Dopo l’esclusione dalle coppe europee, il Milan prepara una rivoluzione dirigenziale e tecnica: sul tavolo il nome di Igli Tare, possibili addii di big e giovani rilanci.
La sconfitta dell’Olimpico contro la Roma non ha solo messo fine ai sogni europei del Milan, ma ha aperto ufficialmente la porta a una riflessione profonda sul futuro. Fuori dalle coppe per la prima volta dal 2016, la stagione rossonera si chiude con il retrogusto amaro del fallimento. E come spesso accade in questi casi, si parte dalla cima per ricostruire: la casella del direttore sportivo torna centrale nei piani di Giorgio Furlani.
Tra i nomi vagliati nei mesi scorsi, Igli Tare torna ora ad affacciarsi con insistenza. Incontrato più volte e poi messo in stand-by, l’ex dirigente della Lazio potrebbe presto essere nuovamente convocato per un colloquio formale. La candidatura di Tony D’Amico resta sullo sfondo, ma l’Atalanta non ha intenzione di liberarlo. E il Milan, che ha bisogno di una guida chiara e definita prima ancora dell’allenatore, sa di dover scegliere in fretta.
OBIETTIVO: RITROVARE IDENTITÀ
L’addio all’Europa costringerà il club non solo a rivedere i propri obiettivi sportivi, ma anche a fare i conti con le esigenze economiche. Dopo stagioni di continuità, sarà l’estate della svolta. Serve strategia, serve organizzazione. E serve qualcuno che abbia già gestito situazioni complesse in passato.
Tare, con la sua lunga esperienza alla Lazio, piace proprio per questo: praticità, conoscenza del mercato internazionale e capacità di lavorare anche con budget ridotti. Il Milan ha bisogno di un uomo così. Di uno che conosca la Serie A, ma che sappia anche muoversi con disinvoltura tra parametri zero e talenti da scoprire.
ADDII PESANTI ALL’ORIZZONTE
Il piano di ristrutturazione rossonero non potrà prescindere da qualche sacrificio. E i nomi in uscita fanno rumore. Joao Felix e Walker, poco convincenti e fuori progetto, sono già sulla lista dei partenti. Ma potrebbero non essere gli unici. Tijjani Reijnders, uno dei migliori della stagione, ha una valutazione tra i 60 e i 70 milioni di euro: una cifra importante che potrebbe coprire parte delle perdite dovute alla mancata qualificazione europea.
Occhio anche a Theo Hernandez e Mike Maignan, entrambi in scadenza tra 13 mesi. Il Milan non può permettersi di perderli a parametro zero e sta valutando seriamente la cessione di almeno uno dei due per monetizzare prima che sia troppo tardi.
IL NUOVO MILAN RIPARTE DALL’ORDINE
Dunque, la stagione 2025-26 potrebbe davvero segnare l’inizio di un nuovo ciclo. Con una rosa ringiovanita, un nuovo allenatore (italiano, probabilmente) e una figura di riferimento in dirigenza capace di riportare lucidità e coerenza.
Il primo passo è lì, davanti a Furlani: scegliere il direttore sportivo. E se sarà davvero Igli Tare, allora il Milan avrà almeno una certezza da cui ripartire.