Thiago Motta Juventus
Thiago Motta, prime pesanti critiche dopo il pari di Lecce - Credit Instagram Juventus (Lanotiziasportiva.com)

Fiorentina-Juventus scrive la parola: l’esonero arriva in un lampo

La Juventus è a un bivio cruciale: la sfida contro la Fiorentina potrebbe segnare la fine dell’era Thiago Motta. La dirigenza bianconera, insoddisfatta dei recenti risultati, ha già individuato il possibile successore per risollevare le sorti della squadra.

La sconfitta per 0-4 contro l’Atalanta ha acceso un campanello d’allarme in casa Juventus. La squadra, che sembrava aver ritrovato solidità con una serie di vittorie consecutive, è crollata sotto i colpi degli uomini di Gasperini, evidenziando fragilità difensive e mancanza di reattività. Questo tracollo ha portato la dirigenza a riflettere seriamente sul futuro di Thiago Motta. Secondo quanto riportato da Tuttosport, la partita contro la Fiorentina rappresenta l’ultima chance per l’allenatore italo-brasiliano.

Una sconfitta al Franchi potrebbe costargli la panchina, con la società pronta a intervenire immediatamente per evitare ulteriori scivoloni in campionato.

​I MOTIVI DEL FALLIMENTO DI THIAGO MOTTA ALLA JUVENTUS

L’avventura di Thiago Motta alla Juventus si è rivelata più complessa del previsto, trasformandosi in una delusione per tifosi e società. Il tecnico italo-brasiliano, scelto per dare una nuova identità alla squadra dopo la gestione Allegri, non è riuscito a imprimere il proprio marchio sul gruppo, faticando a ottenere risultati e a creare un gioco convincente. Il primo grande problema è stato l’assenza di un’identità tattica chiara: la squadra è apparsa spesso confusa, incapace di trovare un equilibrio tra fase offensiva e difensiva. Nonostante una rosa rinnovata con investimenti da 250 milioni di euro, i bianconeri hanno mostrato prestazioni altalenanti e una preoccupante mancanza di continuità.

Douglas Luiz Juve
Douglas Luiz (Credit: Instagram Douglas Luiz – lanotiziasportiva.com)

Un altro punto critico è stato il rapporto con lo spogliatoio. Motta, noto per il suo approccio metodico e rigoroso, non è riuscito a creare un feeling con alcuni senatori del gruppo, generando malumori e tensioni interne. Alcuni giocatori chiave hanno fatto fatica ad adattarsi alle sue richieste tattiche, mentre altri hanno risentito di una gestione poco chiara delle gerarchie. Infine, il mancato raggiungimento degli obiettivi stagionali, tra cui l’eliminazione prematura dalla Coppa Italia per mano dell’Empoli e i passi falsi in campionato, ha spinto la società a valutare un cambio di rotta. Il fallimento nella corsa alla Champions League ai playoff con il PSV, nonostante le aspettative elevate dopo il mercato estivo, ha reso inevitabile la riflessione sulla sua permanenza.

MAGNANELLI IN POLE POSITION PER LA SUCCESSIONE

​Nel caso in cui Thiago Motta venisse esonerato dopo la sfida con la Fiorentina, la Juventus avrebbe già pronte due soluzioni interne per traghettare la squadra fino a giugno: Francesco Magnanelli e Massimo Brambilla. Entrambi fanno parte dell’organigramma tecnico bianconero e conoscono bene l’ambiente, ma presentano profili differenti per esperienza e impostazione tattica.

Francesco Magnanelli, attuale allenatore della Juventus Primavera, è un volto noto del calcio italiano per la sua lunghissima militanza nel Sassuolo, di cui è stato capitano e simbolo per ben 17 stagioni. Dopo il ritiro, avvenuto nel 2022, ha iniziato la carriera da tecnico con un occhio attento ai giovani, valorizzando i talenti del settore giovanile bianconero. Il suo calcio si ispira ai principi di Eusebio Di Francesco, prediligendo aggressività, pressing alto e un’impostazione basata sul possesso palla. Sebbene non abbia esperienza a livello professionistico, è molto apprezzato dalla dirigenza per il suo carisma e la capacità di trasmettere identità alla squadra.

