Igli Tare è ufficialmente il nuovo direttore sportivo del Milan: la firma c’è, l’ufficio è pronto. Ora parte la missione per trovare il tecnico del rilancio rossonero.
La rivoluzione rossonera ha preso forma. Dopo giorni di incontri, riflessioni e trattative, il Milan ha ufficialmente affidato la guida dell’area sportiva a Igli Tare, che nella giornata di ieri è sbarcato a Milano per siglare l’accordo definitivo. Oggi, con la firma già depositata, l’ex uomo mercato della Lazio inizia ufficialmente la sua nuova avventura.
Ha già preso possesso del suo ufficio a Casa Milan e avviato i primi colloqui con i dirigenti per stabilire le priorità. E la prima, senza sorprese, riguarda la panchina.
PRIMO DOSSIER: L’ALLENATORE DEL NUOVO MILAN
Con una stagione deludente ormai alle spalle e l’esclusione dalle coppe europee già digerita (a fatica), il club è pronto a ripartire. E lo farà da un nuovo allenatore. I nomi sul tavolo sono noti, ma ora bisogna stringere.
In cima alla lista resta Vincenzo Italiano. Tare lo stima da tempo e lo considera il profilo giusto per aprire un ciclo giovane, ambizioso e dal gioco propositivo. I contatti sono in corso, ma la concorrenza del Bologna – che vuole trattenerlo con un rinnovo – resta un ostacolo concreto.
GLI ALTRI NOMI: ALLEGRI, MOTTA E GASPERINI
La pista che porta a Massimiliano Allegri, nonostante la sua esperienza e il legame storico con i colori rossoneri, appare oggi più sfumata. C’è stima, ma anche dubbi su tempistiche, costi e visione tecnica.
Restano poi Thiago Motta, corteggiato anche da club esteri, e Gian Piero Gasperini, tecnico esperto con un’identità di gioco precisa e forte, anche se mai realmente avvicinatosi alla panchina del Diavolo.
Tare valuterà con calma, ma sa che il tempo stringe. Per dare un volto al nuovo Milan non si può più aspettare.
RIPARTIRE CON AMBIZIONE
Il Milan è a un bivio. L’arrivo di Igli Tare segna una netta cesura con il recente passato e rappresenta il primo tassello di una rifondazione che dovrà essere solida e ben guidata. Il nuovo allenatore sarà l’emblema di questo cambio di rotta: non solo un tecnico, ma un leader, un costruttore, un volto con cui tornare a essere competitivi.
Il conto alla rovescia è iniziato. E, stavolta, il margine d’errore è pari a zero.