Durante il “Mattone del Cuore 2025” a Forte dei Marmi, Fabrizio Moro si confessa in esclusiva con Daniele Bartocci: tra l’amore per la Lazio, il ritorno di Sarri, i dubbi su Rovella e il punto sulle big del campionato, il cantautore romano si racconta con la passione e l’onestà di sempre. Un’intervista da non perdere, dove calcio e vita si intrecciano in una visione lucida e autentica del nostro pallone.
Forte dei Marmi, 4 luglio 2025 – di Daniele Bartocci
Il calcio, per Fabrizio Moro, non è mai solo sport. È identità, cuore e verità. Lo si capisce in ogni parola pronunciata durante la nostra intervista esclusiva, realizzata nell’incantevole cornice del “Mattone del Cuore 2025”, evento benefico che ogni anno unisce spettacolo, musica e solidarietà.
Il cantautore romano, legatissimo alla sua Lazio, ha accettato di parlare di calcio con il trasporto di chi allo stadio ci va da sempre, ma anche con l’equilibrio di chi sa osservare oltre la superficie. E proprio dalla Lazio siamo partiti, con un riferimento al nuovo ciclo di Maurizio Sarri e di Gian Piero Gasperini alla Roma.
“La Roma di Gasperini non riesco a commentarla perché è una situazione che ho vissuto solo di riflesso” – ci dice Moro con sincerità – “Però sono davvero contento che sia tornato Maurizio Sarri, perché oltre ad essere un grande allenatore, è una persona che ho sempre stimato. Prima ancora di essere un tecnico, per me è un grande uomo. E questa è la cosa che conta di più per tutti i laziali veri.”
Parole pesanti come macigni, cariche di stima e riconoscenza, che riflettono un legame profondo con l’ex tecnico toscano, tornato alla Lazio per riaccendere l’anima biancoceleste.
Inevitabile poi parlare delle big del campionato: Inter, Milan, Juventus e Napoli.
“Scudetto? È ancora presto per parlarne” – ha ammesso Moro – “Se prendiamo spunto dal campionato appena finito, dove da una leader all’altra c’è stato equilibrio, quest’anno sarà molto complicato fare dei pronostici.”
Parole da appassionato lucido, che preferisce osservare con attenzione l’evolversi della stagione prima di sbilanciarsi. Nessuna tifoseria viene accontentata, nessuna polemica: solo un’analisi realistica e pacata, in perfetto stile Moro.
E poi, tra i tanti talenti emergenti della Serie A, c’è un nome che Fabrizio osserva con attenzione: Nicolò Rovella.
“Bisognerebbe dirlo tra qualche anno” – riflette Moro – “Ha una grinta pazzesca e una voglia di emergere ancora di più, di dimostrare quello che ha già dimostrato. Però bisogna vedere se non si perde nel cammino. Mi piace a livello empatico, a livello di personalità. E poi il resto si vedrà sul campo.”
Un’osservazione autentica, lontana dai toni da bar, che restituisce la misura di un artista capace di leggere anche lo sport con l’intensità delle sue canzoni.
Fabrizio Moro non si nasconde. Non cerca like facili o frasi ad effetto. Parla come canta: diretto, vero, coinvolgente. E in un mondo dove spesso le opinioni sono filtri patinati, la sua onestà diventa musica per le orecchie degli appassionati.