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Lukaku cuore nerazzurro: “Ho sempre desiderato l’Inter”

Approdato in estate all’Inter per raccogliere la pesante eredità lasciata da Mauro Icardi, Romelu Lukaku ha impiegato pochissimo tempo a diventare uno dei trascinatori della compagine nerazzurra.

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Nelle sue prime dodici partite di Serie A ha segnato qualcosa come 9 goal che sono valsi 11 dei 31 punti sin qui messi in cascina dai meneghini in campionato, statistica questa che lo rende il giocatore che più in assoluto ha fatto la differenza in Italia in questo primo scorcio di stagione.

Lukaku, in una lunga intervista rilasciata al Corriere dello Sport, ha spiegato come ha trovato la nostra Serie A.

“Più la frequento e più trovo le zone del campo dove posso essere efficace. Mio fratello Jordan mi aveva parlato di un grande campionato che mette alla prova gli attaccanti. Qui ci sono i migliori difensori e da voi ogni difesa è preparata per qualsiasi situazione di gioco. Per questo il calcio italiano mi piace così tanto. In tv ne guardo molto e in ogni match imparo qualcosa di nuovo a livello tattico. Idem dal lavoro di Conte. Se un attaccante segna tanti gol in Italia può farli in qualsiasi altro torneo d’Europa”.

Il centravanti belga nel corso dell’estate è diventato il giocatore più pagato dell’intera storia dell’Inter, la cosa però non lo condiziona.

“Se mi creasse dei problemi lo vedreste dalle mie prestazioni. Ho giocato per diversi anni in Inghilterra dove ho segnato tanti gol, il Manchester mi ha pagato parecchi soldi e lì ho realizzato 42 reti dopo le 86 all’Everton, ma ho numeri importanti anche con la mia Nazionale e al Mondiale. Il mio lavoro è questo: far bene in campo. Appena sono arrivato qua ho iniziato a osservare con attenzione i miei compagni, ho parlato parecchio con il tecnico di ciò che dovevo fare e ho lavorato molto con il preparatore atletico”.

Lukaku ha svelato di aver sempre sognato un approdo all’Inter.

“Ho sempre avuto il desiderio di giocare nell’Inter. Non appena ho saputo che il club nerazzurro mi voleva, ho preso la mia decisione e l’ho detto al mio agente. Ero un grande tifoso di Adriano quando indossava questa maglia e lo ero anche di Ronaldo: ha segnato nella prima finale che ricordo di aver visto da bambino, quella di Coppa Uefa contro la Lazio nel 1998. Credo di assomigliare ad Adriano: anche lui era grande, grosso, veloce e mancino. Guardavo le sue partite con l’Inter e sognavo di essere come lui. Mi ricordo che contro l’Udinese fece un gol incredibile. Mi ero ripromesso che se un giorno avessi avuto l’opportunità di giocare in Italia sarebbe stato solo per l’Inter. Quello che ho voluto finora si è sempre verificato. Ringrazio Dio di avermi aiutato in tutto”.

La precedente avventura al Manchester United non è andata come in molti si sarebbero aspettati e lo stesso Lukaku ha spiegato quando ha capito che avrebbe dovuto lasciare i Red Devils.

“E’ stato dopo la partita contro il West Ham in casa: Solskjaer decise di schierarmi ala destra, molto largo. L’esperienza a Manchester mi ha fatto diventare più forte di testa perchè non tutto è andato come avevo previsto: non ho vinto quello che speravo, le mie prestazioni non sono state del tutto positive e non mi sono neppure sentito voluto al 100%. Non tanto dallo staff tecnico o dai compagni, ma dalle persone intorno. Così dopo la gara contro il Chelsea, il 28 aprile, l’allenatore mi ha chiamato per un incontro e gli ho detto quello che pensavo ovvero che volevo andarmene. Lui ha letto nella mia faccia che non volevo restare più e mi ha risposto che non intendeva trattenere nessuno controvoglia. Ha capito il mio punto di vista e mi ha assicurato che avrebbe fatto il possibile per accontentarmi. Si è guadagnato il mio rispetto e, fino a che non ho lasciato Manchester, con lui non c’è stato nessun tipo di problema. Anche la dirigenza però mi hanno aiutato: ho parlato pure con Ed Woodward e con Matt Judge e tutti hanno capito perchè volevo andarmene. E’ stata una conversazione franca e onesta. Non c’è stata una guerra, ma la decisione è stata condivisa. Per questo i dirigenti dello United e Solskjaer avranno il mio eterno rispetto”.

In queste settimane si parla molto del possibile ritorno di Ibrahimovic in Italia, un giocatore che Lukaku ha incrociato a Manchester.

“Zlatan è un guerriero. Ci somigliamo davvero perchè entrambi abbiamo affrontato nella nostra vita circostanze difficili fin da bambini e quando parliamo ci capiamo al volo. Lui fuori dal campo è uno dei tre giocatori più intelligenti che abbia incontrato. Non tutti lo sanno, ma mi ha aiutato tanto quando sono arrivato allo United: si sedeva in fondo al pullman della squadra con me, parlavamo molto e mi dava consigli. Se non si fosse infortunato, giocare in coppia con lui sarebbe stato perfetto. Anche adesso è fortissimo, ha qualità da campione e soprattutto ha quella che noi chiamiamo ‘dog mentality’, la mentalità di uno che non molla mai la presa. Credo che tornerà in Serie A”.

L’Inter sembra essersi ritagliata il ruolo di principale antagonista della Juventus nella corsa allo Scudetto.

“Dobbiamo pensare a una partita alla volta, una alla volta. In Italia in questi anni tanti hanno detto di voler vincere il campionato, ma non è mai successo. Ecco perchè dico: pensiamo solo al Torino”.

A proposito di Cristian La Rosa

Cristian La Rosa. Classe ’76, ama il calcio e lo sport in generale. Segue con passione il calcio internazionale e ha collaborato con alcuni web magazine. È il fondatore, ideatore ed editore.

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