Berger, la CEA e la Storia

Imola, domenica 23 aprile 1989.

C’è la folla delle grandi occasioni come sempre accade da queste parti per il gp di San Marino e c’è una grossa novità: Mansell e la Ferrari si presentano al comando della classifica generale.

Dalla pole scatta la McLaren numero 1 di Ayrton Senna, al suo fianco il compagno Alain Prost, mentre l’inglese apre la seconda fila.

La partenza e le primissime fasi avvengono senza intoppi, poi al terzo giro la Ferrari 28 di Gerhard Berger esce all’imbocco della curva Tamburello e punta dritta contro il muro esterno.

Nella carambola il radiatore, staccatosi, urta i serbatoi laterali innescando un incendio che avvolge la vettura: Mario Poltronieri che sta raccontando la gara su Rai2 per un attimo ammutolisce ma la Rossa della Provvidenza si materializza e non è una Ferrari.

E’ un’Alfa 75 e a bordo c’è un manipolo di Eroi, i Leoni della CEA.

La scena agghiacciante si tramuta in un inno alla gioia con una sequenza da antologia consegnata alla storia: dall’impatto allo spegnimento delle fiamme sono trascorsi circa 28 secondi.

Credit: MotoRefrain

Un capolavoro di organizzazione, coraggio ed efficienza che salva la vita al pilota austriaco della Ferrari, rimasto per qualche attimo privo di conoscenza dopo l’impatto, pertanto impossibilitato ad uscire da solo.

La cellula di sopravvivenza della 640 aveva fatto il suo dovere ma le polemiche sui serbatoi laterali voluti da John Barnard sorgono inevitabili.

Al netto di una costola, gli unici danni che Gerhard riporta sono ustioni di secondo grado alle mani per via di una sua imprudenza: aveva infatti alleggerito i guanti togliendo uno strato di Nomex.

A proposito di Francesco Tassi

'Uno che nasce in Emilia Romagna e impara a leggere su Autosprint ha il destino segnato. Giornalista de mutòr e ufficio stampa.'

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