Credit: @FerrariF1FRA

Leclerc, magia in qualifica a Budapest e pole numero 27

Charles Leclerc firma il miglior tempo all’Hungaroring in condizioni meteo in continua evoluzione. Dietro il lampo del monegasco, i numeri raccontano un’avvincente corsa nella storia della Formula 1: è il 27º sigillo in pole, a soli due passi da Fangio.

Il vento cambia all’Hungaroring. Letteralmente. In un sabato segnato dalle condizioni meteo imprevedibili, Charles Leclerc ha domato la pista magiara con un giro magistrale, fermando il cronometro su 1’15”372. Una pole position figlia della sensibilità, del coraggio e di un pizzico di fortuna. Perché quando il vento ha smesso di soffiare con la stessa intensità del Q2, il monegasco ha colto l’attimo perfetto per l’attacco al tempo, beffando di un soffio le due McLaren, in particolare Oscar Piastri, staccato di soli 26 millesimi, e Lando Norris, terzo a 41 millesimi.

Una vera impresa, la 27ª pole in carriera per Leclerc, che lo proietta a ridosso di un monumento come Juan Manuel Fangio, fermo a quota 29. Una qualifica che sa di riscatto personale e che restituisce alla Ferrari la consapevolezza di poter dettare il passo, almeno sul giro secco. Ma il rovescio della medaglia è stato amaro. L’altra Rossa, quella di Lewis Hamilton, ha deluso e non poco. Il sette volte iridato, già nove volte in pole proprio su questa pista, ha mancato completamente il feeling con il bilanciamento. Il suo sfogo è arrivato a caldo, davanti ai microfoni, senza filtri: “Forse bisogna cambiare pilota…”. Una frase che suona come una scossa, forse rivolta a sé stesso, forse al team, forse a entrambi.

La giornata, però, è stata molto più che una semplice lotta al vertice. Il sabato di Budapest ha restituito una Formula 1 giovane, frizzante, imprevedibile. Dietro Leclerc e le McLaren, George Russell ha piazzato la Mercedes in seconda fila con una prestazione solida, mentre le due Aston Martin di Fernando Alonso e Lance Stroll hanno confermato la buona forma vista nelle libere, con distacchi minimi: appena un decimo e poco più dalla vetta.

Ma il colpo di scena è arrivato in terza fila, dove Gabriel Bortoleto, rookie brasiliano al debutto in F1 con la Sauber, ha firmato un incredibile settimo tempo, mettendosi alle spalle Max Verstappen. Il campione del mondo in carica non è andato oltre l’ottava posizione, pagando una Red Bull instabile nel time attack finale. Alle loro spalle, la Racing Bulls ha piazzato entrambi i piloti in top ten, con Liam Lawson e Isack Hadjar che stanno dimostrando grande maturità.

In mezzo al caos tecnico e psicologico, resta il dato: Hamilton scatterà 12°, affranto e incredulo, addirittura dietro a un pimpante Oliver Bearman, oggi miglior Haas in pista. Anche Carlos Sainz, ora in Williams, ha faticato e partirà 13°, davanti a Franco Colapinto, finalmente autore di un giro convincente in qualifica.

Il momento più difficile, però, sembra viverlo Andrea Kimi Antonelli, ancora una volta fuori dalla Q2 e incapace di trovare fiducia in una Mercedes che sembra fatta per altri. Partirà 15°, accanto a Yuki Tsunoda, primo escluso in Q1 con la Red Bull.

In coda, Pierre Gasly ed Esteban Ocon, insieme in penultima fila con Alpine e Haas, mentre Nico Hulkenberg, fresco di podio a Silverstone, non riesce a ripetersi e scatterà dal fondo accanto ad Alexander Albon, oggi irriconoscibile.

In attesa della gara, resta una certezza: Charles Leclerc è tornato a splendere, e quando lo fa sul giro secco, il mondo si accorge di quanto talento abbia il ragazzo del Principato. Che ora guarda Fangio da vicino, con la consapevolezza che la storia, forse, è solo all’inizio.

Quella di oggi, all’Hungaroring, è la 27ª pole position per lui in Formula 1. Un numero che, se da un lato certifica la sua velocità, dall’altro lo proietta sempre più vicino alla leggenda.

Il prossimo sulla lista è un certo Juan Manuel Fangio, fermo a quota 29. Solo due pole separano Leclerc da uno dei padri fondatori del Mondiale, segno che il tempo dei record è ancora tutto da scrivere. Se guardiamo al vertice assoluto di questa speciale classifica, il primo nome è quello di Lewis Hamilton, il dominatore delle qualifiche moderne, che con le sue 104 pole position ha lasciato un solco profondo nella storia della Formula 1.

Dietro di lui, un mito intramontabile come Ayrton Senna, che si fermò a 65 pole, spesso conquistate con giri definiti “soprannaturali”. Terzo gradino del podio per Michael Schumacher, con 68 partenze al palo, molte delle quali arrivate nei suoi anni d’oro in Ferrari. Subito sotto ci sono altri grandi del passato e del presente, come Sebastian Vettel (57), Max Verstappen che viaggia a quota 44, e Alain Prost (33), affiancato da Jim Clark, il primo a elevare le qualifiche a forma d’arte pura. Scendendo ancora troviamo Nigel Mansell (32), Nico Rosberg (30), e appunto Juan Manuel Fangio (29), che oggi sente il fiato sul collo di Leclerc. È in questo pantheon che il monegasco si sta inserendo a pieno titolo, giro dopo giro.

Oggi, Charles ha superato Mika Häkkinen e allontanato mostri sacri come Nelson Piquet e Niki Lauda, entrambi a 24 e 24 pole in carriera, che già ha lasciato alle spalle.

Ma il dato ancora più sorprendente è come la sua ascesa si stia intrecciando con i migliori di sempre. In questa speciale classifica, Max Verstappen è ora a quota 44, in crescita costante, mentre Sebastian Vettel ha chiuso a 57. Davanti a tutti c’è lui, Lewis Hamilton, con un record titanico.

Oggi, però, l’inglese non ha brillato. Nove volte poleman in Ungheria, Hamilton è uscito con un mesto dodicesimo posto in griglia, frustrato e disilluso, al punto da lasciarsi andare a un amaro sfogo ai microfoni: “Forse bisogna cambiare pilota…”. Una frase che pesa, detta in un weekend in cui è Leclerc a far parlare il cronometro.

Con la Ferrari che alterna picchi e crolli, la giornata di Budapest ci restituisce una certezza: Charles Leclerc è ancora un punto di riferimento sul giro secco, capace di incidere come pochi nella storia recente. E quando si parla di pole, numeri e talento, il suo nome inizia a posizionarsi sempre più vicino ai più grandi di sempre.

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