Stefano Ravaglia

Sky e memoria: Susanna Egri racconta il padre scomparso a Superga

Nel giorno della memoria, il contributo della figlia dell’allenatore del Grande Torino di Stefano Ravaglia Una sala scarna, due sedie, pochi fronzoli. Federico Buffa, storyteller sempre più apprezzato, siede di fronte a Susanna Egri, dolce ballerina e pimpante 94enne che dimostra almeno vent’anni di meno, per raccontare la vita e le avventure tragiche del padre Egri Erbstein, allenatore del Grande Torino che trovò la morte il 4 maggio del 1949 nell’incidente di Superga. Un’ora di chiacchiere e di grande emotività in questi giorni in programmazione continua sui canali di Sky Sport, ma soprattutto niente veli su quanto accadde. Susanna, apprezzata …

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I 150 anni dalla nascita di Herbert Kilpin

Il fondatore del Milan è sepolto oggi nel famedio del cimitero monumentale di Milano di Stefano Ravaglia Recentemente, dopo mille peripezie durate anni, gli hanno intitolato una rotonda. Forse non proprio il luogo adatto da riservare a un personaggio così, ma perlomeno è proprio davanti a Casa Milan, la sede del club non lontana da San Siro, una sorta di quartier generale dove lui doveva per forza avere casa. Il 24 gennaio 1870 nasceva a Nottingham colui che è stato il principale fondatore dei rossoneri alla fine dell’Ottocento. Chissà cosa penserebbe oggi della sua creatura: mortificata, in mezzo a un …

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La sera che San Siro scoprì Alexandre Pato

Esordio travolgente contro il Napoli a San Siro. Poi infortuni, brutte prestazioni e un mesto addio. Con la storia d’amore con Barbara Berlusconi che fece scalpore di Stefano Ravaglia Chi scrive, era presente. Un freddo non ripetibile, una partita che rappresentava comunque un buon lusso, seppur il Napoli non avesse le intenzioni tricolori degli ultimi anni. Il 13 gennaio 2008 a San Siro si presentava un giovane brasiliano, naturalmente approdato in rossonero, che in quel periodo era fulgido di verdeoro: Seginho, Cafu, Kakà, Rivaldo e presto sarebbe arrivato anche Thiago Silva. Quella sera a San Siro il Milan era più …

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La Romagna di là dal muro: Cesena-Magdeburgo 1976

I bianconeri, al terzo anno in serie A, si qualificano per la Coppa Uefa. Sarà un cammino brevissimo, ma storico. di Stefano Ravaglia Il 29 giugno 1976 il Napoli travolge il Verona nella finale di Coppa Italia all’Olimpico di Roma. Apparentemente, a nessuno interessa a parte i tifosi partenopei. E invece c’è una squadra bianconera, che non è né l’Ascoli, né la Juventus e nemmeno l’Udinese, che accoglie quel risultato con grandissima euforia. È il Cesena di Pippo Marchioro, che alla sua terza stagione in Serie A ha centrato uno storico sesto posto, che non le permetterebbe però di accedere …

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Just Fontaine, dal Marocco alla gloria mondiale

Grandinate di reti con Nizza e Stade Reims. E un record: 13 reti in un solo Mondiale, quello del 1958 Nel novembre 2015, dopo gli attacchi terroristici a Parigi di pochi giorni prima, disse: “La Francia non dovrebbe ospitare l’Europeo del 2016. Mi si spezza il cuore a dirlo, ma è troppo pericoloso”. I transalpini andranno avanti, ospiteranno un bel torneo e lo perderanno in finale con il Portogallo. Ci fosse stato lui… che dalle sabbie di Casablanca, in Marocco, dov’è nato il 18 agosto 1933, era arrivato a travolgere tutto ciò che incontrava al suo passaggio un paio di …

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1° ottobre: auguri a George Weah, perla d’Africa

Sostanza, tecnica, movenze feline: un attaccante che spaccò la serie A. E un personaggio pittoresco fuori dal campo   di Stefano Ravaglia   Nella sua carriera ha un cruccio: non aver mai giocato un Mondiale col suo paese, la Liberia. Ci andò vicino in una occasione, e raccontò di essere rimasto in un angolo dello spogliatoio a piangere a fine partita. George Ousman Weah, nato il 1° ottobre 1966 a Monrovia, è sempre stato guascone e leggero, talmente istrionico che fa specie vederlo piangere in uno spogliatoio. Oggi compie cinquantatré anni, e lo fa da presidente del suo paese, eletto …

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Friedrich “Fritz” Walter, il primo capitano di una nuova Germania

L’attaccante tedesco, bandiera del Kaiserslautern, conduce la sua nazionale al primo trionfo Mondiale. E viene salvato dalla prigionia grazie al calcio. di Stefano Ravaglia Domenica 3 luglio 1954, un ragazzino undicenne timido e goffo, figlio di un pastore della regione tedesca dell’Assia, trova il modo di evadere. Quel giorno è in programma Ungheria-Germania, e contro ogni pronostico, con l’orecchio teso alla radio, il ragazzino ascolterà il suo disastrato paese vincere il Mondiale. Era da poco passato il secondo conflitto mondiale che lasciò in ginocchio quello che doveva diventare un impero millenario, e pensiamo che realmente qualche ragazzino abbia avuto sul …

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25 settembre ’96: nel freddo norvegese, Weah e Simone scaldano il Milan

Nel girone di Champions League i rossoneri si divertono contro il Rosenborg. Ma sarà una stagione amara   di Stefano Ravaglia   Sarebbe stata un’annata disastrosa, ma in molti ancora non lo sapevano. Il Milan aveva iniziato la stagione 1996-97 con lo scudetto sul petto, sicuro di un’altra annata ai vertici. Dopo la vittoria contro il Verona, era arrivato il capitombolo con la Sampdoria, e in Champions League il Porto di Jardel, futura conoscenza anche dell’Ancona, era passato a San Siro 3-2. La seconda giornata del torneo europeo, che ritrovava i rossoneri protagonisti dopo un anno di pausa, prevedeva una …

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Bologna-Anderlecht ’64: l’eliminazione costa cinque pesetas

Il cammino in Coppa dei Campioni dei rossoblu dopo lo scudetto, finisce subito. Per colpa di una monetina   di Stefano Ravaglia   Sì, sono ripartite le Coppe europee. Max Pezzali le cantava pure (“le Coppe in tele il mercoledì”), ma quanto sembrano lontani i tempi in cui giocare fuori dai confini nazionali era speciale, se non proprio un’avventura. E vecchia di almeno un ventennio è la Coppa dei Campioni riservata solo alle squadre campioni nazionali, prima che business e modernità inghiottissero tutto. Bello il Real delle cinque Coppe consecutive, bella la Grande Inter o il Benfica di Eusebio, il …

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“Fatal Verona”? Non sempre: le tre vittorie decisive dei rossoneri

Virdis, Pirlo e Pato: con queste firme il Milan ha sovvertito la maledizione del “Bentegodi”   di Stefano Ravaglia   Maggio 1973: il Milan di Rocco ha appena vinto la Coppa delle Coppe in Grecia, contro il Leeds di Don Revie. Deve giocare un importante finale di campionato, quattro giorni dopo, a Verona, contro i gialloblu. Milan, Juventus e Lazio si giocano il tricolore e sono divisi in classifica da una manciata di punti. Con la stella già cucita sulle bandiere rossonere, per il Milan pare una formalità la trasferta scaligera, ma Zigoni e i suoi la pensano diversamente: 5-3 …

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