Da Conceição match winner a Tudor-Chivu in panchina: in sette mesi Juventus e Inter hanno cambiato volti, moduli e strategie. Il Derby d’Italia del 13 settembre segna un nuovo inizio per entrambe.
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Sembrano passati anni, e invece sono trascorsi appena sette mesi. Era febbraio 2025 quando la Juventus, con ancora Thiago Motta in panchina, batteva l’Inter per 1-0 grazie a un gol di Francisco Conceição. Oggi, alla vigilia della sfida di sabato 13 settembre allo Stadium (ore 18:00), quasi tutto è cambiato.
Le due squadre si ripresenteranno con due allenatori diversi, una Juventus rivoluzionata dal mercato firmato da Damien Comolli, e un’Inter che ha scelto la via della continuità con Cristian Chivu, erede spirituale di Simone Inzaghi. Ma non solo: sette titolari su ventidue non ci saranno più rispetto a quella notte torinese di febbraio.
JUVE, DA MOTTA A TUDOR
Quella vittoria per 1-0 contro l’Inter, in una fredda serata di febbraio 2025, sembrava poter rappresentare la svolta della stagione juventina. Era il primo successo di peso per la Juventus di Thiago Motta, firmato da un guizzo di Conceição protagonista a sorpresa. In realtà, quell’impresa si rivelò solo l’illusione prima del crollo.
Nel giro di poche settimane, tutto cambiò. La Juventus fu eliminata dalla Champions League dal PSV, nonostante la vittoria nell’andata. Pochi giorni dopo arrivò la clamorosa uscita dalla Coppa Italia ai rigori contro l’Empoli. Il colpo di grazia furono le rovinose sconfitte in campionato contro Atalanta (4-0) e Fiorentina (3-0). La panchina di Motta non poteva più reggere: l’avventura finì lì. Al suo posto arrivò Igor Tudor, scelto per ridare identità e solidità a una squadra in piena crisi. Fu la prima mossa del nuovo corso juventino.
E se Tudor rappresentò il primo tassello del cambiamento, il resto lo fece il mercato estivo. Della Juventus che aveva battuto l’Inter a febbraio, cinque titolari oggi non sono più in rosa. A partire da Riccardo Savona, giovane difensore rivelazione poi ceduto al Nottingham Forest. Insieme a lui, via anche Veiga, oggi al Villarreal, e Timothy Weah, volato al Marsiglia. Il reparto offensivo, invece, ha perso due pezzi chiave di quella notte: Nico Gonzalez, passato all’Atletico Madrid, e Randal Kolo Muani, rientrato al PSG prima di accasarsi al Tottenham. Cinque addii, cinque indizi chiari: quella Juve non esiste più.
Sabato, sempre allo Stadium, si disputerà un Derby d’Italia totalmente diverso. Nella formazione di partenza della Juventus sono attesi almeno cinque volti nuovi rispetto a quel febbraio. In attacco, Jonathan David ha preso il posto di Kolo Muani. Non solo per caratteristiche, ma per fiducia, centralità e capacità di legare il gioco. Accanto a lui, sulla trequarti, spazio a Kenan Yildiz, il talento turco che ha scalato le gerarchie fino a diventare titolare al posto di Nico Gonzalez.
In difesa, Tudor si affida a una coppia inedita: Kalulu e Kelly, due innesti che danno velocità e copertura a un reparto profondamente rivisto. A centrocampo, Weston McKennie è diventato una pedina fondamentale, molto più di quanto non lo fosse ai tempi di Motta. A tenere insieme il filo del passato e del presente restano Manuel Locatelli, Khéphren Thuram, Teun Koopmeiners e Federico Gatti, oltre ovviamente al portiere Di Gregorio, che sabato tornerà tra i pali nel Derby come allora.
INTER: CAMBIA IL MISTER, MA LA SQUADRA È QUASI LA STESSA
Mentre a Torino è cambiato quasi tutto nel giro di pochi mesi, l’Inter ha scelto la strada opposta: quella della continuità tecnica. La grande novità, inevitabile dopo quattro stagioni intense, è stata l’addio di Simone Inzaghi, protagonista di due finali di Champions e di una gestione che ha riportato i nerazzurri ai vertici, pur senza il lieto fine europeo.
A raccoglierne l’eredità è stato Cristian Chivu, figura iconica per i tifosi interisti che ricordano “Il Triplete”, promosso dopo anni di lavoro con le giovanili e una parentesi in Serie A sulla panchina del Parma. Una scelta che guarda al futuro, ma senza rompere con il passato: Chivu ha conservato il 3-5-2 inzaghiano, un sistema che conosce a memoria e che gli consente di valorizzare al massimo l’ossatura della vecchia Inter.
Nel cuore del gioco ci sono sempre loro: Nicolò Barella, Hakan Calhanoglu e Henrikh Mkhitaryan. Il trio di centrocampo rimane intoccabile, per esperienza, carisma e meccanismi consolidati. L’identità dell’Inter passa ancora da lì.
