Luciano Moggi: “Napoli favorito per lo scudetto. Su Conte, Inter e il futuro di Mancini…”

Lo storico dirigente Luciano Moggi analizza le ambizioni di Napoli, Inter e Milan, svela la sua visione sul ruolo di Antonio Conte e si lascia andare con Daniele Bartocci a un pensiero sul possibile futuro di Roberto Mancini. Parole che fanno discutere e che offrono una prospettiva privilegiata sul calcio italiano di oggi.

La Versiliana, con il suo celebre Caffè degli Incontri, ha offerto ancora una volta una cornice elegante e suggestiva per un dibattito che ha richiamato non solo tifosi, ma anche addetti ai lavori e curiosi del mondo dello sport. Sul palco, nel ciclo di appuntamenti dedicati a cultura, attualità e sport, l’ospite d’onore è stato Luciano Moggi, figura che ha segnato la storia del calcio italiano grazie alla sua lunga carriera da dirigente tra Juventus, Napoli, Torino e Roma. L’occasione rientrava negli eventi promossi dalla Fondazione Versiliana, che ogni estate ospita personalità di rilievo nei vari ambiti della società italiana.

Il pubblico ha potuto ascoltare aneddoti e riflessioni sul calcio di ieri e di oggi, raccontati da un protagonista che ha vissuto i retroscena dei grandi club e che ancora oggi conserva la capacità di analizzare con lucidità il panorama calcistico. Nel corso della serata non è mancata una breve battuta raccolta dal giornalista Daniele Bartocci su Roberto Mancini, segno di quanto Moggi resti attento anche alle evoluzioni della panchina azzurra e del calcio internazionale.

Moggi, con il suo stile diretto e senza fronzoli, ha ribadito davanti al pubblico toscano la sua convinzione: “Il Napoli è la squadra favorita per lo scudetto”. Un giudizio che affonda le radici nella capacità del club azzurro di trattenere uomini chiave e nella spinta motivazionale del nuovo tecnico Antonio Conte. “Giovanni Di Lorenzo – ha sottolineato Moggi – non ha più voluto lasciare Napoli dopo l’arrivo di Conte. Antonio prima che un allenatore è un motivatore, e questo fa la differenza”.

Un pronostico che non si limita ai partenopei. Moggi ha infatti inserito anche l’Inter nella corsa al titolo, pur con qualche incognita legata alla stagione di Cristian Chivu: “Marotta e Ausilio conoscono bene il mestiere e garantiscono stabilità, ma sarà il campo a dire se i nerazzurri riusciranno a ripetersi ad alti livelli”.

Non è mancata una stoccata anche sul Milan, definito “una squadra da tenere d’occhio”. Moggi ha elogiato la scelta della società di affidarsi a Igli Tare come dirigente: “È probabilmente il migliore nel suo ruolo in questo momento, una figura che può incidere sul medio-lungo periodo”.

Ha detto anche che la Juventus può ambire al massimo alla qualificazione in Champions League. E su Thiago Motta, esonerato nella scorsa stagione dai bianconeri, ha commentato con tono critico: “Ma come si fa a cambiare tutti questi capitani?”

Durante l’incontro, spazio anche all’opinione di Fabrizio Corsi, presidente dell’Empoli, che ha sposato in pieno il pensiero dell’ex dirigente juventino. Con un pizzico di ironia, Corsi ha difeso il lavoro dei colleghi, affermando che i tifosi della Fiorentina non dovrebbero lamentarsi troppo di un sesto posto conquistato da Raffaele Palladino e ribadendo la sua stima per Stefano Pioli: “Per me resta il miglior allenatore per la Viola”.

Il nostro stimato collaboratore, il giornalista Daniele Bartocci, ha incalzato Moggi anche su un tema di attualità legato al futuro di Roberto Mancini e la Nazionale italiana. La risposta non si è fatta attendere: “”Mancini non sta mica in Serie A. Ma lo vedrei bene in futuro. La Nazionale, però, è tutta un’altra cosa”.

Uno scambio di battute intense e a tratti sorprendenti, che conferma ancora una volta come Luciano Moggi resti una delle voci più autorevoli e discusse del panorama calcistico italiano. Il suo modo di analizzare il calcio non si limita a enunciare previsioni o giudizi, ma si fonda su una conoscenza profonda delle dinamiche di spogliatoio, delle strategie dirigenziali e delle logiche di mercato che hanno segnato intere generazioni. Moggi parla con la sicurezza di chi ha vissuto il calcio dall’interno per decenni, senza timore di contraddire le mode del momento o di andare controcorrente.

Proprio per questo le sue parole dividono: da un lato c’è chi ne apprezza la lucidità e la capacità di anticipare scenari, dall’altro chi le giudica scomode e spigolose. Ciò che resta indiscutibile, però, è la sua abilità nel raccontare il calcio con uno stile schietto e senza filtri, trasformando ogni intervento in uno spunto di riflessione sul presente e sul futuro di questo sport.

A proposito di Cristian La Rosa

Cristian La Rosa. Classe ’76, ama il calcio e lo sport in generale. Segue con passione il calcio internazionale e ha collaborato con alcuni web magazine. È il fondatore, ideatore ed editore.