L’Inghilterra si trasferisce a Madrid: è il giorno di Liverpool-Tottenham

Tanto sole, tanti cori, migliaia di tifosi anche senza biglietto. Festa britannica in Spagna per la finale di Champions League

 

di Stefano Ravaglia

 

John Barnes, cannoniere del Liverpool a cavallo degli Ottanta e dei Novanta, ha dovuto “dormire” sul pavimento della stazione di Barcellona. Non sempre le vecchie glorie hanno fortuna o un posto al sole: il suo aereo delle 8.30 del giovedì mattina è stato cancellato e lui, proveniente da Santorini, è arrivato a Barcellona alle due di notte e ha atteso in mezzo ai senzatetto il primo treno per Madrid delle 5 del mattino. Will Owens, 60 anni, ha una storia decisamente più commovente e tenera: malato terminale, è uscito dal suo letto d’ospedale contro il volere dei medici ed è volato a Madrid per vedere dal vivo quelle maglie rosse, forse per l’ultima volta. Sono solo due delle storie che vengono dalla Spagna, dove tanta Inghilterra si trasferisce in massa in questo week-end assolato e caldissimo per la finale della Coppa dei Campioni: per una volta, chiamiamola col suo nome.

Dopo tante chiacchiere e le semifinali disputate quasi un mese fa, è arrivato il giorno del giudizio ma l’unica cosa sicura è che la coppa, così come l’Europa League conquistata dal Chelsea, finirà oltremanica. Klopp contro Pochettino, il Mersey contro il Nord di Londra, due zone turbolente, almeno un tempo, che si sono rinnovate (Liverpool ha accresciuto il numero di turisti e di posti di lavoro, Tottenham con il nuovo stadio degli Spurs vede il sorgere di nuovi negozi e cafè, in una zona della capitale che nel 2011 vide il fulcro delle rivolte londinesi) e sono dinnanzi alla coppa dalle grandi orecchie che aspetta la loro battaglia per capire in quale bacheca finirà. Ad Anfield ce ne sono già cinque: 1977, ’78, ’81, ’84 e 2005, con due vittime italiane, la Roma all’Olimpico e il Milan a Istanbul, ultimi due successi continentali dei reds. Da Paisley a Benitez, passando per Fagan, con la regia di Shankly che lasciò nel 1973, dopo aver conquistato la Coppa Uefa e lasciando ai suoi successori la massima gloria europea.

Il Tottenham, che ha vinto la Uefa nel 1972 e nel 1984 e la Coppa delle Coppe nel 1963, ha assoluto bisogno dunque di rinverdire gli scaffali. Non solo manca la Coppa dei Campioni (raggiungerebbe Ajax, Juventus, Bayern Monaco, Chelsea e Manchester United nel novero delle squadre che hanno vinto tutte e tre le coppe europee principali) ma gli Spurs sono anche alla loro prima finale assoluta. Si giocherà molto sugli esterni: Rose e Trippier da una parte, Alexander-Arnold e Robertson dall’altra. Pochettino con tutti gli effettivi disponibili, Klopp che recupera Firmino e ammette che è in buone condizioni ma duellerà con Origi per una maglia da titolare. L’allenatore tedesco deve sfatare una tradizione che lo vede sconfitto 8 volte sulle 11 finali disputate. Le ultime quattro poi perse consecutivamente (Coppa di Lega ed Europa League 2016, Champions 2018, al quale va aggiunto nel 2014 il ko contro il Wolfsburg in Coppa di Germania col Dortmund) e le tre vittorie sono state ottenute tutte contro il Bayern Monaco. Il tedesco in conferenza stampa ha ironizzato: “Se dessero una coppa per le semifinali, io sarei sempre vincitore”. Su il sipario, dunque. E… enjoy!

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