L’esperienza di un campione del mondo al servizio di una neopromossa: il nuovo innesto infiamma l’ambiente biancoscudato e promette scintille tra tecnica, leadership e voglia di riscatto dopo due anni di silenzio.
Ci sono operazioni di mercato che sfuggono alla logica del tempo e al peso dell’anagrafe. Affari che non si misurano solo in milioni o presenze recenti, ma nella capacità di evocare emozioni, visioni, attese. È il caso del nuovo arrivo in casa Padova, dove il calcio torna ad avere il sapore della poesia. I contratti sono stati firmati, le carte scambiate: ora manca solo l’ultimo passaggio, le visite mediche in programma venerdì, prima dell’annuncio ufficiale che potrebbe cambiare le sorti della stagione.
Il colpo è di quelli che fanno rumore, soprattutto se pensiamo che l’ultimo palcoscenico calcato da questo fuoriclasse risale a prima di una lunga squalifica per doping, figlia di un errore medico. Ma la voglia di rimettersi in gioco, il talento mai perduto e la consapevolezza di poter ancora fare la differenza, hanno avuto la meglio.

IL PADOVA PUNTA SULLA CLASSE: BENTORNATO EL PAPU
Alejandro Darío Gómez, per tutti El Papu, ha detto sì al Padova. Un biennale da circa 250mila euro a stagione, secondo indiscrezioni, per scrivere un nuovo capitolo della sua carriera, questa volta nel cuore della Serie B. Dopo la lunga assenza dai campi — 24 mesi per una squalifica che l’ha fatto “scomparire” dopo la gloria del Mondiale con l’Argentina — il Papu è pronto a ridisegnare il calcio, come ai tempi d’oro.
Un profilo che ispira rispetto, che ha già lasciato il segno nel calcio europeo con 317 presenze in Serie A, 66 gol, 81 assist, Champions League, Liga, e una Coppa del Mondo nel curriculum. Eppure, il Papu ha ancora fame, e ha già dato segnali importanti: nella scorsa stagione si è allenato con il Renate, mostrando dedizione e professionalità, come confermato dal tecnico Luciano Foschi.
UN PATTO CON IL TEMPO PER RIPARTIRE
Padova-Papu, un’equazione affascinante. La fantasia sudamericana chiamata a mescolarsi con la concretezza di una squadra neopromossa che vuole sognare. A 37 anni, il numero 10 non è solo un innesto tecnico: è un manifesto di ambizione. Un uomo che ha scelto il campo, ancora una volta. E la Serie B, con le sue insidie e le sue storie di riscatto, non poteva chiedere di meglio.