Dall’altra parte c’è Massimo Brambilla, tecnico della Juventus Next Gen, la seconda squadra bianconera che milita in Serie C. A differenza di Magnanelli, Brambilla ha un percorso da allenatore più consolidato: dopo una discreta carriera da calciatore tra Serie A e B, ha allenato per diversi anni il settore giovanile dell’Atalanta, vincendo il campionato Primavera nel 2019. Alla guida della Next Gen, ha sviluppato un gioco più tecnico e verticale, mirato a preparare i giovani per il salto nella prima squadra. Rispetto a Magnanelli, vanta maggiore esperienza nella gestione di giocatori maturi e in contesti più competitivi.

La scelta tra i due dipenderà da quale direzione vorrà prendere la Juventus: se privilegiare la continuità e lo spirito bianconero con Magnanelli, o puntare su un tecnico più rodato come Brambilla, capace di adattarsi rapidamente alla pressione di un club come la Juve. In ogni caso, la loro candidatura rappresenta una soluzione temporanea, in attesa di un nome di spessore per la prossima stagione.

MANCINI E ALTRI NOMI CALDI

Guardando al lungo termine, la Juventus sta già sondando alcuni profili di alto livello per la panchina della prossima stagione. Tra i nomi più intriganti c’è quello di Roberto Mancini, attualmente libero dopo la fine dell’esperienza con la nazionale italiana e il recente divorzio dall’Arabia Saudita. Mancini rappresenterebbe una scelta di prestigio: allenatore vincente, con esperienza internazionale e una spiccata capacità nel costruire squadre solide e competitive. Il suo passato all’Inter potrebbe rappresentare un ostacolo per parte della tifoseria, ma il suo carisma e il curriculum lo rendono un’opzione credibile per rilanciare le ambizioni bianconere.

Discorso diverso per Antonio Conte. Sebbene il suo nome venga ciclicamente accostato alla Juventus, il rapporto tra le parti non si è chiuso nel migliore dei modi dopo l’addio nel 2014. La società bianconera, inoltre, sembra intenzionata a evitare profili che tendano a lamentarsi costantemente della rosa a disposizione, caratteristica che ha spesso accompagnato le esperienze recenti di Conte, sia con la Juventus che con altri club. La volontà della dirigenza è quella di affidarsi a un allenatore in grado di lavorare con il materiale a disposizione, senza continui richiami al mercato o richieste di rivoluzioni costose.

Oltre a Mancini e Conte, restano in lista anche altri nomi per la panchina della prossima stagione: Gian Piero Gasperini, che con il suo calcio aggressivo e offensivo potrebbe portare una nuova identità alla Juventus, Stefano Pioli, un profilo più equilibrato con esperienza nella gestione di gruppi competitivi, e Xavi, attualmente libero dopo l’esperienza al Barcellona e alla ricerca di un progetto stimolante. Il futuro della panchina bianconera è ancora tutto da scrivere, ma la società vuole evitare un’altra stagione di transizione e scegliere con attenzione il profilo più adatto per tornare subito a competere ad alti livelli.

Roberto Mancini
Credit Instagram Roberto Mancini (Lanotiziasportiva.com)

​IL FUTURO DELLA JUVE APPESO A UN FILO

La partita contro la Fiorentina assume quindi un’importanza capitale per il futuro immediato della Juventus. Thiago Motta è chiamato a una prova di carattere per salvare la sua posizione, ma la società sembra già proiettata verso un cambio di rotta. I prossimi giorni saranno decisivi per capire quale direzione prenderà la Vecchia Signora, anche perché la qualificazione alla prossima Champions League è un obiettivo imprescindibile.

Dopo aver rivoluzionato la rosa ereditata da Massimiliano Allegri e investito circa 250 milioni nell’ultima campagna acquisti, mancare l’accesso alla massima competizione europea sarebbe un fallimento economico e sportivo che la dirigenza non può permettersi.

A proposito di Cristian La Rosa

Cristian La Rosa. Classe ’76, ama il calcio e lo sport in generale. Segue con passione il calcio internazionale e ha collaborato con alcuni web magazine. È il fondatore, ideatore ed editore.