Sarà soprattutto bene per l’Inter e per Icardi che questa storia si chiuda rapidamente, perché fatti e numeri dicono quanto sia nociva per il centravanti, che statisticamente sta vivendo la peggiore delle sue stagioni in nerazzurro.
Il rischio è di non accorgersene, distratti magari da una delle settimanali feste di compleanno di famiglia, da una scollatura più discinta del solito o da una boutade un po’ più boutade di altre. I numeri però sono impietosi: Icardi, finora 9 gol, un anno fa dopo 20 giornate aveva segnato 18 volte.
Icardi e il doppio valore.
L’anno scorso, sempre a quest’altezza, l’Inter aveva segnato 35 gol, quindi un gol di Icardi pesava 0,59 sull’attacco complessivo della squadra. Adesso, 31 gol la squadra, con l’incidenza di Icardi a un per lui misero 0,29, più basso persino della stagione in cui ha segnato di meno (2015-16: 8 gol dopo 20 giornate, ma incidenza 0.31).
La triste (per lui e l’Inter) partita col Sassuolo è stata la quarta consecutiva in Serie A senza gol. Non ci fosse stato il benedetto rigore da 2 punti contro l’Udinese, saremmo a 6 di fila: record negativo, dacché è diventato titolare in nerazzurro (2014-15).
Così, invece, il primato (5 partite proprio nel 2014-15) può essere uguagliato se il capitano non dovesse segnare nemmeno al Toro, domenica prossima. Tutta colpa del contratto? Forse no o non solo, ma è logico supporre che l’ansia della firma non tenga in apprensione solo i tifosi, ma anche chi – pur strapagato – quell’autografo deve fare.