Il tennis in Italia sta godendo di un successo che non si vedeva da tanto tempo tra gli appassionati. Dopo diversi anni in cui non c’era una vero e proprio punto di riferimento sia nel maschile che nel femminile, adesso c’è Jannik Sinner a tenere in alto i colori della nostra bandiera.
È stato lui, infatti, il trascinatore della scorsa edizione della Coppa Davis, tornata nel nostro Paese dopo 47 anni dalla prima e ultima volta. Allora il protagonista era Adriano Panatta che, insieme a Barazzutti, Bertolucci e Zugarelli, capitanati da Nicola Pietrangeli, si aggiudicarono il torneo nel 1976 a Santiago del Cile.
Lo stesso romano era inoltre stato l’ultimo a conquistare uno Slam (Roland Garros 1976) nel tennis italiano maschile. Un digiuno, questo, spezzato dallo stesso altoatesino che quest’anno è partito alla grande vincendo gli Australian Open.
È stato un cammino da sogno per il classe 2001 che fino ai quarti non aveva concesso neanche un set agli avversari, per poi battere 3-1 il numero uno del mondo Novak Djokovic e, infine, sconfiggere in rimonta il russo Daniil Medvedev dopo aver recuperato uno svantaggio di due parziali.
Con ogni probabilità sarà quindi Sinner (insieme a Carlos Alcaraz che ha già vinto due Slam ed è già stato leader del ranking Atp) uno dei futuri protagonisti del circuito maschile, che dopo il ritiro di Roger Federer e l’imminente addio di Rafa Nadal, è alla ricerca di una nuova rivalità che possa entusiasmare i tifosi nei prossimi anni.
Lo svizzero e il maiorchino hanno segnato un’intera epoca del tennis mondiale, andando a formare, insieme a Djokovic, i cosiddetti “Big Three”. Questo per via dei loro innumerevoli successi che hanno riscritto la storia di questo sport, primi peraltro ad aver raggiunto la soglia dei venti Major nel maschile. Loro, però, non sono gli unici ad aver vinto uno dei quattro tornei più importanti della stagione e tra loro c’è anche chi ci è riuscito contro ogni pronostico, come quelli delle scommesse sul tennis di Betway e degli altri portali di quote sportive.
La classifica dei campioni Slam
Tanti campioni hanno vinto almeno uno Slam nella loro carriera e tra loro c’è Juan Martin Del Potro, argentino classe 1988 che ha coronato il suo sogno agli US Open del 2009 dopo aver raggiunto quarti e semifinale nello stesso in Australia e al Roland Garros.
Stesso trofeo per il croato Marin Cilic, che nel 2014 si aggiudicò il suo unico Major in carriera battendo in finale il giapponese Kei Nishikori. A quota uno anche l’austriaco Dominic Thiem e il russo Daniil Medvedev, entrambi campioni a New York rispettivamente nel 2020 e nel 2021.
Con due Slam troviamo poi Carlos Alcaraz, vincitore agli US Open 2022 e a Wimbledon 2023. Davanti allo spagnolo troviamo invece Stan Wawrinka, uno dei giocatori più eleganti del circuito che ha vissuto il momento migliore della sua carriera tra il 2014 e il 2016 aggiudicandosi in ciascuna di queste stagioni un Major.
Tre titoli anche per Andy Murray, colui che è stato l’unico in grado di rompere l’egemonia dei Big Three al comando della classifica Atp e per questo considerato uno dei cosiddetti “Fab Four”. Lo scozzese ha vinto gli US Open del 2012 e Wimbledon nel 2013 e nel 2016.
Cinque titoli per un big del passato come Tony Trambert, che si è imposto per due volte al Roland Garros e agli US Open e per una sola volta a Wimbledon nel 1955.
Andando ancora più indietro nel tempo, troviamo poi Laurie Doherty, cinque volte campione all’All England Club di Londra e vincitore degli US Open del 1903.
Con sei Major troviamo Jack Crawford, campione degli anni ’30 che si aggiudicò l’Australian Open in ben quattro occasioni diverse, aggiungendo anche al suo palmares un Roland Garros e uno Wimbledon nella stagione 1933.
A sei anche Don Budge, uno dei pochi ad aver completato il Grand Slam, nel 1938, e campione Wimbledon e US Open nel 1937. Stesso numero di titoli anche per Anthony Wilding, che vinse due volte l’Australian Open e quattro i Championships.
A quota sei troviamo anche due fuoriclasse più contemporanei, come Boris Becker e Stefan Edberg, con il tedesco che è tuttora il più giovane campione del torneo avendolo vinto a 17 anni e 220 giorni.
Con un titolo in più ci sono Richard Sears, che vinse gli US Open dal 1881 al 1887, William Renshaw, campione a Wimbledon dal 1881 al 1886 e nel 1889, e William Larned. Con loro ci sono anche René Lacoste, Henry Cochet, John Newcombe, John McEnroe e Mats Wilander.
Davanti a loro con otto Major in bacheca ci sono Fred Perry, Ken Rosewall, Ivan Lendl, Jimmy Connors e Andre Agassi, mentre con 10 c’è il solo Bill Tilden, campionissimo degli anni ‘20.
Undici per i grandi Rod Laver e Bjorn Borg, a cui segue Roy Emerson 12 volte campione Slam. Con 14 trofei troviamo Pete Sampras, definito Re di Wimbledon prima che questo riconoscimento glielo portasse via Roger Federer, primo a superare i suoi sette successi all’All England Club e primo di sempre a raggiungere quota 20 Slam nel maschile.
Ancora meglio ha però fatto il suo grande amico-rivale Rafa Nadal che ne ha conquistati 22 e definito invece Re del Roland Garros in virtù delle sue 14 vittorie sulla terra rossa di Parigi.
Davanti a tutti c’è però l’altro Big Three, Novak Djokovic, che di Major ne ha vinti ben 24.