La favola Guirassy: da illustre sconosciuto sfida i big per la Scarpa d’Oro

Guirassy, da riserva sconosciuta a bomber implacabile che fa sognare lo Stoccarda: la favola del centravanti che non ti aspetti

La rapida ascesa di Serhou Guirassy sta sfatando molti luoghi comuni nel calcio. Quando un attaccante esplode in Europa, ci si aspetta sia un giovane talento dagli ovvi tratti esotici. E invece ecco Serhou, bomber dal cognome tipicamente francese e dall’età tutt’altro che verde.

I 27 anni nel pallone moderno corrispondono già al crepuscolo di molte carriere, eppure il franco-guineano sembra rinato, con 15 reti in 10 gare che hanno trascinato lo Stoccarda dalla lotta per non retrocedere a quella per un clamoroso piazzamento Champions League. Nonostante l’improvvisa popolarità, l’attaccante non perde l’aplomb, dichiarando candidamente in un’intervista al ‘The Guardian’ di non essere minimamente al corrente dei record infranti. Un profilo basso e uno stile sobrio che stridono con l’impatto devastante che sta avendo in campo. Chissà quanto durerà questa seconda giovinezza calcistica, ma intanto i tifosi dello Stoccarda possono gustarsela finché dura.

DA DIFENSORE ANONIMO A BOMBER IMPLACABILE

La parabola di Guirassy è emblematica di come il calcio moderno possa ancora regalare favole inattese. L’attaccante francese (è nato ad Arles), infatti, muove i primi passi da difensore, senza particolare passione per il pallone. Un profilo agli antipodi rispetto all’implacabile bomber in cui si è trasformato oggi. Eppure, con pazienza e dedizione, affina le proprie doti realizzative, fino a diventare letale. Quest’anno, in Bundesliga, ha impiegato appena 10 gare per segnare 15 reti: un killer d’area di rigore che non lascia scampo alle difese avversarie.

Il segreto? Un mix di fiuto, tempismo e duttilità nelle conclusioni. Guirassy non eccelle in nessuno dei fondamentali offensivi, ma è micidiale nel capitalizzare ogni pallone giocabile. Gli allenatori avversari lo temono perché sanno che prima o poi arriverà il guizzo vincente, senza poter prevederne la modalità: collo destro, sinistro o di testa, lui c’è sempre. Un centravanti moderno che sta trascinando lo Stoccarda in zona Champions: chissà dove potrà ancora spingersi la sua ascesa.

TRA EXPLOIT E RICADUTE, UNA CARRIERA SULLE MONTAGNE RUSSE

La carriera di Guirassy è un continuo saliscendi tra exploit improvvisi e brusche ricadute. Classe 96′, l’attaccante francese esplode appena diciottenne tra i professionisti del Laval, in Ligue 2. Una stagione da titolare e quasi 30 gettoni bastano al Lille, fresco di qualificazione Champions, per crederci e portarlo in palcoscenici più grandi. Eppure il salto è prematuro: Guirassy appare spaesato, preso alla sprovvista da una vetrina tanto prestigiosa. Manca forse la consapevolezza del proprio talento, come ammetterà in seguito il diretto interessato. Dopo una manciata di presenze, il grande salto si trasforma in un ritorno coi piedi per terra.

Da qui inzia un ottovolante di prestiti e ripartenze, tra exploit improvvisi e ricadute impreviste. Dopo l’illusione Lille, il francese ritrova sé stesso e il feeling col gol nel passaggio all’Auxerre: 8 reti in 16 partite convincono il Colonia ad acquistarlo e portarlo in Bundesliga. L’esordio tedesco però è funestato dagli infortuni, in primis quello al ginocchio che gli fa saltare l’intera annata. Nei due anni successivi Guirassy alterna acuti, come la prodezza in Europa League contro l’Arsenal, a lunghi periodi opachi. L’irregolarità lo porta ancora una volta a fare le valigie: nuovo prestito in Francia, stavolta all’Amiens, per rilanciarsi. Un sali e scendi come sulle montagne russe, ma emotive, che avrebbe stroncato chiunque.

TRA MAGIE E FATALITÀ, UNA CARRIERA SUL FILO DEL RASOIO

La parabola di Guirassy sembra segnata da un destino beffardo, tra improvvise esplosioni realizzative e brusche ricadute che paiono fatte apposta per stroncare i suoi slanci. All’Amiens, dopo un ottimo avvio da 9 reti, la Ligue 1 si ferma causa Covid quando la squadra è terzultima: una retrocessione atroce che il bomber deve subire inerme. Ma ancora una volta, quando il tunnel sembra senza uscita, ecco la luce: il Rennes gli tende una mano amica, garantendogli due stagioni di alto livello impreziosite da gol e coppe europee. Persino l’esordio nell’olimpo della Champions, però, si rivela amaro: nessuna rete per spezzare quella maledizione che pare non abbandonarlo mai del tutto nei momenti chiave.

Il suo destino sembra legato a doppio filo alle sorti dello Stoccarda, club in cui è approdato in Bundesliga dopo l’esperienza al Colonia. I tedeschi versano in condizioni disperate, con lo spettro della retrocessione ad aleggiare su una stagione tribolata. Tocca proprio al franco-guineano, richiamato in Germania, vestire i panni dell’eroe e trascinare la squadra verso una salvezza che pareva impossibile. Nonostante qualche inciampo fisico, le 11 reti in campionato risulteranno decisive per arrivare allo spareggio playout all’ultima curva.

Qui, contro l’Amburgo, non c’è proprio storia e lo Stoccarda può festeggiare una permanenza in extremis nel massimo campionato tedesco. Merito, su tutti, delle sue prodezze, di uno specialista in rimonte e resurrezioni dell’ultimo minuto. Dote preziosa, per una squadra abituata a vivere come nel recente passato costantemente sul filo del rasoio.

SOGNO SCARPA D’ORO: A STOCCARDA ORA TUTTO È POSSIBILE

La favola di Guirassy e dello Stoccarda è giunta all’epilogo più bello, con la salvezza raggiunta in extremis grazie ai gol decisivi del bomber franco-guineano. Ma il sogno non finisce di certo qui, anzi. Archiviata la paura, ora questa squadra può spiccare il volo e puntare a traguardi impensabili fino a poco tempo fa. Il primo obiettivo è certamente tornare in Europa, traguardo che manca da oltre 10 anni. Missione non impossibile visto il magic moment che stanno attraversando Guirassy e compagni.

E chissà che il francese non possa addirittura contendere lo scettro di capocannoniere della Bundes – e la Scarpa d’Oro – a mostri sacri come Harry Kane. Per uno che ha rischiato mille volte il baratro, non è certo questa la sfida più ardua.

A proposito di Cristian La Rosa

Cristian La Rosa. Classe ’76, ama il calcio e lo sport in generale. Segue con passione il calcio internazionale e ha collaborato con alcuni web magazine. È il fondatore, ideatore ed editore.