Dalla rovesciata di Youri Djorkaeff alla concretezza di Cauet, passando per meteore dimenticate e nomi da enciclopedia calcistica: Bonny è solo l’ultimo della lunga lista di francesi in nerazzurro.
Sono stati classe, potenza, visione e – a volte – anche scommesse sbagliate. La Francia ha sempre avuto un filo invisibile, ma costante con il mondo Inter. E adesso quel filo si arricchisce di un nuovo nome: Ange-Yoan Bonny, attaccante classe 2003, acquistato per 23 milioni di euro più bonus dal Parma. Con lui salgono a 21 i francesi che hanno indossato – almeno per una partita ufficiale – la maglia nerazzurra.
Il primo francese della storia dell’Inter è un nome che in pochi ricordano: Amar Rouaï. Arrivato negli anni Cinquanta dal Nizza, giocò 25 partite nella squadra allenata da Alfredo Foni. Una carriera proseguita poi tra Bologna, Torino (con cui vinse la B) e Vicenza.

DJORKAEFF E LA LEGGENDA DI UNA ROVESCIATA
Era il 5 gennaio 1997. Una data che ogni tifoso interista con un po’ di anni sulle spalle ricorda come una poesia visiva: Inter-Roma, Youri Djorkaeff firma uno dei gol più belli della storia del club. Rovesciata spettacolare, quasi dalla linea di fondo, un gesto atletico e tecnico impossibile da imitare. Un colpo da artista, tanto assurdo quanto elegante, che lasciò impietrito il portiere giallorosso.
Un gesto atletico e tecnico da collezione, che finì addirittura sulle tessere degli abbonamenti della stagione successiva. Quel gol fece innamorare anche Massimo Moratti, che in Djorkaeff vedeva il perfetto interprete del suo calcio romantico. Eleganza, fantasia, personalità: Youri era il tipo di giocatore che accendeva San Siro con un solo tocco. Non a caso, il presidente lo considerò per anni uno dei simboli del suo primo ciclo interista.
CAUET, DALMAT, FREY E I FRANCESI DEGLI ANNI 2000
Un anno dopo, nel 1997, fu la volta di Benoît Cauet. Meno spettacolare di Djorkaeff, ma fondamentale per equilibrio, corsa e spirito. 269 presenze tra Serie A e Coppe: è lui il francese con più presenze nella storia dell’Inter. L’estate del 1998 porta a Milano anche Laurent Blanc, uno dei difensori più eleganti mai visti. Arrivò a fine carriera, ma seppe comunque lasciare il segno con la sua leadership. Poi c’è Stéphane Dalmat, forse il più enigmatico dei francesi interisti: partite da fenomeno alternate a lunghe pause di anonimato.
Sébastien Frey, portiere dal talento puro, fu seguito e convinto da Walter Zenga. Partì come terzo portiere e visse il trauma del derby perso 6-0. Si rifarà con stagioni di altissimo livello a Parma e a Firenze. A completare il quadro dei transalpini di quel periodo ci sono anche Sabri Lamouchi, regista d’esperienza arrivato dal Parma ma poco impiegato mentre Ousmane Dabo e Zoumana Camara lasciarono un ricordo sbiadito, con pochissime presenze. Tra gli altri, anche Mikaël Silvestre passò per l’Inter prima di diventare una colonna del Manchester United, mentre il terzino Grégory Bérchet, acquistato dal Lione nel 2003, faticò ad ambientarsi e salutò dopo appena una stagione.
DACOURT, BIABIANY E VIEIRA: TRE STORIE FRANCESI CHE HANNO LASCIATO IL SEGNO A MODO LORO
Olivier Dacourt si mette in mostra in tre stagioni e mezzo alla Roma, poi firma con l’Inter dove vince due scudetti consecutivi sotto la guida di Roberto Mancini, diventando una pedina affidabile nel cuore del campo. Con l’arrivo di Mourinho cambia tutto: lo Special One ha altri piani e per il francese è tempo di dire addio. Proseguirà la carriera al Fulham, in Inghilterra.
Jonathan Biabiany (naturalizzato francese), cresce nel vivaio dell’Inter, dove si mette in mostra con la Primavera vincente. Fa il suo debutto in prima squadra nel 2006 e, tra un prestito e l’altro, colleziona due esperienze nerazzurre (2010-11 e 2015-17). Segna due gol, di cui uno rimasto nella storia: nella finale del Mondiale per club 2010, sigillo al trionfo interista.
Tra i più noti e talentuosi, Patrick Vieira è anche uno dei rarissimi ad aver giocato per Inter, Milan e Juventus. Arriva a Milano nel 2006 dopo l’esperienza all’Arsenal e un passaggio alla Juve post-Calciopoli. Leader di carisma ed esperienza, domina in mezzo al campo e vince tre scudetti, ma lascia a metà stagione del Triplete, destinazione Manchester City.

