Sentenza storica contro la curva bianconera: per la prima volta viene riconosciuto il reato di associazione a delinquere per una tifoseria organizzata. Un duro colpo ai gruppi ultras e un precedente destinato a cambiare il calcio italiano.
È arrivata una svolta senza precedenti nel mondo del tifo organizzato: la Cassazione ha confermato le condanne per cinque ultras della Juventus, sancendo ufficialmente la natura criminale dell’associazione. La sentenza, legata all’inchiesta “Last Banner”, segna per la prima volta in Italia il riconoscimento giuridico dell’associazione a delinquere all’interno di una curva.
Un verdetto che chiude un’epoca, in particolare quella legata al dominio della curva sud dell’Allianz Stadium, e che riscrive il rapporto tra tifoserie organizzate e club. Resta da approfondire solo un piccolo segmento del caso, riguardante la richiesta di alcuni biglietti gratuiti, ma il cuore della sentenza è ormai definitivo.
DAL TIFO AL RICATTO: LE ACCUSE ALLA CURVA BIANCONERA
L’indagine della Digos di Torino, avviata su denuncia diretta della Juventus, ha fatto emergere una strategia ben precisa da parte degli ultras: proteste, cori offensivi, scioperi del tifo e minacce per costringere la dirigenza bianconera a restituire privilegi come biglietti per le trasferte e altri benefit.
Una pressione sistematica che, secondo la Procura generale, aveva lo scopo di “condizionare le scelte della società”. Ed è proprio questo intento, organizzato e reiterato nel tempo, ad aver fatto scattare per la prima volta l’articolo 416 del codice penale applicato al mondo del tifo: associazione per delinquere.
FINE DEI DRUGHI E NUOVO CORSO PER IL TIFO
Con questa sentenza, la Cassazione chiude definitivamente una fase della storia del tifo juventino, quella legata ai famigerati Drughi, gruppo storico della curva sud. Il pronunciamento dei giudici pone le basi per un futuro in cui le società di calcio, forti di questo precedente, potranno agire più fermamente contro i gruppi che usano il tifo come strumento di potere e intimidazione.
UN PRECEDENTE CHE CAMBIA IL CALCIO ITALIANO
La Suprema Corte ha mandato un messaggio forte: gli stadi non sono zone franche. Questa decisione non riguarda solo la Juventus, ma tutte le squadre italiane. Da oggi, qualunque comportamento illecito organizzato potrà essere considerato parte di una vera e propria organizzazione criminale, con conseguenze legali pesantissime.
Una rivoluzione silenziosa ma potentissima, che potrebbe cambiare radicalmente il volto del tifo organizzato in Italia. La fine dell’era Drughi è solo l’inizio di una nuova stagione di legalità negli stadi.