spazzar via le nubi sul futuro di Icardi, beh, sarà rimasto deluso. La linea della società resta immutata e l’orizzonte dell’Inter è fermo a giugno. «Oggi è un giocatore dell’Inter e deve giocare nel migliore dei modi.
Fermiamoci a questa considerazione. Valutiamo il presente, parliamo del presente, per il futuro c’è tempo». Parole chiare, non interpretabili. Come quelle relative alla sua maturità: «Deve crescere e fare esperienza, come tutti i 26enni. Ci siamo passati tutti, anche io. Poi bisogna dare la giusta inquadratura a un giocatore che ha delle grandi qualità e deve metterle al servizio della sua squadra, che è l’Inter».
Mauro Icardi e il digiuno
Così 63 giorni dopo il k.o. col Bologna, Mauro è tornato a calpestare l’erba di San Siro. Spalletti avrebbe voluto evitare l’argomento e in parte c’è riuscito. «Se n’è parlato fin troppo: era il giorno dell’Inter, non di Icardi. Come l’ho visto? Deve venire incontro e palleggiare come ha fatto stavolta e anche di più, deve correre per la squadra come fanno tutti gli attaccanti completi».
E deve ritrovare il gol su azione, che a San Siro manca dal derby di andata. È quello che gli chiede la squadra oggi, è il motivo per cui il mondo nerazzurro ieri ha votato per lui. La richiesta dei suoi «elettori» è chiara e punta ai suoi gol per tornare in Europa. Poi una volta centrato l’obiettivo, o si ama l’Inter o tanti saluti.