Stefano Ravaglia

Roma-Real Madrid 2001: il ritorno in Europa nel giorno più brutto

L’11 settembre 2001 non si doveva giocare. E invece si gioca. La Roma perde in casa contro i futuri campioni d’Europa, ma in fondo non contava proprio nulla. di Stefano Ravaglia I rigori di Conti e Graziani erano ancora impressi nella testa di tutti i romanisti. Quelle maglie rosse che balzellano sul prato dell’Olimpico coccolandosi la Coppa dei Campioni, quarta della storia del Liverpool, sono restate indigeste per diciassette anni. Poi, un giorno caldissimo di giugno del 2001, Fabio Capello riuscì dove nessuno riusciva dal 1983. Quella volta fu Liedholm, placido Barone che preferiva il bastone alla carota. Serafico e …

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Bicchieri, taccuini, pallone e giornalismo: l’accademia di Brera

Il popolare giornalista e scrittore lombardo avrebbe compiuto 100 anni l’8 settembre. Se n’è andato nel dicembre del 1992.   di Stefano Ravaglia   “Sono padano di riva e di golena, di boschi e sabbioni. E mi sono scoperto figlio legittimo del Po”. L’8 settembre, insieme ad Ariosto e all’armistizio, come scrisse lui, venne al mondo anche Gianni Brera, probabilmente il più grande giornalista sportivo italiano. Il che non rende giustizia a un personaggio controverso, carismatico e dirompente, dal linguaggio forbito e dal bicchiere facile. Era il 1919 e a San Zenone, terra di contadini, e cento anni dopo si …

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Chiedi chi era Gaetano: trent’anni senza Scirea

Il 3 settembre 1989 moriva in un incidente d’auto in Polonia uno dei simboli della Juventus e della nazionale italiana. di Stefano Ravaglia Dopo l’ennesimo scudetto, era ora di far festa. Tutti in discoteca a ballare e divertirsi. Ma lui non è che fosse proprio tipo da discoteca, né un festaiolo in generale. Si lascia trascinare, una foto lo ritrae divertito e sorridente, in camicia, mentre si abbandona al ballo. Poi esce, proprio mentre, alle 6 del mattino, gli operai della Fiat vanno al lavoro. Rivede suo padre, operaio alla Pirelli, rivede lui stesso. Ma posso io darmi alle danze, …

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Nelson Dida, poche parole e molte parate

Dal Corinthians al Milan, e ora in Egitto a preparare i portieri di oggi. Un felino che per almeno tre anni è stato alla pari di Buffon di Stefano Ravaglia Oggi fa l’allenatore dei portieri di una squadra egiziana, che non poteva che chiamarsi Pyramids FC. Ne ha di insegnare di cose, Nelson de Jesus Silva, e se diciamo Dida tutti capiscono di chi stiamo parlando. Moacir Barbosa, l’ormai leggendario portiere del “Maracanazo” del 1950, si portò la croce addosso di quella sconfitta per il resto dei suoi giorni. Dida invece, in verdeoro, ha fatto quasi il pieno. Quasi, perché …

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All’ultimo respiro: i finali di campionato più incredibili

C’era sempre qualcuno che aveva le tue stesse chances. Quattro campionati, quattro storie di finali al fotofinish. di Stefano Ravaglia L’ultra spezzatino televisivo, iniziato timidamente più di vent’anni fa con Tele+ e una partita messa alla domenica sera alle 20.30, che già sembrava una rivoluzione, ci ha tolto qualcosa e forse anche di più. Un tempo, tutte le partite alla stessa ora, poi le ultime quattro giornate, ora invece è tutto alla mercé delle televisioni anche sino all’ultimo turno. La comprovata non competitività del campionato ha permesso inoltre di vincere gli scudetti in albergo, come spesso è capitato alla Juventus …

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Matthew Le Tissier: oh my God!

La storia dell’uomo dai piedi fatati che rifiutò i grandi club per restare nella sua amata Southampton. di Stefano Ravaglia Il 4 novembre 1986 cambiarono parecchi destini, nel replay del terzo turno di Coppa di Lega, ribattezzata Littelwoods Cup per ragioni di sponsorizzazione. Dopo lo 0-0 di Old Trafford, il Southampton ospita sul proprio campo il Manchester United di Ron Atkinson. L’allenatore, curiosamente nato a Liverpool, aveva portato in cinque anni il Manchester a vincere due FA Cup e una Charity Shield, ma aveva tirato alle ortiche un campionato la stagione precedente. E anche il successivo non era iniziato bene: …

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Wimbledon story: i tre giorni più lunghi di Isner e Mahut

La più lunga partita della storia del tennis è durata tre giorni: nel 2010 viene fissato un record praticamente imbattibile Ci cascano tutti: Wimbledon Park. Ma non è quella la fermata corretta della “tube” per arrivare nel tempio del tennis londinese. Bisogna scendere prima, a Southfields, e fare qualche metro a piedi. Qualche anno fa, eseguii: tra una pioggia fitta e folate di vento che rendevano il mio ombrello ingovernabile, giunsi in loco. Arrivai in anticipo, il Lawn England Tennis apriva alle 10: in un clima non proprio estivo, come quello in cui si svolgono i “Championships”, mi apprestavo a …

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Allez les bleus: Francia ’98, la prima volta dei galletti

Il 12 luglio 1998 la Francia saliva sul trono mondiale per la prima volta nella sua storia di Stefano Ravaglia Il primo Mondiale a 32 squadre, il primo Mondiale della Giamaica e l’ultimo di Beppe Bergomi e Roberto Baggio. Francia ’98, aperto da Brasile-Scozia 2-1 il 10 giugno, è anche l’ultimo Mondiale del millennio. Dopo la mancata qualificazione di quattro anni prima negli Stati Uniti, con un clamoroso doppio ko contro Israele e Bulgaria al Parco dei Principi, quando mancava un solo punto per la qualificazione, assenza che faceva il paio con quella del 1990, la Francia di Aimé Jacquet si …

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Le otto meraviglie di Berlino: quando la Union travolse la Dynamo

Alla “casa dei guardiaboschi” è ancora affisso quel punteggio: 8-0. Nel 2005 la Union Berlino fece a fette gli odiati rivali della Dynamo. di Stefano Ravaglia L’elmetto giace là, fuori dall’An der Alten Foresterei, lo stadio, rimesso a nuovo, della Union Berlino. Che nello spareggio per salire in Bundesliga, relegando lo Stoccarda in seconda divisione, ha ottenuto i due pareggi necessari a coronare un sogno: la prima promozione in massima serie. Un 2019 d’oro per la squadra del quartiere Kopenick, e per i suoi tifosi, ciascuno di loro legato a quell’elmetto. È il simbolo di una costruzione e di un …

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Germania-Argentina 1990: non fu una notte magica

La più brutta finale della storia dei Mondiali va in scena l’8 luglio 1990 a Roma. di Stefano Ravaglia Gianni Brera non sapeva che quelli sarebbero stati i suoi ultimi Mondiali. Al termine del campionato del mondo del 1990, ospitato dall’italia, espresse tutto il suo malumore per una brutta finale: “Io non perdo finali del torneo dal lontano, ahimè, 1954: posso dire senza sentirmi né severo né tanto meno sadico di non avere mai assistito a uno strazio paragonabile a quello offerto da Germania-Argentina. I poveri e esasperati cuginetti del Rio del Plata erano stati malamente falcidiati dagli strani arbitri di …

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