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Lotta al razzismo, Boateng: “Sto organizzando una task force”

Quella del razzismo è una piaga con la quale il calcio italiano è ancora costretto a fare i conti. Dall’inizio del campionato, sono stati diversi gli episodi che si sono già verificati, tra i quali anche quello che ad inizio novembre ha visto Mario Balotelli reagire a Verona dopo una serie di insulti ricevuti.

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Nel prossimo turno di Serie A, al Bentegodi arriverà la Fiorentina di quel Kevin-Prince Boateng che negli ultimi anni tanto ha lottato contro il razzismo. Per l’occasione, la Curva Sud del Verona sarà chiusa, ma come confermato dallo stesso attaccante gigliato al Corriere della Sera, azioni di questo tipo non bastano.

“Non mi basta che dopo gli insulti a Balotelli venga impedito l’accesso a una parte di tifosi. Io spero sempre in comportamenti positivi e mi auguro che il pubblico qualcosa abbia imparato e non replichi più certi atteggiamenti”.

Nel gennaio del 2013 fecero il giro del mondo le immagini di Boateng che, ribellandosi ai cori a lui indirizzati, scagliava un pallone contro la Curva della Pro Patria.

“La situazione è peggiorata. All’epoca giocavamo un’amichevole, ora un comportamento del genere si dovrebbe ripetere se necessario in una gara di campionato. Rispetto ad allora girano ancora più soldi e sempre più bambini ci osservano. Occorrono misure più drastiche”.

Boateng ha spiegato quali potrebbero essere le misure da adottare.

“La squalifica del campo. Le società devono pagare per il comportamento dei loro tifosi. Oppure, se necessario assegnare la sconfitta a tavolino. E poi negli stadi si dovrebbero installare più telecamere per individuare chi compie certi gesti. In ogni caso noi giocatori dovremmo garantire maggiore tranquillità all’arbitro affinché anche davanti alla pressione del pubblico in certi frangenti abbia la forza di dire “non si gioca più””.

Boateng, che in passato ha anche tenuto all’ONU un discorso sul razzismo, è pronto ad agire in prima persona.

“Nel 2020 ci penso io. Sto organizzando una task force mia con eventi, coinvolgendo altri calciatori. Sono stufo, la gente non capisce come si sentono Balotelli, Boateng o Koulibaly quando tornano a casa. Noi siamo soli. Divento pazzo quando sento commenti del tipo “tanto guadagni 5 milioni”, addosso restano cicatrici che non si possono cancellare”.

In casa Fiorentina intanto tiene banco da mesi il caso Chiesa, secondo Boateng però non sarà impossibile trattenerlo a Firenze.

“Nulla lo è. Sembrava improbabile che rimanesse anche quest’anno poi il futuro dipenderà dalla sua volontà. Se vorrà compiere un altro passo nella sua carriera, la società dovrà tenerne conto”.

Infine un accenno ai campioni dai quali ha imparato di più.

“Ho sempre cercato di carpire da ogni fuoriclasse un segreto. Da Ibra la professionalità, da Pirlo la calma, da Ronaldinho la gioia, da Messi di evitare di tirare come un matto in porta. Allegri mi ha insegnato l’importanza di difendere. Klopp è il migliore di tutti: ha carisma, vai in campo e vorresti morire per lui”.

A proposito di Cristian La Rosa

Cristian La Rosa. Classe ’76, ama il calcio e lo sport in generale. Segue con passione il calcio internazionale e ha collaborato con alcuni web magazine. È il fondatore, ideatore ed editore.

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