LE METEORE
Yann M’Vila, invece, è uno dei volti meno ricordati. Arriva in prestito dal Rubin Kazan nell’estate 2014 con Mazzarri in panchina. La sua avventura dura solo sei mesi: poche presenze e nessuna incidenza. Mancini, tornato a stagione in corso, non lo ritiene adatto al progetto. Peguy Luyindula: nomi che suonano lontani, presenze rare, zero incidenza. Alcuni nemmeno li ricordano più, altri hanno trovato gloria altrove. C’è persino chi – come Florent Sinama Pongolle – in nerazzurro ha messo piede giusto il tempo di firmare l’ufficio stampa.
Yann Karamoh, ivoriano di nascita ma francese di formazione – ha infatti giocato con tutte le selezioni giovanili dei Bleus –, sbarca a Milano nel 2017 per circa 6 milioni. Segna un solo gol, ma pesantissimo: con il Bologna decide una gara chiave. Poi prestiti tra Francia e Turchia, prima di tornare in Serie A con la maglia del Torino. Axel Bakayoko è uno dei tanti prodotti del settore giovanile interista. Esordisce in prima squadra nei minuti finali di Inter-Sparta Praga in Europa League (stagione 2016-17), lanciato da Stefano Pioli. Conquista due titoli Primavera, ma non riesce a trovare spazio con i grandi. Nel 2021 passa alla Stella Rossa.
Lucien Agoumé, acquistato dal Sochaux nel 2019, ha raccolto solo quattro presenze in Serie A (per un totale di 69 minuti). Nonostante le buone premesse, non è mai riuscito a convincere del tutto. Dopo quattro prestiti (Spezia, Brest, Troyes e infine Siviglia), l’estate 2024 segna l’addio definitivo: cessione agli andalusi.
Tra coloro che non hanno mai collezionato presenze ufficiali in prima squadra vanno ricordati: Issiake Kamate (2024-in corso), Dylan Alexis Romney (2016), Loic Lumbilla-Kandja (2006-2008), Mathieu Moreau (2003-2004), Julien Brellier (2000-2004), Stephane Biakolo (2000-2002), Micha Djorkaeff (1996-1997), fratello di Youri.
Infine, un caso particolare: Geoffrey Kondogbia. Scelto dal Monaco nel 2015 in un derby di mercato vinto contro il Milan, l’Inter lo paga 36 milioni. Doveva essere il nuovo Vieira, ma si rivela una delle delusioni più pesanti del decennio. Nonostante la trafila con tutte le giovanili francesi, oggi rappresenta la nazionale della Repubblica Centrafricana, il Paese d’origine della famiglia.
THURAM E PAVARD, LA NUOVA FRANCIA CHE FA SOGNARE I NERAZZURRI
Marcus Thuram è il volto brillante della nuova Inter post-Inzaghi. Figlio d’arte – suo padre Lilian è leggenda della Nazionale – arriva a parametro zero nel 2023 dal Borussia Monchengladbach. Subito protagonista con gol e assist, diventa partner ideale di Lautaro Martinez, contribuendo in modo decisivo alla conquista dello scudetto della seconda stella.
Assieme a Thuram, nell’estate 2023 arriva anche Benjamin Pavard. Il difensore campione del mondo 2018 lascia il Bayern Monaco per una cifra superiore ai 30 milioni. Rafforza il reparto difensivo, si adatta con intelligenza al sistema di Simone Inzaghi e firma il primo gol in Champions proprio contro i bavaresi, da ex.

I GRANDI RIMPIANTI: QUANDO IL SOGNO SFIORÒ MILANO E POI VOLÒ VIA
La storia dell’Inter è piena di colpi da sogno riusciti, ma anche di sliding doors clamorose. Il caso più noto resta quello di Michel Platini, vicinissimo all’Inter all’inizio degli anni ’80: fu lo stesso presidente Fraizzoli a bloccarlo, ma le sue condizioni fisiche e i tempi della burocrazia furono più lenti di quelli juventini, che lo portarono a Torino nel 1982.
Un altro grande rimpianto fu Eric Cantona, promesso da Massimo Moratti il giorno dell’acquisto del club nel 1995, ma successe l’imponderabile: il francese, amareggiato per la vicenda kung-fu, disse addio al calcio qualche anno dopo. Thierry Henry, prima di volare all’Arsenal, era stato proposto all’Inter da Luciano Moggi quando era ancora un giovanissimo del Monaco. Così come Zinedine Zidane, consigliato ai nerazzurri quando giocava nel Bordeaux: la dirigenza esitò e la Juventus ne approfittò.
E come dimenticare David Trezeguet, già in parola con i dirigenti nerazzurri prima che Moggi lo portasse in bianconero nel 2000. Successivamente, dalla dirigenza juventina non venne accettato uno scambio con Christian Vieri nell’estate del 2001. Occasioni svanite che ancora oggi fanno discutere e sognare i tifosi nerazzurri.
E ORA BONNY
Ange-Yoan Bonny è il volto nuovo. Ventuno anni, fisico da centravanti moderno, arrivato a suon di milioni da Parma. Con lui si apre un nuovo capitolo. Nel 2024/25 ha segnato 6 gol e servito 4 assist, attirando anche lo Stoccarda, ma l’Inter è stata più veloce. Cresciuto nel settore giovanile del Le Havre e poi in Belgio, ha trovato la sua consacrazione in Emilia.
Sarà lui a riscrivere la storia dei francesi in nerazzurro? Difficile prevederlo ora. Ma una cosa è certa: con Bonny, la colonia francese dell’Inter ha appena aggiunto un nuovo protagonista.
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