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Totti e il retroscena sulla Sampdoria: “Ferrero mi voleva a tutti i costi”

Quella di Francesco Totti è stata una straordinaria carriera che si è tinta di due soli colori: il giallorosso e l’azzurro. Se della Roma è diventato la più grande bandiera di ogni tempo, con l’Italia nel 2006 ha trionfato ai Campionati del Mondo.

Totti , parlando ai microfoni di Sky , ha ripercorso alcune tappe importanti della sua carriera, partendo proprio da Germania 2006, un torneo che rischiò di saltare a causa di un infortunio.

“Mi feci male a febbraio, era una cosa molto seria. Il professor Mariani mi operò quella sera stessa per la frattura del perone e la rottura dei legamenti, ero convinto che a quel punto non sarei andato ai Mondiali. Lui mi disse che aveva fatto di tutto e che da quel momento in poi sarebbe toccato a me. Il giorno dopo ricevetti la visita di Lippi, mi fece un discorso con il quale mi trasmise grande voglia e grande amore. Mi diede la forza per uscire da quel tunnel, è stato grazie a lui e ai miei compagni che sono riuscito a vincere il trofeo più importante di tutti”.

Quello tra Totti e la Nazionale è stato un rapporto che si è chiuso abbastanza presto.

“Presi la decisione di lasciare la Nazionale già prima di quell’infortunio. Giocavo sessanta partite all’anno, avevo un problema alla schiena e a qualcosa dovevo rinunciare. Non potevo mettere da parte la Roma, è stata tutta la mia vita. Per fortuna ho chiuso con la Nazionale dopo aver vinto un Mondiale”.

Totti ha avuto la possibilità di continuare la sua carriera lontano dalla Capitale, ma ha preferito restare fedele ai colori di una vita.

“Continuare dopo l’addio alla Roma? Io rispetto quello che ha fatto Daniele De Rossi, ognuno è libero di fare le proprie scelte. Io ho avuto diverse occasioni sia in Italia che all’estero, ma avevo dei dubbi. Volevo continuare a giocare, sentivo di poter dare ancora qualcosa, ma alla fine un anno o due non mi avrebbero cambiato nulla. Avevo fatto una scelta ed era quella di indossare un’unica maglia. Fare un anno lontano dalla Roma avrebbe cancellato tutto”.

In Italia c’è stato un club soprattutto che ha provato a convincerlo.

“Mi volevano in America, negli Emirati Arabi e mi voleva la Sampdoria, a tutti i costi. Ferrero è romano e romanista, aveva un debole per me, avrebbe fatto di tutto per prendermi”.

Già ad inizio carriera, quando c’era Carlos Bianchi sulla panchina della Roma, Totti fu vicino alla Sampdoria .

“Se non ci fosse stato il torneo Città di Roma con Ajax e Borussia Monchengladbach, io la settimana dopo sarei diventato un giocatore della Sampdoria. L’allenatore non mi vedeva bene, ma quel torneo cambiò tutto. Fortunatamente sono rimasto alla Roma, chissà dove sarei andato in seguito”.

Il giorno del suo addio al calcio giocato ha rappresentato un qualcosa di indimenticabile per molti.

“E’ come se non fosse passato tutto questo tempo, spesso riguardo quella giornata nella quale è stato racchiuso tutto il mio amore per la Roma. Ricordo tutto, speravo che la fine non arrivasse mai. E’ stato il giorno più bello e più brutto allo stesso tempo: smettevo di giocare, ma ho ricevuto tantissimo amore. Non credevo che si potesse piangere in quel modo, non ho retto all’emozione. Per me il campo era tutto, sapevo cosa potevo dare e facevo tutto per rendere felice il popolo della Roma. So cosa vuol dire essere romani e romanisti”.

La fase finale della sua carriera è stata contraddistinta anche da un rapporto non sempre idilliaco con Luciano Spalletti.

“Ho conosciuto due Spalletti diversi. Il primo era il top, come un secondo padre, stavo sempre con lui. Il secondo ha avuto le sue ragioni, non dico che mi ha messo i bastoni tra le ruote, ma le cose non sono andate come avrei voluto io. Ero in difficoltà, ma ho provato a fare del mio meglio”.

Nonostante la grandissima rivalità con la Lazio, Totti ha legato molto con Simone Inzaghi.

“C’è un bellissimo rapporto con lui. Ci rispettiamo, abbiamo giocato insieme in Nazionale, abbiamo tanti amici in comune. E’ tra i migliori tecnici della Serie A e sta facendo grandi cose. Sarei stato contento se avesse allenato un’altra squadra e da tifoso romanista spero che si fermino il prima possibile. Ci sono annate nelle quali ti va tutto bene, ma speriamo in un black out”.

A proposito di Cristian La Rosa

Cristian La Rosa. Classe ’76, ama il calcio e lo sport in generale. Segue con passione il calcio internazionale e ha collaborato con alcuni web magazine. È il fondatore, ideatore ed editore.

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