Tra intuizioni, investimenti mirati e crescita esponenziale, la rosa che ha riportato lo Scudetto a Napoli è diventata un patrimonio tecnico e di mercato. Ecco come è cambiata nel corso di una stagione trionfale.
Il Napoli che ha conquistato il quarto Scudetto della sua storia è stato costruito con intelligenza, equilibrio e visione. La società ha investito poco meno di 350 milioni di euro per comporre una rosa completa e versatile, senza mai perdere di vista la sostenibilità economica. A stagione conclusa, il valore complessivo della squadra ha superato i 370 milioni, secondo i dati aggiornati da Transfermarkt, dimostrando quanto rendimento sportivo e rivalutazione possano andare di pari passo.
UNA ROSA COSTRUITA CON EQUILIBRIO TRA INVESTIMENTI E INTUIZIONI
In porta, Alex Meret è stato confermato come titolare affidabile. Acquistato nel 2018 per 26 milioni di euro, il suo valore di mercato è stabile sui 12 milioni, a testimonianza della sua costanza. Al suo fianco, Simone Scuffet è arrivato a parametro zero in prestito e oggi vale 2 milioni, mentre Nikita Contini, cresciuto nel vivaio azzurro, mantiene un valore simbolico di 400.000 euro.
Il pacchetto difensivo ha visto l’ingresso più oneroso dell’estate: Alessandro Buongiorno, prelevato dal Torino per 35 milioni, ha vissuto una crescita importante, arrivando a fine stagione a valere ben 45 milioni. Accanto a lui, Amir Rrahmani, pagato 15,3 milioni nel 2020, ha mantenuto una buona continuità nonostante un lieve calo nel valore di mercato, oggi fermo a 12 milioni. Meno fortunato Juan Jesus, arrivato gratuitamente, il cui valore è sceso a 1,5 milioni. Discorso simile per Rafa Marín, costato 12 milioni e oggi stimato a 7 milioni.
Tra i terzini, Giovanni Di Lorenzo, capitano e simbolo, ha visto confermato il suo valore di 15 milioni, mentre Mathías Olivera, acquistato per 16,5 milioni, ha guadagnato qualcosa sul mercato toccando i 18 milioni. A sinistra, Leonardo Spinazzola, arrivato a parametro zero, si è rivelato prezioso nonostante il valore sia leggermente calato a 3,5 milioni. Pasquale Mazzocchi, acquisto di gennaio per 3 milioni, è rimasto stabile.

A centrocampo, il leader è stato indubbiamente Scott McTominay, autentico uomo copertina dello Scudetto. Arrivato in extremis dallo United per 30,5 milioni, il suo rendimento travolgente lo ha portato a chiudere l’anno con una valutazione di 40 milioni. Al suo fianco, Frank Anguissa, pagato 16 milioni, è rimasto stabile a 27, mentre Stanislav Lobotka, uno dei più costanti, ha visto il proprio valore leggermente scendere da 28 a 25 milioni. Billy Gilmour, una scommessa da 14 milioni, ha chiuso la stagione con una valutazione leggermente più alta, attestandosi a 16. Menzione anche per Philip Billing, arrivato in prestito con diritto di riscatto fissato a 10 milioni, valutato oggi 12. Infine, il giovane Luis Hasa, prelevato per mezzo milione, è cresciuto fino a valere 1 milione.

Il reparto offensivo ha vissuto momenti alterni ma determinanti. Romelu Lukaku, colpo estivo da 30 milioni, ha perso qualcosa in termini di quotazione – oggi è valutato 22 milioni – ma ha giocato un ruolo fondamentale nel sistema Conte. Diverso il percorso di Giacomo Raspadori, costato 28 milioni, stabile nei 20 attuali, che ha segnato gol decisivi nella corsa al titolo. Crescita anche per David Neres, pagato 28 milioni e oggi stimato a 30, mentre Noah Okafor, in prestito oneroso (1,5 milioni), resta su un valore di 15 milioni. In lieve flessione invece Matteo Politano, passato da 13 a 10 milioni, come Cyril Ngonge, da 12 a 10. Giovanni Simeone, arrivato per 15,5 milioni, chiude a 8.
UNA CRESCITA CHE VALE PIU’ DI UNO SCUDETTO
In sintesi, il valore d’acquisto della rosa ammonta a circa 347,5 milioni di euro, mentre la valutazione attuale aggiornata è di 370,4 milioni, senza contare i riscatti potenziali di Okafor e Billing. Un incremento notevole, che premia le scelte tecniche, la guida di Antonio Conte e la crescita di molti calciatori.
Il Napoli ha dimostrato che si può vincere non solo sul campo, ma anche nel mercato: programmando, puntando sulla qualità e credendo in un progetto. Oggi quella squadra vale più di ieri. E domani, forse, ancora di più.