Era il 14 giugno 1961 quando, sotto il cielo di San Siro, si consumava il primo e unico incrocio tra Inter e Fluminense. Oggi, nel 2025, la storia si ripete in versione globale: a Charlotte si gioca per gli ottavi del Mondiale per Club.
Sono passati 64 anni da quella sera indimenticabile del 14 giugno 1961, quando a San Siro si presentò il Fluminense in tournée e 50.000 tifosi accorsero non solo per vedere i brasiliani, ma soprattutto per assistere al debutto nerazzurro di Luisito Suarez, appena acquistato dal Barcellona. In campo c’erano già i semi di quella che sarebbe diventata la Grande Inter di Helenio Herrera, e tra i presenti si respirava la sensazione di assistere all’alba di una nuova era.
La partita finì 1-1, ma fu spettacolo vero: il Fluminense passò in vantaggio con una punizione potente di Waldo, mentre l’Inter rispose con un’azione illuminata proprio da Suarez, che servì Firmani per il cross decisivo a Bicicli, autore del gol del pareggio. Tra i pali, Da Pozzo per l’Inter e il leggendario Castilho per il Flu furono protagonisti assoluti. Milano visse una notte magica, piena di aspettative e fascino sudamericano. Oggi, quella storia si ripete, ma il palcoscenico è quello del Mondiale per Club FIFA 2025, e la posta in palio è immensamente più alta.
GLI ANNI ’60, MILANO E IL FASCINO DI LUISITO
Era un’altra epoca, un altro calcio, un’altra Milano. Gli anni Sessanta profumavano di sigari e brillantina, di Rinascita economica e grandi sogni europei. In quel contesto, l’arrivo di Luis Suárez all’Inter nel 1961 fu un colpo sensazionale: strappato al Barcellona per una cifra record, il regista galiziano era il primo vero numero 10 moderno del calcio italiano. Giocava camminando, ma pensava a cento all’ora.
Con la sua classe illuminava San Siro, dando forma ai disegni tattici del “Mago” Helenio Herrera. Suárez fu la mente, il metronomo, il cervello della squadra che avrebbe dominato l’Europa e il mondo: due Coppe dei Campioni (1964 e 1965), due Coppe Intercontinentali e tre Scudetti, tutto sotto la sua regia elegante e implacabile. In quel giugno del ’61, contro il Fluminense, il pubblico vide nascere qualcosa di unico.
CHI ERA LUIS SUAREZ, IL PALLONE D’ORO CHE VALEVA 300 MILIONI
DA SAN SIRO A CHARLOTTE: INTER E FLUMINENSE DI NUOVO FACCIA A FACCIA
Lunedì 30 giugno, ore 21 italiane, Inter e Fluminense torneranno ad affrontarsi, questa volta per gli ottavi di finale del Mondiale per Club, sul campo del Bank of America Stadium di Charlotte. Sarà il primo incrocio ufficiale tra una squadra italiana e una brasiliana nella competizione FIFA più importante a livello di club.
L’Inter ci arriva dopo una vittoria decisiva per 2-0 contro il River Plate, firmata da Alessandro Bastoni e dalla nuova rivelazione Francesco Pio Esposito. Un successo che ha permesso ai nerazzurri di chiudere il gruppo E al primo posto, nonostante un avvio complicato con il pareggio contro il Monterrey e la sofferta vittoria sull’Urawa Red Diamonds.
Anche il Fluminense ha superato la fase a gironi senza particolari patemi: secondo nel gruppo F con cinque punti, ha pareggiato con il Borussia Dortmund e i Mamelodi Sundowns, battendo l’Ulsan HD per 4-2. La squadra di Renato Gaúcho – l’unico brasiliano ad aver vinto la Copa Libertadores sia da calciatore che da allenatore – si affida alla propria esperienza e alla qualità di veterani come Thiago Silva, Germán Cano, Ganso, Martinelli e Arias, quest’ultimo il vero uomo in più in questa edizione.

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Per l’Inter, questa competizione rappresenta una caccia alla redenzione dopo la delusione della finale di Champions League. Sotto la guida di Cristian Chivu, la squadra si è ritrovata compatta, orgogliosa e ambiziosa. Nonostante le assenze pesanti – Calhanoglu, Zielinski, Pavard, Bisseck rientrati a casa e Taremi ancora bloccato in Iran – l’Inter ha mostrato una nuova anima, fondata sull’intensità e sulla forza del collettivo.
Il ritorno di Marcus Thuram dopo infortunio e quindi non al meglio sarà compensata dal buon momento di Pio Esposito, mentre Frattesi potrebbe debuttare a gara in corso. In difesa, Acerbi dovrebbe completare il terzetto con Darmian e Bastoni, mentre in mezzo al campo è attesa la conferma per Barella, Asllani e Mkhitaryan.
Il Fluminense, invece, si affida all’organizzazione tattica del suo 4-2-3-1 e alla qualità dei singoli. Thiago Silva, se recuperato, tornerà al centro della retroguardia; altrimenti sarà confermato Freytes, MVP dell’ultima gara. In avanti, Everaldo è in pole per partire titolare, ma attenzione anche a Yeferson Soteldo, di rientro dall’infortunio, e a Kevin Serna, già autore di 3 reti nel torneo.

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Quella di lunedì sarà una sfida tra due identità calcistiche, due continenti, due storie affascinanti. L’Inter, alla ricerca del suo primo titolo mondiale FIFA dal 2010, e il Fluminense, che vuole vendicare la finale persa nel 2023 contro il Manchester City. In palio non c’è solo l’accesso ai quarti – dove potrebbero affrontare l’Al-Hilal o il City – ma anche la possibilità di scrivere una pagina epica, esattamente com’era accaduto a Milano, quella notte del 14 giugno 1961.