(foto: aol.co.uk)

Premier League: quando Sam Allardyce allenava il Bolton Wanderers

Le testimonianze degli anni trascorsi ai Wanderers raccontati dall’ex caporedattore del Bolton Evening News, Gordon Sharrock. Dai testicoli di pecora, alle corse seduti sui wc…

Gordon Sharrock, ex caporedattore del Bolton Evening News, aveva raccontato alla BBC Sport alcuni aneddoti su Sam Allardyce, quando allenava la formazione cittadina dei Bolton Wanderers.

I due si conobbero per la prima volta negli anni ’70, quando Allardyce giocò per alcune stagioni con la maglia dei Wanderers. Era un centrocampista che in campo dava l’anima; era sempre pieno di lividi e imparava sempre dai suoi errori. Al termine della sua carriera da calciatore, tornò in qualità di manager nel 1999, dopo aver vinto il campionato di Terza Divisione con il Notts County.

Una delle sue qualità migliori nella sua esperienza al Bolton era quella di saper capire e gestire a livello individuale i giocatori. Come il Campione del Mondo con la Nazionale francese Youri Djorkaeff: preferiva farsi curare in Belgio da un suo chiropratico di fiducia, e nonostante il Bolton ne stipendiasse uno, Allardyce gli aveva concesso di farsi visitare da lui, senza alcun problema. Non lo avrebbe concesso a chiunque, ha sempre imposto il suo regolamento su ciò che poteva consentite ai suoi giocatori, e loro, se volevano far parte del suo gruppo dovevano accettarlo. E dopo avergli parlato di persona, lo accettavano immediatamente!

Anche con il difensore islandese, Gudni Bergsson, schierato regolarmente in campo all’età di 36 anni, l’ex ct inglese gli consentiva di avere più tempo libero rispetto agli altri, e gli concedeva di saltare qualche sessione di corsa che, invece, il resto della squadra doveva fare. Cercava di preservarlo, sapeva che, se si fosse affaticato, in campo non avrebbe reso. Allardyce sapeva creare piani di allenamento specifici, per mantenere i giocatori concentrati per costruire del cameratismo.

Ha sempre cercato di creare dei forti legami di amicizia tra giocatori e staff, per rafforzare lo spirito di squadra. Per esempio, accettò una scommessa con i suoi giocatori che se avessero vinto contro il Leicester City con più di tre gol, lo staff avrebbe dovuto pagare pegno, e nel caso fossero stati sconfitti con tre gol o un passivo più pesante, sarebbe invece toccato ai giocatori. In quel turno il Bolton segnò cinque gol alle Foxes, nella sua prima partita in Premier League; così lo staff dovette uscire e mangiare testicoli di pecora, il curry più piccante ed altri cibi assurdi.

Li portava spesso in gita, in posti come il Lake District, dove i giocatori gareggiavano seduti sul wc per stabilire chi otteneva il giro migliore. Li portava alle corse dei cavalli. Faceva in modo di mantenere alto lo spirito di squadra. E tutto ciò funzionava.

Un altro aneddoto è quando il Bolton trascorse due settimane a Indianapolis, USA, in un tour pre-stagionale nel 2000. Allardyce aveva guidato uno dei due autobus che erano stati messi a disposizione al club. In quel tour negli USA, Gordon Sharrock alloggiava con loro nello stesso albergo e aveva in programma di fare una grande intervista pre-stagionale con lui. Sceso per la colazione, il mister, una mattina, gli chiese se avesse mai guidato negli USA prima d’allora. Sharrock disse di sì. Allora Allardyce gli chiese di guidare un autobus, anche se in realtà avrebbe dovuto guidarlo lui, poiché la squadra aveva subito tanti infortuni e doveva tornare in Europa per acquistare qualche giocatore. Quando Sam ti chiede di fare qualcosa, non è facile rifiutare. Quindi in quell’occasione il caporedattore del Bolton Evening News ha dovuto accompagnare giocatori come Dean Holdsworth, Paul Warhurst e Kevin Nolan.

Lavora con i suoi giocatori 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Proprio come i migliori allenatori del mondo, ma molto del suo lavoro si svolge da lunedì al venerdì e i risultati si vedono al sabato.

I giocatori che hanno lavorato con e giocato per Allardyce hanno raccontato in questi anni che l’atmosfera negli spogliatoi è fondamentale: sapeva ispirarli e tirare fuori il meglio da loro. Al Bolton lo ha fatto meglio che in qualsiasi altro club, mantenendolo in Premier League, per diverse stagioni. In quel periodo i tifosi dei Wanderes hanno potuto ammirare in campo giocatori del calibro di Djorkaeff, Jay-Jay Okocha, Ivan Campo, Nicolas Anelka, Fernando Hierro, Stelios Giannakopoulos e Gary Speed. Sono state stagioni importanti per il club, e in molte occasioni hanno offerto anche del buon calcio e ottenuto la qualificazione in Europa League, dopo aver ottenuto il quinto posto nella stagione 2004-2005.

Ad Allardyce piaceva affrontare l’Arsenal e sopratutto provocare Arséne Wenger a livello professionale. Stimolava i suoi giocatori, gli chiedeva di provocare quelli dei Gunners e nella maggior parte delle volte ci riusciva, ottenendo a volte un risultato positivo. Un atteggiamento che avrebbe potuto aiutare qualche giocatore della Nazionale inglese, sempre alle prese con pressioni e timori quando si tratta di affrontare Nazionali più forti o sopratutto quando deve calciare i rigori.

Non è riuscito a svolgere il ruolo di ct dell’Inghilterra a causa di uno scandalo. Non ha riportato i Three Lions alla vittoria dopo oltre cinquant’anni in una grande manifestazione internazionale. Poteva essere l’uomo giusto? Secondo Sharrock e molti giornalisti d’Oltremanica sarebbe stata un’impresa ardua per un allenatore che nella sua carriera alla guida di club non ha mai vinto alcun trofeo importante. Poi, dopo tanti rifiuti eccellenti, è arrivato l’ex ct dell’Under 21 Gareth Southgate che, a sorpresa, è riuscito dopo ventotto anni a riportare la Nazionale dei Tre Leoni tra le prime quattro a un Mondiale.

P.S. Gordon Sharrock aveva raccontato i suoi aneddoti a Shamoon Hafez della BBC Sport, il 20 Luglio del 2016, dopo aver appreso ufficialmente che Sam Allardyce era diventato il nuovo ct dell’Inghilterra.

A proposito di Cristian La Rosa

Cristian La Rosa. Classe ’76, ama il calcio e lo sport in generale. Segue con passione il calcio internazionale e ha collaborato con alcuni web magazine. È il fondatore, ideatore ed editore.

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