Vito Mannone è migrato negli USA: nuovo portiere del Minnesota United

Se nei principali campionati europei il mercato invernale si è chiuso il 31 gennaio, da altre parti del mondo le trattative sono in pieno fermento.
È il caso degli Stati Uniti, dove la stagione è scandita per anni solari e la MLS 2019 durerà da marzo a dicembre. Lì al momento ci troviamo in piena sessione di calciomercato, in vista della nuova annata.

Succede quindi che il Minnesota United sia in cerca di un portiere di livello.
Si tratta di un club piuttosto giovane. Fondato nel 2010 col nome di Minnesota Stars, già l’anno successivo vince il primo trofeo: la NASL, ossia la seconda lega statunitense.
Dal 2017 la società – che ha assunto nel 2013 l’odierna denominazione ed è soprannominata The Loons (“le Gavie”, uccello-simbolo della franchigia) è iscritta alla MLS. E fra 2 mesi esatti inaugurerà il suo nuovo stadio: l’Allianz Field, impianto da 19400 posti sito a Saint Paul (dalla fondazione ad oggi, la squadra ha girato 3 diversi stadi di Minneapolis).

Un’esultanza del Minnesota United (maggio 2018)

Per difendere i nuovi pali, la dirigenza ha pensato a un nome di respiro internazionale. Ed ecco arrivare in prestito secco dal Reading (Championship inglese) un estremo difensore italiano, che in Italia da professionista non ha mai giocato: Vito Mannone, nato il 2 marzo 1988 a Desio (Brianza) da genitori siciliani.

Cresciuto nel settore giovanile dell’Atalanta, nel 2005 Mannone vola in Inghilterra, dove avrebbe trascorso – fino allo scorso weekend – l’intera carriera. Lo prende l’Arsenal, tipicamente molto attento ai giovani, che versa quasi 500 mila euro nelle casse bergamasche.

C’è parecchia fiducia attorno a questo ragazzone non ancora maggiorenne, tanto che i Gunners lo mandano per qualche mese a farsi le ossa al Barnsley: esordio tra i pro in Championship, caratterizzato però da due sconfitte propiziate da altrettante indecisioni in uscita.

Barnsley

Ciò non preoccupa più di tanto Arsène Wenger e il suo entourage: Mannone viene richiamato alla “casa base” e passa 4 anni a sgomitare, allenarsi ed imparare, da terzo o addirittura quarto portiere, alle spalle di ben più illustri colleghi come ad esempio Lehmann. Tanta panchina e tribuna, zero campo.
Finché finalmente il 24 maggio 2009, passerella finale di un campionato concluso dall’Arsenal con un onesto 4° posto, arriva il debutto in Premier League in un 4-1 interno rifilato allo Stoke City.

Questa rottura del ghiaccio sembra essere un buon viatico per la possibile consacrazione.
Il gigantesco estremo difensore siculo-brianzolo nel 2009-2010 si ritaglia un inizio stagione da momentaneo protagonista grazie agli infortuni di Almunia e Fabianski: 5 presenze in Premier e 3 addirittura in Champions League, senza nemmeno un ko e con 3 cleen sheet.
Un battesimo anche europeo, dunque, che prelude al rinnovo di contratto e alla chiamata da titolare nell’Italia Under 21 del CT Casiraghi.

Ma è proprio nel 2010 che scricchiolano i sogni di gloria di Mannone. Nell’Arsenal viene nuovamente relegato al ruolo di riserva a tempo pieno e in estate viene girato in prestito all’Hull City, in Championship. E ad ottobre è determinante nella mancata qualificazione degli Azzurrini agli Europei di categoria del 2011: un errore clamoroso in una giocata coi piedi fuori area e un intervento troppo incerto su un diagonale rasoterra aiutano non poco la Bielorussia a battere la nostra Under 21 nel playoff decisivo.

Ultimi mesi del 2009: Mannone può farsi notare per alcune partite consecutive e molti tifosi vorrebbero vederlo promosso a titolare

Ultimi mesi del 2010: la prestazione che avrebbe chiuso per sempre a Mannone le porte dell’Azzurro, caratterizzando il primo momento difficile della sua carriera

Con la sensazione di aver perso un treno fondamentale, l’ormai 22enne portiere italiano si rimbocca le maniche e ricomincia daccapo. All’Hull City parte bene, ma poi nelle gerarchie finisce dietro all’esperto Duke e all’americano Guzan.
Rientra alla casa madre, ma l’unica presenza che gli regala Wenger è un match ininfluente di Champions a girone matematicamente passato: oltretutto, demotivato dalla situazione, Mannone spiana la strada alla vittoria dell’Olympiacos con un’altra uscita sconsiderata fuori area.
E a proposito di copioni già visti, a gennaio 2012 viene rispedito all’Hull City. Stavolta, però, da titolare fisso. Non ci sono più Duke e Guzan, e Mannone sbaraglia la concorrenza del brasiliano Basso e dell’ungherese Gulacsi.

