Stefano Ravaglia

La vita e la carriera “fragile” di Marco Van Basten in un libro

Michels, Sacchi, la caviglia, il pubblico milanista colmo di entusiasmo, i problemi finanziari, le insicurezze: vita e miracoli di uno dei più forti d’ogni epoca in 267 pagine    di Stefano Ravaglia   Riga dopo riga, appare delinearsi chiaramente quel titolo. “Fragile”, col faccione di Marco Van Basten in copertina, edito da Mondadori, è la biografia della vita e della carriera dell’asso olandese. Appese le scarpe al chiodo nel 1995, dopo una inattività di due anni, Marco ha dovuto rinunciare a qualche ulteriore anno fortunato da calciatore per via dei suoi problemi alle caviglie di lunga data. In “Fragile”, titolo …

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Tevez e il ‘barrio’: infanzia e adolescenza di Carlitos nella serie Netflix

Israel Adriano Caetano dirige Balthazar Murillo nei panni del giovane Carlos Tevez. Tra sparatorie e delinquenza, la dura strada verso il sogno di fare il calciatore e l’esordio nel Boca Juniors Una madre che lo abbandona anzitempo volendone poi rivendicare la proprietà, un padre ucciso quando ancora lui doveva nascere. E due zii: Adriana e Segundo, che lo fanno crescere come si deve in un mondo di delinquenza, sciatteria, sparatorie, droga e degrado e che lui chiamerà senza alcun problema “mamma” e “papà”. E’ il ‘barrio’ Esercito delle Ande, altrimenti detto “Fuerte Apache” a Ciudadela, periferia di Buenos Aires. E’ …

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Accadde oggi: il Torino ribalta la Juventus e Di Canio stende il Milan

27 marzo, una data che evoca due partite da ricordare in Serie A di Stefano Ravaglia Il giorno in cui tanti Davide batterono Golia. Sono passati tanti anni, ma la memoria calcistica impone di ricordare. Il 27 marzo, una data da cerchiare per due significative imprese griffate Torino e Napoli, che finirono per beffare le più grande: Milan e Juventus. I DUE MINUTI GRANATA 27 marzo 1983, Comunale di Torino. La Juventus battaglia con la Roma per lo scudetto, e deve affrontare il Torino nel derby che aveva già fatto suo all’andata, con una rete di Platini. E’ la Juventus …

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Il campione che vinse la paura: tutto Lauda nel libro di Pino Casamassima

Centocinquanta pagine senza fronzoli per raccontare vita e imprese del pilota austriaco a quasi un anno dalla sua scomparsa   di Stefano Ravaglia   Non solo Nurburgring. Ossia il Nordschleife, 22 chilometri di pura follia, dove quasi ci avrebbe rimesso le penne il 1 agosto 1976, e dove molto probabilmente lasciò un Mondiale in più. Ma anche la sua meticolosità e freddezza, la rivalità con Hunt, trasbordata al cinema in un film di Ron Howard, Rush, che non gli è piaciuto troppo (“un’americanata: nemmeno a Lauda era andato troppo a genio”). E uno spaccato, straordinario, magari romantico ma certamente poco …

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Il coronavirus colpisce anche Lorenzo Sanz, l’uomo del Real di fine secolo

Cinque anni di successi nazionali e internazionali sotto la sua guida, tra cui la Champions League ottenuta ai danni della Juventus di Stefano Ravaglia   Il Real Madrid moderno, forse, è nato proprio sotto la sua gestione. Quello del presidente Ramon Mendoza, che pur aveva vinto tanto in Spagna (6 campionati, due coppe di Spagna, non era riuscito a riportare la Coppa dei Campioni al Bernabeu anche grazie allo 0-5 subito contro il Milan di Sacchi nel 1989. Aveva trovato una grande squadra sul suo cammino, e forse anche un po’ di sfortuna, nonostante in bacheca avesse messo anche una …

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Vodka, Maradona e parate: storia di Hugo Gatti, “el loco”

Sgargiante nelle sue magliette, ha vissuto su entrambe le sponde il derby di Buenos Aires. Sempre sopra le righe, anche fuori dal campo. Un’icona di Stefano Ravaglia   Personalmente, a me di stare in porta non è mai piaciuto. D’altronde il sogno di un bambino è quello di correre, segnare, esultare, vincere da protagonista, il massimo protagonista, ossia quello che segna il gol decisivo. Non era così per Hugo Orlando Gatti, classe 1944, nato il 19 agosto, in pratica un anno dopo altre due grandi conoscenze del pallone come Rivera e Rosato. A lui mica piaceva correre: meglio starsene in …

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Borussia contro Borussia: quel giorno che finì in goleada

1978: una valanga neroverde si abbatte sul Dortmund. Ma non basta al Monchengladbach per vincere il titolo   di Stefano Ravaglia   Real Madrid, Milan, Liverpool o Barcellona. Sì, ma anche Borussia Monchengladbach. Maglia neroverde, origine provinciale, e una data per la svolta: il 1 maggio 1964, quando sulla panca si siede Hennes Weisweiler, l’uomo che lancerà il club nel firmamento dei grandi. Approdato nella giovane Bundesliga nel 1965, nel club si mettono in luce nomi di grande spessore negli anni a venire anche come allenatori: Berti Vogts e Jupp Heynckes, oltre al “piedone” Gunter Netzer, che nel 1983 sarà …

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Quando Giacomo Bulgarelli incontrò Pier Paolo Pasolini

Il 12 febbraio 2009 scompariva una grande bandiera del Bologna e del calcio italiano. Era l’idolo del grande scrittore e regista di Stefano Ravaglia Nel 1963, un anno prima il clamoroso scudetto vinto ai danni dell’Inter nello spareggio di Roma, Pier Paolo Pasolini passa in rassegna tutti i giocatori del Bologna coronando un sogno: incontrarli e intervistarli per conto di un documentario dal titolo “Comizi d’amore”, una inchiesta sul rapporto che gli italiani avevano con la sessualità. Nell’Italia morigerata di allora, tutti i giocatori di quel Bologna, incalzati dalle irriverenti domande del giornalista e scrittore, si tennero sulla difensiva nella …

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70 anni, 7 gol: il 5 febbraio 1950 il Milan travolgeva la Juventus

Settant’anni fa la goleada del Milan al Comunale contro i bianconeri. Il Gre-No-Li grande protagonista. Parola espulso, e a Torino gli abitanti possono vedere la partita in tv di Stefano Ravaglia Fu la prima partita tramessa in diretta televisiva. E fa ridere a dirlo oggi. Era il 5 febbraio 1950 e in un Comunale strapieno e desideroso di football dopo le ferite ancora fresche della guerra, andava in scena Juventus-Milan, già grande classica italiana. Ma la ferita più grande a Torino, in quel tempo, era l’incidente del Grande Torino, perito a Superga pochi mesi prima. E proprio nel settembre di …

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Valerio Bona: gol, lavoro, e altruismo con il pallone sullo sfondo

Attaccante prolifico della Juventus nei primi anni del club, Valerio Bona rinnega il fascismo e salva vite umane dalla deportazione: tra cui quella di Sergei Hutter di Stefano Ravaglia Lo “zio Bergomi” lo ricordano tutti: baffoni, personalità da vendere e un Mondiale vinto da diciottenne. Ma c’è un altro zio nella storia del football italiano che ha preso gli onori delle cronache e non solo per meriti calcistici. Si chiamava Valerio Bona, soprannominato “zio bomba”, perché, fisicamente prestante e potente, non lesinava tiri micidiali ai portieri avversari. La sua è una storia di lavoro, amicizia, calcio e altruismo. Originario di …

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