Shai Gilgeous-Alexander riceve l’MVP e poi domina sul parquet: i Thunder volano sul 2-0 nella serie con i Timberwolves. Ant Edwards non basta, Randle irriconoscibile.
Serata da incorniciare per i Thunder, che incassano l’ovazione del pubblico per l’MVP a Shai Gilgeous-Alexander e poi travolgono Minnesota anche in gara-2: finisce 118-103, con i padroni di casa che conducono dall’inizio alla fine e confermano un dominio tecnico e mentale. OKC ora guida 2-0 e si prepara alla doppia trasferta a Minneapolis con il vento in poppa. Minnesota resta aggrappata solo grazie a uno stoico Anthony Edwards, autore di 32 punti. Ma la differenza tra le due squadre, per ora, sembra netta.
MVP IN CAMPO, DOMINIO ASSOLUTO
Premiato ufficialmente da Adam Silver prima della palla a due, Shai Gilgeous-Alexander risponde con una prestazione sontuosa: 38 punti, 8 assist, 4 rimbalzi, un clinic offensivo da ogni angolo del campo. Minnesota prova a cambiare marcatura, alterna le difese, ma non trova soluzioni. Il canadese taglia la difesa avversaria come il burro, con una naturalezza che spiega perfettamente il perché del suo trofeo di MVP.
JALEN WILLIAMS E HOLMGREN: GLI ALTRI VOLTI DI OKC
Ma non c’è solo Shai. La crescita di Jalen Williams è la vera arma in più: 26 punti, 10 rimbalzi, presenza fisica e lucidità nei momenti chiave. Accanto a lui, Chet Holmgren (22 punti) si dimostra sempre più un elemento solido: intimidazione sotto canestro, mani educate, ottimo senso della posizione. OKC vince anche la sfida a rimbalzo, chiudendo con 52-55 ma dominando nella verve e nella fame.
EDWARDS LOTTA, RANDLE AFFONDA
Anthony Edwards si presenta in gara-2 con uno spirito diverso rispetto alla prova opaca di apertura: 32 punti, 9 rimbalzi, 6 assist. È l’unico che tiene viva Minnesota con lampi di talento purissimo. Ma il suo 1/9 da tre pesa come un macigno, e attorno a lui il cast di supporto crolla. Male soprattutto Julius Randle, irriconoscibile con 6 punti e 2/11 dal campo. Nel momento più difficile coach Finch lo toglie, preferendogli Naz Reid (10 punti, 8 rimbalzi), più reattivo ed efficace.
UN AVVISO ALLA WESTERN CONFERENCE
Oklahoma City dimostra ancora una volta di non essere una meteora. La gestione del ritmo, la pulizia nelle scelte offensive (solo 6 palle perse), l’intensità difensiva e il talento diffuso rendono i Thunder una squadra temibile. Minnesota è ora spalle al muro: per riaprire la serie, gara-3 sarà già un dentro o fuori. Appuntamento a Minneapolis, dove l’atmosfera sarà incandescente.