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29 luglio 1973 – L’assurda tragedia di Roger Williamson a Zandvoort che cambiò per sempre la sicurezza in Formula 1

Una tragedia che cambiò per sempre la Formula 1: il rogo di Roger Williamson a Zandvoort nel 1973 scosse le coscienze del motorsport mondiale, spingendo verso nuove e fondamentali norme di sicurezza.

A fine luglio 1973 la Formula 1 torna a Zandvoort dopo un anno di assenza, sul tracciato sono state apportate modifiche per aumentare la sicurezza con l’inserimento di barriere di sicurezza in acciaio (guard rail) e di una chicane, la Panoramabocht.

Nella mente di tutti é ancora impressa la tragica fine di Piers Courage nell’edizione del 1970.

Alla vigilia della trasferta olandese Enzo Ferrari decide di ritirare temporaneamente la scuderia dal Circus per via delle pessime prestazioni della 312 B3: la scuderia di Maranello salterà anche il successivo gp di Germania.

Il week end del gp d’Olanda parte subito male.

Emerson Fittipaldi rischia grosso al sabato distruggendo la sua Lotus 72D.

Scende zoppicante dai resti della vettura.

All’indomani, domenica 29 luglio, la gara segnerà uno dei punti più bassi dell’intera storia della Formula 1.

Ottavo giro, poco dopo la velocissima curva ‘Tunnel Oost’, la March 731 guidata da Roger Williamson subisce l’improvviso sgonfiamento della gomma anteriore sinistra, esce di pista, urta le barriere e si rovescia.

Nello stesso punto di Courage.

Lo schianto, potenzialmente incruento, si trasforma in tragedia perché il serbatoio danneggiato e il carburante sparso innescano un incendio devastante, con il pilota inglese prigioniero nell’abitacolo.

I commissari non possono intervenire perchè non hanno adeguati equipaggiamenti ignifughi ma nemmeno ci provano: David Purley, compagno di marca (ma non di squadra), si ferma e cerca di raddrizzare la vettura capovolta mentre la gara intanto prosegue.

La scena – vista da milioni di spettatori che assistono alla gara in diretta televisiva – genera un equivoco perchè induce commentatori e piloti a pensare che sia Purley il pilota dell’auto in fiamme, pertanto nessuno in reale pericolo di vita.

L’eroico David strappa un piccolo estintore dalle mani di un commissario ma nulla può, con l’aggravante che il passaggio delle vetture alimenta il vento e quindi le fiamme.

In una giornata di per sé già ventosa.

Alcuni spettatori provano ad entrare in pista per aiutare ma la polizia li respinge.

L’unica impresa dei commissari è quella di allontanare Purley dalla scena dell’incidente: uno strazio nello strazio.

Passano 8 interminabili minuti e arrivano i soccorsi veri e propri, impossibilitati a percorrere il circuito in senso opposto durante la gara.

C’é un fotogramma emblematico agghiacciante di quella maledetta domenica: Denny Hulme sorpassa in pista il mezzo antincendio.

Per Williamson non c’è più nulla da fare, muore soffocato dai gas della sua March numero 14 ma il corpo – nascosto con un telo una volta spente le fiamme – viene estratto dalla vettura solamente dopo la conclusione del gran premio.

Come il povero Courage.

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La vittoria andrà a Jackie Stewart su Tyrrell per la ventiseiesima e penultima volta in carriera, davanti al compagno di scuderia François Cevert e a James Hunt, al primo podio.

Roger Williamson era nato il 2 febbraio 1948 ad Ashby‑de‑la‑Zouch.

Un predestinato autentico: campione di Formula 3 britannica nel 1971 e 1972, grazie alla sponsorizzazione di Tom Wheatcroft (proprietario del circuito di Donington) aveva debuttato nel Circus.

Un sogno durato appena due gare.

David Purley, per il suo commovente gesto, riceverà in seguito la George Medal, un’alta decorazione del Regno Unito.

L’indignazione mediatica in seguito al gp d’Olanda 1973 innescò cambiamenti epocali, in primis l’obbligo per i marshals di indossare abbigliamento ignifugo.

Le procedure di gestione delle emergenze in pista fecero un salto in avanti e, non a caso, appena due mesi dopo al gp del Canada debutterà la safety car.

A proposito di Francesco Tassi

'Uno che nasce in Emilia Romagna e impara a leggere su Autosprint ha il destino segnato. Giornalista de mutòr e ufficio stampa.'