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Scatta dal 1° luglio la clausola rescissoria da 25 milioni per l’esterno olandese: un’occasione d’oro che accende il mercato estero. Il Barcellona si muove, la Premier osserva.
Basta una cifra: venticinque milioni. Tanto basta, dal 1 al 15 luglio, per dire addio a Denzel Dumfries e strapparlo all’Inter con un blitz secco e senza trattativa. E a quanto pare, questa clausola rescissoria c’è, esiste davvero, anche se fino a poco tempo fa la versione ufficiale della società parlava diversamente. Adesso, però, il mondo nerazzurro è scosso. Perché quella cifra, oggi, rappresenta una vera occasione per i grandi club europei.
UN MOMENTO COMPLICATO PER L’INTER
È un’altra grana in una fase delicata per la società nerazzurra, che vive un’estate fatta di cambiamenti, scelte forti e problemi di immagine. Dopo il caso Calhanoglu, con i suoi addii e silenzi social, ora anche Dumfries sembra finito nel mirino. L’esterno olandese non ha reagito pubblicamente al comunicato del compagno turco, né ai messaggi di sostegno arrivati a Lautaro. Un silenzio pesante, che in molti leggono come un segnale.
OCCHI DALL’ESTERO, MA NON DALL’ITALIA
La certezza, per ora, è che il futuro di Dumfries sarà lontano dalla Serie A. Il suo entourage, rinnovato proprio in questi giorni, ha già ricevuto i primi segnali importanti da club di Premier League e dalla Liga. Il Barcellona è stato il primo ad accendere i fari, mentre in Inghilterra si valutano strategie su più tavoli, con diverse big pronte ad affondare se si aprisse uno spiraglio concreto.
Con soli 25 milioni sul piatto, non servono grandi manovre diplomatiche: basta pagare, convincere il giocatore, e chiudere. Un affare che, in questo mercato iper-inflazionato, fa gola a molti.
DUMFRIES RIFLETTE, L’INTER SPERA
Chi conosce bene Denzel Dumfries, racconta di un ragazzo pragmatico e ambizioso. Il momento è di quelli decisivi per la sua carriera e la tentazione di un nuovo salto è forte. L’Inter, dal canto suo, non vuole perderlo a cuor leggero. Ma la clausola è lì, scritta nero su bianco. E se qualcuno deciderà di approfittarne, non ci sarà molto da discutere.
Una finestra di due settimane, una cifra accessibile per i top club europei, e un silenzio che inizia a fare rumore. A Milano, ora, si trattiene il fiato.