Hull City

Ora sì che si può ritornare all’Arsenal con la giusta sicurezza. C’è un ritrovato clima di fiducia intorno a lui, potrebbe essere la volta buona per salire sul treno giusto. I primi 3 mesi della stagione 2012-2013 gioca con costanza, sia in Premier che in Champions, e viene accostato a qualche club di Serie A. Tuttavia finisce per perdere la lotta alla titolarità. Ad essergli preferito è un ragazzo un po’ più giovane di lui, che avrebbe fatto strada: l’attuale juventino Szczesny.

La vita calcistica di Vito Mannone in fondo è un eterno ritorno. E non solo per le squadre ricorrenti.
Tanto imponente la sua figura, tanto fragile la sua solidità. Ispira fiducia, ma non garantisce continuità. Pare in grado di decollare, eppure torna nell’oblio.

Nel 2013 lascia definitivamente Londra: il Sunderland lo compra per 2,4 milioni di euro.
Anche qui, vediamo ripetersi il medesimo schema: partenza ottima, seguita dal declivio.

Nella prima annata coi Black Cats Mannone è titolare e contribuisce, con alcune prestazioni fenomenali, al raggiungimento di una salvezza tranquilla in campionato e della finale in Coppa di Lega (poi persa col Manchester City).
Sarà la ritrovata fiducia dell’essere un primo portiere in Premier League, per quanto in una “piccola”, sarà la colonia di italiani sempre presente in casa Sunderland in quest’epoca. Fatto sta che a 26 anni Mannone sembra essersi ritagliato il suo posto al sole nel calcio di alto livello.

Uno dei punti più alti della vita calcistica di Mannone: dopo essere stato l’eroe della lotteria dei rigori contro il Manchester United nella semifinale di Coppa di Lega, i tifosi dei Black Cats lo acclamano

Lo scivolone però è dietro l’angolo. E sarà quello fatale.

Il 18 ottobre 2014 – sempre quel maledetto decimo mese del calendario, come con l’Under 21 azzurra – il Sunderland crolla a Southampton: il passivo è addirittura 8-0 (per la cronaca, doppietta del connazionale Pellè). Per un estremo difensore, un estremo disagio.
Da questa débacle Mannone si riscatta fuori dal campo, facendosi promotore di una lodevole iniziativa: una colletta con i compagni per risarcire i propri tifosi venuti in trasferta ad assistere a quell’umiliante ko.
Il campo, tuttavia, inizia a non vederlo quasi più: diventa la riserva del rumeno Pantilimon.

La stagione seguente arriva la rivincita: con la squadra in piena zona retrocessione, l’allora tecnico Allardyce mette Pantilimon in panchina e rispolvera Mannone. Risultato: altra salvezza.

Cosa potrà mai andare storto? Ebbene, un infortunio al gomito tiene il portiere di Desio ai box all’inizio della stagione 2016-2017 e proietta in rampa di lancio il promettente Pickford, destinato a trovare spazi importanti nella Nazionale inglese.

La tragicomica prestazione del Sunderland (e di Mannone) contro il Southampton, che ha rovinato una stagione precedente fatta di performance da superman ed elogi. Da lì, mister Poyet lo declassa e parte una lotta continua con Pantilimon e Pickford per il posto da titolare, che si protrarrà con gli allenatori successivi.

A maggio 2017 arriva la retrocessione per il Sunderland. Anche Mannone scende in Championship, ma con un’altra maglia. A luglio infatti viene acquistato dal Reading per 2,3 milioni di euro.

Come da tradizione, anche nel Berkshire vive una parabola prima ascendente e poi discendente: un anno da titolarissimo e uno da esubero.
Proprio così: finito nel 2018 dalle vette ai margini della rosa, pagando soprattutto l’avvio shock del campionato in corso – 4 sconfitte e 2 pareggi nelle prime 6 giornate – nelle ultime settimane Mannone si è dovuto cercare un club in cui risollevare ancora una volta le proprie sorti.

Reading

Siamo così all’attualità.

La firma col Minnesota United risale a lunedì. Un sogno americano della durata contrattuale di 10 mesi.

A proposito di Nicolò Vallone

Nato 26 anni fa in Florida, ma italianissimo: una prima infanzia a Palermo, una vita a Milano, una passione per il racconto sportivo scoccata alle Scuole Medie, un 'pezzo di carta' in Lettere e uno in Comunicazione. Pubblicista dal 2015, con un paio di amici ha lanciato il progetto di storytelling su web Sportellers, e ha abbracciato La Notizia Sportiva mosso dalla voglia di viaggiare tra storie ed emozioni. Il suo re: Roger Federer. Il suo dio: Federico Buffa.

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