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Da San Siro alla Stazione Centrale: l’incredibile parabola dell’ex Inter Gnoukouri

Da promessa dell’Inter a senzatetto che rischia l’espulsione: la parabola dolorosa dell’ivoriano Gnoukouri, ex talento del vivaio nerazzurro

La vicenda di Assane Gnoukouri ha dell’incredibile. Arrivato in Italia giovanissimo, viene notato dagli osservatori dell’Inter durante una partita con l’Altovicentino. In nerazzurro esplode, diventando in brevissimo tempo uno dei talenti più cristallini del settore giovanile. Roberto Mancini stravede per lui e lo fa esordire addirittura da titolare nel derby di Milano del 2015, a soli 19 anni. Sembra l’inizio di una carriera brillante, ma qualcosa si inceppa. Dopo alcuni prestiti Gnoukouri rimane svincolato e finisce in una spirale discendente. Ora vive per strada a Milano e rischia l’espulsione dall’Italia, dove era arrivato per inseguire il sogno del calcio. Una parabola umana che fa riflettere.

La carriera di Gnoukouri sembrava destinata a decollare, quando nel 2017 passa all’Udinese per trovare maggiore continuità. Ed è proprio qui che inizia il dramma. I medici friulani gli diagnosticano una rara malformazione cardiaca, probabilmente contratta in Africa prima del trasferimento. È un problema serio, che di fatto mette fine alla sua carriera agonistica a soli 21 anni. L’Udinese lo rispedisce all’Inter, dove non potrà più giocare. Una mazzata tremenda per il giovane centrocampista, che vede svanire il sogno di una brillante carriera. Avrebbe potuto provare all’estero, ma dopo lo stop in Italia è difficile trovare club disposti a correre rischi. L’Inter però non lo abbandona, e nonostante potesse liberarlo per inadempienza, decide di rinnovargli il contratto fino al 2020. Un gesto di grande umanità da parte della società nerazzurra, che non lascia solo un suo ex talento in un momento terribile.

Arrivato in Italia giovanissimo insieme ad altri ragazzi africani, con un escamotage per aggirare le regole sul ricongiungimento familiare, aveva mostrato fin da subito talento e capacità fuori dal comune. Ma dopo lo stop forzato per problemi cardiaci, la sua vita prende una piega drammatica. Svincolato, senza contratto né prospettive, finisce a vagabondare per le strade di Milano, dicono dormendo in Stazione Centrale in condizioni estreme. Un duro colpo per chi fino a poco tempo prima sembrava destinato a una carriera luminosa. A tendergli una mano è l’ivoriano Franck Kessie, che lo ospita a casa sua per un periodo. Un gesto di solidarietà tra connazionali, che mostra come nel momento del bisogno gli ex compagni di Nazionale possano fare la differenza.

La parabola di Gnoukouri è emblematica di come il sistema calcio possa penalizzare chi ne fa parte. Arrivato in Italia giovanissimo grazie a documenti falsi, aveva il talento per spiccare il volo, ma proprio quel meccanismo che lo aveva portato qui rischia ora di espellerlo. Dopo la fine prematura della carriera per problemi fisici, Gnoukouri si ritrova in una situazione assurda: clandestino in un Paese che lo ha adottato per sfruttarne le qualità atletiche. Ora, dieci anni dopo lo sbarco in Italia, ha presentato richiesta d’asilo nella speranza di poter rimanere.

La sua vicenda mette in luce le crepe di un sistema dove i giovani migranti sono soprattutto merce di scambio. E dove, una volta finita l’utilità sportiva, si è soli e indifesi. Accogliere la sua istanza sarebbe un gesto di umanità, per un ragazzo la cui favola calcistica si è tragicamente infranta.

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