Rossi contro blu: i favolosi e turbolenti anni Ottanta a Liverpool

Otto campionati in dieci anni, trionfi europei, Charity Shield condivise e finali di Fa Cup. Dal 1980 al 1989 in Inghilterra comandavano Liverpool ed Everton. Tra disoccupazione, hooligans e la tragedia di Sheffield, la città dei Beatles era il centro del calcio.

di Stefano Ravaglia

I giorni di Yesterday e Hard day’s night erano già lontani e consacrati alla storia della musica e di Liverpool. I Beatles cominciavano anche a perdere pezzi: il primo ad andarsene fu John Lennon, l’8 dicembre del 1980, nelle circostanze che tutti conoscono. Non si aprì dunque nel migliore dei modi per la città sul Mersey un decennio che avrebbe portato rivoluzione sia calcistica che sociale, con tante gioie ma altrettanti tormenti.

Gli anni Ottanta di Liverpool e dell’Inghilterra sono tra i più intensi mai conosciuti, e il football ne è il mezzo più congeniale per descriverli. Liverpool ed Everton, rosso e blu, i Reds contro i Toffees, i dolcetti, perché si narra che vicino all’hotel di Liverpool in cui fu scelto il nome della squadra, ci fosse una Ancient Toffee House, un negozio di dolci. Di quell’epoca, molti ricordano e celebrano i successi della squadra fondata nel 1892 da John Houlding, celebre birraio rimasto con lo stadio in mano ma senza squadra. Fondò lui il Liverpool, perché l’Everton era migrato a Goodison Park ritenendo il baffuto imprenditore un esoso, per il canone di affitto elevato che richiedeva per continuare a giocare ad Anfield. Invece, anche quelli in maglia blu si tolsero parecchie soddisfazioni, che sarebbero potute essere anche molte di più. Sullo sfondo, una città devastata dalla disoccupazione e dalla crisi sociale, com’era gran parte della Nazione a quel tempo, con Margaret Thatcher salita a Downing Street nel 1979 e prima donna a prendere in mano l’Inghilterra nel tentativo di portarla fuori dalle secche.

Rocco De Biasi, nel suo libro “You’ll never walk alone, mito e realtà del tifo inglese”, fotografa la situazione:

“Tra il 1979 e il 1984, i licenziamenti per motivi di bilancio saranno 41.000. I disoccupati rappresentano il 41,3% contro il 30,3 % del resto del paese”.

Falkland e Coppe dei Campioni

Nell’anno dell’omicidio di Lennon, il Liverpool aveva vinto il suo dodicesimo titolo, e già da diverso tempo aveva strabiliato la folla vincendo Uefa e Coppa Campioni, prima con “San” Bill Shankly e poi con il suo diretto erede, Bob Paisley. Nel 1977 e ’78 aveva battuto Moenchengladbach e Bruges nelle finali di Roma e Wembley, portando per la prima volta in città la Coppa dalle grandi orecchie. E quelli blu? Scampati alla retrocessione conquistando l’ultimo posto utile per la salvezza, nel 1980, nel 1981 sono ancora lontanissimi dalla vetta quando i Reds scendono a Parigi per contendere al Real Madrid un’altra Coppa dei Campioni. Kennedy buca gli spagnoli e la marcia europea, costata punti in campionato (vince l’Aston Villa), si conclude ancora trionfalmente.

Nel 1982 l’Europa sfugge ai Toffees per un paio di punti, mentre i “cugini” calano il primo dei tre titoli consecutivi e in un arcipelago sperduto al largo dell’Argentina, la Thatcher manda alle ortiche la diplomazia, come sua consuetudine, e si riprende le isole Falkland piegando le precarie velleità argentine. In campionato, stesso copione nel 1983 col Liverpool campione e i blu fuori dai giochi, mentre il 1984 è l’anno in cui la lenta risalita fa cogliere i primi frutti. Mentre il Liverpool vince un altro campionato e batte la Roma all’Olimpico conquistando la sua quarta Coppa Campioni in otto anni, il 19 maggio è una data speciale per quasi tutti i giocatori dell’Everton che non avevano mai vinto nulla in carriera.

A Wembley il Watford è battuto 2-0 nella finalissima di FA Cup. A risolvere ci pensano due scozzesi: Andy Gray, bomber prolifico anche di Dundee e Wolverhampton, e Graeme Sharp. È iniziata l’era di Howard Kendall in panchina, dopo aver composto, insieme a Colin Harvey e Alan Ball, la “Santissima Trinità” in campo con la maglia blu dal 1967 al ’74.

Fate largo ai Toffees

Arriva l’estate, la Francia vince gli Europei in casa e di nuovo tra le due torri di Wembley arriva il Charity Shield, con una città che si trasferisce in massa a Londra. E la squadra di Kendall fa pure lo sgambetto ai grandi rivali: un autogol di Grobbelaar consegna la Coppa ai Toffees. È il preludio a una incredibile stagione. L’Everton stravince la First Division con 90 punti, ben tredici lunghezze sui rivali cittadini e un attacco atomico che segna 88 volte. Gary Lineker è capocannoniere con 26 marcature, e ci sono risultati clamorosi come il 5-4 a Watford, il 5-0 casalingo inflitto a Nottingham Forest e Manchester United e soprattutto i due derby, vinti entrambi di misura, 1-0 ad Anfield e 1-0 a Goodison.

