Il MotoGP è iniziato da cinque gare e, con il Mugello all’orizzonte, ce la farà la Yamaha a tornare competitive per lottare con Ducati e Honda?
Quest’anno la Yamaha sembra il Brutto Anatroccolo. Cinque gare e cinque comparse. Per la casa del diapason niente profumo d’alloro, almeno per ora. Vietato fare pronostici negativi, però. Quando una Scuderia può vantare un pilota del calibro di Valentino Rossi, tutto può succedere. Il Doc, infatti, con la sua esperienza, è riuscito a metterci una pezza e ad arrivare al Mugello con 72 punti. Non pochi, se si pensa che il nove volte iridato campione del mondo, in questa stagione, è salito sul secondo gradino del podio due volte (in Argentina e America), scivolando quinto in Qatar, sesto in Spagna e tornando di nuovo quinto in Francia. Sul fronte Maverik Viñales, niente da dichiarare. Migliore prestazione, terzo posto in Spagna, poi una serie di flop fino al’uscita di gara in Francia.
La vittoria manca da Assen 2017
Sembra di essere tornati ai primi anni del Duemila, quando la Yamaha era una moto che non garantiva un esito competitivo. Parecchi piloti evitarono le avances della Scuderia di Iwata. Per una sorta di sfida con se stesso, Valentino Rossi salutò la Honda per mettersi in sella della sua M1. Mission one ovvero Mission Impossible? Tutt’altro! Primo campionato e subito campione del mondo. Bissando anche l’anno succesivo, era il 2005, con ben quattro gare d’anticipo. Passano gli anni e, dalla vittoria di Assen 2017, con il duello passato alla storia con Andrea Petrucci, niente più gradino più alto del podio per il numero 46.
Arriva la crisi (che dura ancora…)
Come si spiega l’involuzione tecnica della Yamaha? Valentino è a secco da due stagioni e, rispetto ai colleghi Ducati e Honda che hanno fatto passi da gigante, la donna più importante della sua vita, è ferma ai box. Quando scatta il semaforo verde, per il pilota di Tavullia è sempre gas a martello. La M1, però, a una certo punto dice stop e il feeling si rompe. Gomme impossibili, motore non all’altezza, rettilinei da incubo e chi più ne ha più ne metta.
Non sarebbe ora che gli ingegneri di Iwata prendessero una sbornia di tecnologia avanzata da applicare sulla M1 e restituire al Doc la possibilità di rimettere codino e scarichi davanti a Marc Márquez?
Staremo a vedere.