Anche in difesa il riferimento è chiaro: Alessandro Bastoni, pilastro mancino e ormai veterano, sarà ancora lì a guidare il reparto. Proprio lui, ha vissuto una sosta con l’Italia dai due volti: un gol contro l’Estonia e un autogol sfortunato con Israele. Sintesi perfetta di una solidità con qualche sbavatura. Se si guarda alla formazione tipo, sono solo un cambio rispetto al Derby d’Italia di febbraio 2025.
E riguarda la difesa: con Benjamin Pavard volato al Marsiglia, il suo posto è stato preso da Manuel Akanji, arrivato in prestito dal Manchester City. Il centrale svizzero dovrà inserirsi nei meccanismi nerazzurri e si è fatto notare anche in nazionale, dove ha segnato nella recente sosta. Affidabilità, intelligenza tattica e capacità di costruzione dal basso: caratteristiche ideali per il sistema di Chivu. La coppia Marcus Thuram-Lautaro Martinez – ribattezzata “ThuLa” – è il ancora simbolo di un’Inter che, pur cambiando poco, ha rinfrescato il suo volto dove serviva.
A completare il mosaico ci sono anche nuovi volti pronti a subentrare. Ange-Yoan Bonny, rivelazione del Parma nella scorsa stagione, è il primo cambio offensivo. Con lui Pio Esposito, prodotto del vivaio richiamato alla base, e Diouf, jolly tattico arrivato dal Lens. Con l’innesto sempre più stabile di Sucic, rappresentano elementi che garantiscono variabilità e profondità, ma senza alterare l’equilibrio di un sistema che funziona da anni.
DAL CAMPO AL MERCATO: COMOLLI VS AUSILIO
Il confronto tra le due squadre non si gioca solo sul rettangolo verde. A cambiare le gerarchie è stato anche il mercato estivo. La Juventus ha affidato tutto a Damien Comolli, figura poliedrica (ex Liverpool, Tottenham, Tolosa) che ha impostato un mercato aggressivo e rinnovatore.
📈 JUVENTUS – ACQUISTI ESTIVI
- Jonathan David (Lille, parametro zero) 
- Zhegrova (Lille, 15,5 mln) 
- Joao Mario (Porto, 12,6 mln) 
- Loïs Openda (Lipsia, prestito 3,3 mln) 
- riscatti: Kalulu, Di Gregorio, Kelly, Conceição 
 
📉 JUVENTUS – CESSIONI ESTIVE
- Douglas Luiz (in prestito al Forest) 
- Savona, Nico Gonzalez, Veiga, Weah, Kolo Muani 
📈 INTER – ACQUISTI ESTIVI
- Luis Henrique (OM, 23 mln) 
- Bonny (Parma, 23 mln) 
- Diouf (Lens, 20 mln) 
- Sucic (Dinamo Zagabria, 14 mln) 
- Akanji (prestito dal City, 1 mln) 
📉 INTER – CESSIONI ESTIVE
- Pavard, Taremi, Arnautovic, Correa, Asllani, Zalewski 
PROBABILI FORMAZIONI JUVE-INTER (13 SETTEMBRE 2025)
JUVENTUS (3-4-2-1):
Di Gregorio; Gatti, Bremer, Kelly; Kalulu, Locatelli, Thuram, McKennie; Koopmeiners, Yildiz; David
Allenatore: Igor Tudor
INTER (3-5-2):
Sommer; Akanji, Acerbi, Bastoni; Dumfries, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan, Dimarco; Lautaro, Thuram
Allenatore: Cristian Chivu
UN DERBY CHE IL MONDO CI INVIDIA
Il Derby d’Italia 2025/26 non è solo una partita da tre punti. È uno spartiacque tra passato e futuro. Quello di febbraio 2025 rappresentava il canto del cigno di una Juve in piena crisi d’identità. Quello di settembre, invece, è il primo vero banco di prova di due squadre che si candidano ad altissimi obiettivi, in Italia e in Europa.
Da un lato la Juventus, con una dirigenza nuova di zecca, un tecnico pragmatico come Tudor e una rosa rivoluzionata da nomi nuovi e scommesse da vincere. Dall’altro l’Inter, forte della propria continuità, del suo blocco storico e di un nuovo allenatore che ne incarna lo spirito, Chivu.
Ma in palio non c’è solo la classifica. C’è la leadership del calcio italiano. Il controllo simbolico su un’ideale egemonia sportiva che, da decenni, si gioca più sulle emozioni che sulle statistiche. Questa è la rivalità per eccellenza, la più accesa, la più seguita, la più sentita d’Italia.
Con buona pace dei tifosi rossoneri, Juventus-Inter è il vero volto del nostro calcio. Un classico che trascende lo sport e che anche quest’anno, ancora una volta, farà parlare il mondo intero.
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