Il numero 7 rossoblù non chiude le porte al mercato e il rinnovo tarda ad arrivare: tra sogni, ammiccamenti e silenzi, il futuro di Orsolini è un intrigo da decifrare per i tifosi del Bologna.
“A meno di cose clamorose resto qui”. Una frase apparentemente tranquilla, quella pronunciata da Riccardo Orsolini le scorse settimane, ma che in realtà ha il potere di far sobbalzare il cuore dei tifosi del Bologna. Parole che lasciano spazio a interpretazioni, più di quanto si possa pensare. Perché sì, Orso ha aperto la nuova stagione con la solita verve – gol in amichevole, sorrisi, battute e il tocco ironico del “toc toc” ormai diventato un marchio registrato – ma allo stesso tempo ha messo tutto in standby. E ora l’allerta si accende.
ORSOLINI, LA BANDIERA CHE SCRUTA L’ORIZZONTE
Al via della sua nona stagione in rossoblù, Orsolini è 30° per presenze e 16° per gol nella storia del Bologna. Un simbolo moderno di attaccamento, sempre più raro in un calcio fatto di transazioni e contratti. Ma anche lui, oggi, lancia messaggi sottili: «Bandiera? Non so mai cosa rispondere. Ognuno fa le sue scelte, io vivo di momenti. A volte devi salire su un treno che non sai se ripasserà». Parole che fanno riflettere. E che pesano di più se si considera che il rinnovo, a oggi, non è ancora stato neanche discusso.
Il contratto in essere scade nel 2027, ma nel mondo del calcio i margini di incertezza aumentano quando le grandi manovre di mercato entrano nel vivo. Al-Qadsiah e Porto di Farioli si sono già fatti avanti, insieme ad altri sondaggi arrivati anche in questi giorni. Nulla di definito, ma abbastanza per agitare le acque. E lo stesso Orso lo conferma: «Le chiamate ci sono state, anche di squadre italiane. Ma ora sono concentrato sul ritiro».
LA STAGIONE DEI RECORD E IL PESO DI UNA NUOVA ERA
E dire che la passata stagione è stata quella della consacrazione: 17 gol, vittoria della Coppa Italia dopo decenni, ritorno in Nazionale con la chiamata di Gennaro Gattuso e un entusiasmo che a Bologna non si vedeva da anni. È stato il suo miglior anno, lo dice lui stesso. Eppure, la sensazione che si respira è quella di una fase interlocutoria. Bernardeschi e Immobile sono arrivati per alzare l’asticella, portando esperienza e gol. Ma con loro è arrivata anche una nuova concorrenza per Orso, soprattutto in termini di leadership offensiva.
«Essere capitano è molto più di una fascia. Preferisco giocare, dare l’esempio. E magari sorridere per una nuova coppa», ha detto Orsolini, che nella testa ha ancora quella coccarda tricolore e sogna di ripetersi.
SCELTA DI CUORE
Nessuna proposta formale per il rinnovo, ancora. E questo potrebbe cambiare tutto da parte del club rossoblù. Il rischio è che la bandiera sventoli altrove, magari in Arabia o in Europa. O forse no. Forse Orsolini è semplicemente in attesa del momento giusto per scrivere un nuovo capitolo della sua storia d’amore con Bologna.
Per ora, la certezza è una: il futuro è aperto. E il tifoso bolognese, tra speranze e batticuore, resta lì, a leggere tra le righe ogni parola del suo numero 7.