Guarda che bella sorpresa la vita….Riccardo Patrese compie 67 anni oggi, proprio nel week end del GP di Imola.
La pista sulle rive del Santerno rappresenta un crocevia nella carriera del pilota padovano a partire dall’edizione 1979, non valida per il mondiale e considerata a tutti gli effetti come la prova generale. In quel fine settimana di metà settembre Riccardo ottiene il quarto posto, migliorandosi di una posizione rispetto a quella sulla griglia di partenza.
Potrebbe ripetersi nel 1980 alla luce dell’eccellente settimo posto in qualifica ma la proverbiale sfortuna che ha accompagnato la sua carriera lo mette k.o. dopo 38 giri con il motore andato.
La prima gioia risale al 1981 con la conquista della piazza d’onore dietro a Nelson Piquet, primo podio per un pilota italiano in un gran premio iridato corso in Italia dopo il trionfo di Lodovico Scarfiotti a Monza nel ’66 su Ferrari.
Passato alla Brabham, salta l’edizione 1982 – boicottata dai costruttori inglesi – e probabilmente nei suoi ricordi vorrebbe saltare anche quella successiva.
Domenica 1 maggio 1983 è l’autentico mattatore della gara: domina, perde tempo nel cambio gomme, riparte, recupera e torna al comando a 5 giri dalla fine. Poi in uscita dalla Variante Alta finisce contro le barriere in modo apparentemente inspiegabile.
Ha commesso un errore ma non è tutto.
La pista infatti era stata interamente riasfaltata con un composto di nuova concezione preparato appositamente dall’Agip. Disastroso.
Come la reazione del pubblico.
Si ripresenta nel 1984 al volante dell’Alfa Romeo Euroracing, è il suo 100° gran premio che al netto delle statistiche dura 6 giri. Due in più rispetto a quelli percorsi nel 1985.
Dopo aver arpionato miracolosamente un sesto posto nel 1986 con la ‘sogliola’ – la Brabham BT55 – il trittico successivo è da incubo, con due podi praticamente sicuri ’87 e ’89 scippati dalla sua principale antagonista.

La compensazione arriva nel 1990: partito terzo, si impone su Williams-Renault, finalmente in un tripudio di bandiere tricolori. Potrebbe bissare l’edizione successiva, dominata fino al ritiro, mentre è nuovamente secondo nel 1992 con tanto di giro più veloce.
Chiude il cerchio nel ’93, sua ultima stagione, eliminato da un contatto al primo giro con Mark Blundell.