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Inter-Inzaghi, addio vicino? Cosa c’è di vero sul sì all’Al-Hilal

Tra finale di Champions e rumors dall’Arabia Saudita, il tecnico nerazzurro è al centro di un vortice mediatico: davvero pronto al clamoroso addio per un contratto monstre?

Un tempismo che fa rumore. Mentre l’Inter si prepara a vivere il crocevia più importante della stagione, la finale di Champions League contro il PSG del 31 maggio, dall’Arabia Saudita arriva un’indiscrezione che ha del clamoroso: Simone Inzaghi sarebbe pronto a dire addio all’Inter per accettare la corte milionaria dell’Al-Hilal.

LE CIFRE E I TEMPI: IL CONTRATTO DA FAVOLA

Secondo quanto riportato dall’emittente saudita SSC, il contratto messo sul piatto dall’Al-Hilal per convincere Simone Inzaghi a lasciare l’Inter è di quelli capaci di far tremare ogni scrivania. Si parla infatti di un biennale da 25 milioni di euro netti a stagione, per un totale di 50 milioni complessivi, ma non mancano fonti che rilanciano cifre ancora più elevate, vicine ai 50 milioni l’anno. A rendere tutto ancor più clamoroso è la tempistica: il tecnico piacentino sarebbe atteso subito dopo la finale di Champions League per prendere le redini della squadra già dal Mondiale per Club, in programma negli Stati Uniti dal 15 giugno al 13 luglio.

In quel caso, Inzaghi potrebbe ritrovarsi a sfidare l’Inter da avversario, in una delle eventuali fasi a eliminazione diretta. L’operazione – sempre secondo SSC – sarebbe ormai ai dettagli finali, con un emissario del tecnico atteso a Riad per la chiusura dell’accordo. Nel frattempo, da Viale della Liberazione tutto tace.

IL RINNOVO CON L’INTER ORMAI SFIORITO?

Sembrava tutto fatto per il prolungamento con l’Inter fino al 2027, con ingaggio ritoccato a 7 milioni a stagione e il pieno appoggio della dirigenza – Giuseppe Marotta in testa – che più volte aveva ribadito quanto Inzaghi fosse “al centro del progetto”. E invece, tutto potrebbe cambiare nel giro di pochi giorni.

Stando alle informazioni di Sky Sport, la società nerazzurra è ancora convinta di poter blindare il proprio allenatore. Tuttavia, le voci dall’Arabia sembrano sempre più insistenti e dettagliate: nelle prossime ore un emissario vicino a Inzaghi dovrebbe volare a Riad per chiudere definitivamente l’operazione.

I MILIONI NON FANNO TUTTO: IL RISCHIO DI SCOMPARIRE DAI RADAR

È vero, le cifre in ballo sono astronomiche. Ma i soldi, nel calcio, non comprano tutto. Anzi, spesso portano lontano dai riflettori. E non in senso positivo. Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti: quanti campioni sono finiti in Arabia Saudita, per poi svanire nell’anonimato più totale? Onestamente, chi in Europa sa cosa abbia fatto di recente l’Al-Hilal contro l’Al-Shabab? Eppure, anche in Italia le partite della Saudi Pro League vanno in onda in chiaro.

Ma la verità è che non scaldano nessuno, nemmeno i tifosi più accaniti. È un calcio parallelo, ricco ma distante, che per uno come Inzaghi – ancora giovane e nel pieno della maturità tecnica – rischia di diventare una gabbia dorata, più che una consacrazione definitiva. Non facciamo i moralisti: i soldi contano eccome, e un biennale da 50 milioni netti a stagione può far vacillare chiunque. Ma se c’è una cosa che il calcio ci insegna da sempre è che la passione non si compra. In Arabia Saudita si può attirare chiunque con contratti faraonici, ma il grande calcio resta saldamente ancorato in Europa e Sudamerica, gli unici due continenti dove esistono ancora tradizione, cultura e competizione vera.

Lì si gioca per gli zeri in busta paga, non per entrare nella storia. Possono comprare e pagare chi vogliono, ma non avranno mai la tradizione del calcio. Il grande calcio resta altrove.

CHI DOPO INZAGHI? I PROFILI GIUSTI PER L’INTER DEL FUTURO

Se davvero Simone Inzaghi dovesse lasciare l’Inter dopo la finale di Champions League, la dirigenza nerazzurra sarà chiamata a una scelta delicata e strategica. Il sostituto ideale non dovrà solo garantire continuità nei risultati, ma dovrà aderire alla filosofia societaria impostata da Marotta e Ausilio negli ultimi cinque anni: valorizzazione dei giovani, gestione oculata delle risorse e crescita sostenibile.

In questo scenario, tra i nomi liberi più adatti spunta Francesco Farioli, ex Ajax, tecnico giovane e innovativo, già abituato a lavorare con calciatori emergenti e noto per il suo calcio offensivo e organizzato. Meno in linea con questa politica, ma comunque papabili per esperienza e profilo, sono Massimiliano Allegri, reduce dalla fine del ciclo con la Juventus e fermo da un anno, e Andrea Pirlo, svincolato dopo l’esperienza alla Sampdoria. Entrambi avrebbero però bisogno di sposare totalmente la linea tracciata dalla società, rinunciando a richieste ingombranti e accettando un progetto basato sul talento e sulla programmazione.

Infine, c’è anche Thiago Motta, recentemente sollevato dall’incarico alla Juventus dopo una stagione disastrosa, che resta comunque un profilo stimato in Viale della Liberazione per la sua idea di gioco e il passato nerazzurro, ma la sua candidatura al momento appare più fredda.

LE DIVERSE VERSIONI: VERITÀ O FUMO NEGLI OCCHI?

In Italia si predica prudenza. La Gazzetta dello Sport ha smentito seccamente la partenza del tecnico nerazzurro, ribadendo la volontà comune di andare avanti insieme. E, al momento, da Viale della Liberazione tutto tace: bocche cucite per non disturbare la preparazione della finale.

Ma si sa, nel calcio moderno nulla è scritto fino alla firma. E se c’è di mezzo un’offerta da 50 milioni in due anni, forse anche una sinergia apparentemente perfetta può cedere.

A proposito di Cristian La Rosa

Cristian La Rosa. Classe ’76, ama il calcio e lo sport in generale. Segue con passione il calcio internazionale e ha collaborato con alcuni web magazine. È il fondatore, ideatore ed editore.