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L’Europa League è il regno del Siviglia con 6 coppe in bacheca: per la Juve sarà una sfida durissima contro il club più vincente del torneo.
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Quando si parla di Europa League, il nome che spaventa è uno solo: Siviglia. Gli spagnoli ne hanno vinte 6, più di chiunque altro, e quest’anno puntano decisamente alla settima. Per la Juventus, sarà un ostacolo altissimo da superare, perché il Siviglia in EL è una macchina perfetta, costruita per annientare gli avversari e sollevare trofei.
Gli uomini di José Luis Mendilibar, il terzo condottiero di questa travagliata stagione, sopratutto in Liga, è stato scelto per l’ennesima conquista. Gli spagnoli hanno una rosa formidabile e arrivano dall’impresa con il Manchester United, piegato con un complessivo 5-2 tra andata e ritorno: l’arma in più è un mix di talento ed agonismo, unito alla sapiente guida di un allenatore che non lascia niente al caso.
Alla Juve il compito più difficile: spezzare una maledizione lunga 27 anni dall’ultimo trionfo in campo europeo. Col Siviglia non si scherza e servirà l’impresa. Perché dopo aver schiantato lo United, gli spagnoli non hanno nessuna intenzione di fermarsi.
SIVIGLIA, CURIOSITA’ E STATISTICHE DELL’AVVERSARIA DELLA JUVE IN SEMIFINALE
In Liga stanno faticando non poco e hanno chiuso un girone di Champions in modo deludente, ma in Europa League, il Siviglia è sempre una certezza. Perché se c’è un torneo che gli spagnoli sanno vincere, è proprio questo: con 6 trionfi in bacheca, più di chiunque altro, la seconda coppa europea per importanza e è ormai casa loro.
Per il Siviglia la stagione è stata complicata: 13° in campionato, a 12 punti dall’Europa e a +8 sulla zona retrocessione. Un rendimento nettamente inferiore alle aspettative, che però non ha intaccato le certezze continentali: in Champions sono arrivati terzi nel girone con City e Dortmund, ma in EL hanno già schiantato PSV, Fenerbahce e United. Insomma, la competizione che amano di più li ha rivitalizzati e con buona pace di chi li dava per spacciati, gli spagnoli sono di nuovo in semifinale.
SIVIGLIA, CHI SONO GLI ELEMENTI PIU’ IMPORTANTI DELLA ROSA?
Il Siviglia ha una rosa sontuosa, costruita per primeggiare in Europa: dalle stelle ai gregari, tutti sanno come si vincono le finali. In attacco spicca En-Nesyri, 16 gol in stagione: il marocchino è l’uomo in più di Mendilibar, micidiale quando gli spagnoli accelerano. Con lui l’esperto Lamela, che in Italia ha fatto le fortune della Roma c’è classe ed esperienza, per aprire le difese avversarie.
A centrocampo c’è il cervello Rakitic, tornato a Siviglia dopo l’esperienza al Barça: con la sua regia, dà ritmo e fosforo alla manovra degli andalusi. Sulla fascia destra sgasa invece Navas, che della Nazionale spagnola è stato un pilastro: corre, crossa e rifinisce, dando ampiezza e superiorità numerica.
Senza dimenticare gente come Suso, Papu Gomez e Ocampos: tutti con un passato in Serie A e un presente da protagonisti in uno dei club più vincenti d’Europa. In porta c’è Bono, eroe del Marocco ai Mondiali: para rigori e fa miracoli, dando sicurezza a un pacchetto arretrato di ferro.
SIVIGLIA IN SEMIFINALE DI EUROPA LEAGUE NONOSTANTE IL CAOS IN PANCHINA
Il terzo timoniere del Siviglia di questa travagliata stagione è José Luis Mendilibar, chiamato a marzo per sostituire Sampaoli arrivato per sostituire Lopetegui, nel frattempo trasferitosi al Wolverhampton, ed evitare il naufragio. Per lui quella andalusa è la chiamata più importante della carriera: dopo una vita nelle categorie inferiori, l’occasione di guidare un top team e alzare finalmente un trofeo.
Mendilibar non ha un palmares di rilievo. Da giocatore ha raccolto poco come centrocampista in società basche minori, mentre in panchina ha sempre allenato in Spagna senza però successi di spicco. Nel 2021/22 era all’Alavés, quando venne esonerato in fondo alla classifica: ora il Siviglia è l’opportunità della vita, per dimostrare di valere una big e mettere in bacheca il primo titolo.
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I bianconeri sono avvisati: per andare a Budapest, dovranno fermare chi di questo torneo è il padrone assoluto. E al Siviglia, fermarsi non è concesso.