Quest’ultimo incontro, si gioca il 23 maggio 1985. Mentre l’Everton celebra il titolo e pure la Coppa delle Coppe, conquistata il giorno 15 nella finale di Rotterdam contro il Rapid Vienna, il Liverpool si prepara all’ennesima finale di Coppa Campioni, a Bruxelles contro la Juventus. Ancora nessuno sa che tutti i verdetti di quella stagione in First Division, saranno totalmente annullati dal 30 maggio, il day-after più tragico della storia del football recente.

La finale all’Heysel si disputa ugualmente dopo la carica dei tifosi rossi contro un settore di juventini, lo “Z” che provoca una trentina di vittime. Il conto finale, salatissimo, sarà di 39 decessi. Vince la Juventus, ma poco importa. Le squadre inglesi vengono squalificare dalle competizioni europee per cinque stagioni: l’Everton non avrà mai modo di disputare la Coppa dei Campioni, che senza false iillusioni avrebbe potuto anche vincere.

Nel 1985-86 è testa a testa in campionato: vince il Liverpool di due punti, sorpassando i rivali a due partite dalla fine. Niente Europa dunque per entrambe, e nemmeno per l’Oxford United, una curiosa storia di quella stagione: si salva per un punto ma vince la Coppa di Lega; deve dunque rinunciare al diritto di giocare la Coppa Uefa. E un altro derby va in scena in FA Cup: a Wembley, in finale, questa volta vince il Liverpool 3-1. La stagione 1986-87 si apre dunque con un altro Charity Shield tra le due contendenti: finisce 1-1 e la posta in palio viene condivisa com’era usanza allora.

In campionato, nonostante l’Everton non vinca gli scontri diretti coi rivali, torna a sbaragliare la concorrenza vincendo un altro campionato con 9 punti di vantaggio sul Liverpool. A questo punto, il periodo d’oro dell’Everton pare giunto alla conclusione: Howard Kendall lascia, e a sostituirlo va un altro della “Santissima Trinità”, Colin Harvey, in nome della continuità e della tradizione.

Una città e un solo cuore

Ma l’epopea dei Toffees è sul viale del tramonto, e nel 1989 si concluderà nel peggior modo possibile. Il 15 aprile a Hillsborough, lo stadio dello Sheffield Wednesday, va in scena, o almeno dovrebbe, la semifinale di FA Cup tra Liverpool e Nottingham Forest. Dura dieci minuti: poi, i tifosi della Leppings Lane, destinata ai supporter del Liverpool, iniziano a invadere il campo. È in atto un gravissimo caos che coinvolge gli spettatori all’ingresso, figlio di una leggerezza organizzativa immane. Novantasei tifosi muoiono soffocati o calpestati nella calca d’ingresso, in parte restando imprigionati in un breve tunnel (il gate C) che porta al settore.

Il 3 maggio, Everton e Liverpool sono una di fronte all’altra in campionato, a Goodison Park. I tifosi rossi ringraziano i blu per l’affetto e la vicinanza, e forse è da quel momento in poi che il Merseyside derby cambia faccia. La semifinale si rigioca a Manchester, passa il Liverpool e in finale a Wembley, cinque settimane dopo, una città si stringe intorno ai suoi morti. L’Everton contende alla squadra di Dalglish, passato dal campo alla panchina, un’altra FA Cup, e sarà una partita imprevedibile e giocata senza remore come sarebbe piaciuto a chi non c’era più. Aldridge porta i suoi avanti dopo 4 minuti, l’Everton pareggia solo in extremis con il subentrato Stuart McCall, uno dei tanti scozzesi della squadra, al novantesimo, e si va ai supplementari. Succede tutto nel primo quarto d’ora e a salire in cattedra sono Ian Rush e ancora McCall: 2-1 Liverpool, 2-2 Everton, e terzo gol decisivo al minuto 102 ancora di Rush.

Il Liverpool, beffato dalla differenza reti in campionato, col leggendario titolo dell’Arsenal raccontato da Hornby in “Febbre a 90”, porta a casa almeno la Coppa d’Inghilterra. L’Everton avrà un ultimo acuto nel 1995, battendo il Manchester United e conquistando l’ultima FA Cup.

Nel 1990 i Reds tornano campioni, e ad oggi è ancora l’ultimo successo nazionale. Termina il bando dalle Coppe per le inglesi (ma la prima squadra a essere ammessa sarà l’Arsenal ancora vittorioso nel 1991) e l’Inghilterra arriva terza al Mondiale italiano. Margaret Thatcher si dimette e lascia il paese “in una situazione migliore di quella che ho trovato quando arrivai”.

Lasciandosi alle spalle anche un decennio burrascoso, dove Liverpool, nel bene e nel male, è stato il centro del football e del mondo.

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