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F1, perché la pole a Monte Carlo è (quasi) tutto? Le statistiche che spiegano chi può vincere e da dove

A Monaco partire davanti è spesso sinonimo di vittoria: 33 gare su 70 vinte dalla pole, e dal 1986 in poi chi è scattato fuori dalla top-3 ha visto sfumare ogni sogno. Oggi Norris parte davanti, ma Leclerc non si arrende: sarà lui a sfidare la storia?

Nel labirinto angusto del Principato, dove i muretti non perdonano e i sorpassi sono un miraggio, partire davanti può valere il 90% del lavoro. Le statistiche non mentono: 33 dei 70 GP disputati a Monaco sono stati vinti dal poleman. Quasi la metà delle edizioni, un dato che in Formula 1 ha pochi eguali.

Oggi in prima posizione c’è Lando Norris, autore di una qualifica perfetta con la sua McLaren. Subito dietro, però, c’è Charles Leclerc, monegasco che conosce ogni centimetro di queste strade e che vuole sfatare un tabù personale: vincere finalmente il GP di casa.

DAL 1986 AD OGGI, LA VITTORIA PASSA DALLA TOP-3

A Monte Carlo non c’è margine di errore: chi parte davanti, spesso vince. Dal 1986 a oggi, in 36 delle ultime 37 edizioni del Gran Premio di Monaco, la vittoria è sempre arrivata da uno dei primi tre posti in griglia. Un dato che racconta quanto le qualifiche qui siano cruciali e quanto il layout cittadino del Principato penalizzi chi parte nelle retrovie, impedendo quasi ogni possibilità di sorpasso in pista.

L’unica eccezione in quasi quattro decenni è stata nel 1996, un GP entrato nella leggenda per la sua imprevedibilità: solo tre piloti tagliarono il traguardo, e fu Olivier Panis, con la Ligier, a trionfare partendo 14°, approfittando di una vera e propria ecatombe meccanica e strategica che mise fuori gioco campioni come Schumacher, Hill e Alesi.

Ma quel 1996 è un’eccezione irripetibile. In tutte le altre edizioni, da Senna a Prost, da Alonso a Hamilton, fino a Verstappen, i vincitori hanno sempre difeso la loro posizione nelle prime curve e poi gestito la corsa in testa, grazie a strategie impeccabili e un passo gara costruito su precisione millimetrica.

Un altro dato interessante: nessuno è mai riuscito a vincere partendo oltre la quinta posizione dal 1986 in poi, a conferma di quanto sia fondamentale centrare almeno la seconda fila per coltivare ambizioni di podio, se non di vittoria.

Con Norris in pole e Leclerc secondo, la storia ci dice che uno dei due potrebbe davvero scrivere il proprio nome tra i re del Principato.

TUTTE LE ULTIME VITTORIE PER POSIZIONE IN GRIGLIA

  • 1ª posizione: 33 vittorie – ultima nel 2024 con Leclerc

  • 2ª posizione: 15 vittorie – ultima nel 2017 con Vettel

  • 3ª posizione: 12 vittorie – ultima nel 2022 con Perez

  • 4ª posizione: 3 vittorie – ultima nel 1972 con Beltoise

  • 5ª posizione: 4 vittorie – ultima nel 1985 con Prost

  • 8ª posizione: 1 vittoria – Rindt 1970

  • 9ª posizione: 1 vittoria – Trintignant 1955

  • 14ª posizione: 1 vittoria – Panis 1996

Il podio più ricorrente, dunque, nasce quasi sempre dalla prima fila, e ancor più spesso dalla pole. Un dato che mette pressione su Norris, ma che offre anche un’opportunità a Leclerc, pronto a sfruttare ogni minima occasione alla partenza.

OGGI SI CORRE PER LA STORIA

Il Gran Premio di Monaco 2025 promette scintille già dallo spegnimento dei semafori. Lando Norris scatterà dalla pole position per la prima volta nel Principato, con il sogno di conquistare una delle vittorie più prestigiose dell’intero calendario. Al suo fianco in prima fila, però, ci sarà Charles Leclerc, pronto a sfidare la maledizione che finora lo ha sempre tenuto lontano dal gradino più alto sul circuito di casa.

Le statistiche sono tutte contro chi non parte davanti, ma la gara di Monte Carlo riserva spesso imprevisti: una safety car al momento giusto, una strategia audace o una partenza perfetta possono ribaltare ogni previsione. Leclerc vuole regalare al popolo monegasco un trionfo atteso da anni, mentre Norris punta a entrare per la prima volta nell’élite dei vincitori del Principato.

Sarà una corsa tirata, dove ogni errore può essere fatale e ogni decimo guadagnato vale oro. E oggi, più che mai, scrivere la storia dipenderà da chi saprà dominarla curva dopo curva.

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