Il gup di Roma ha accolto i patteggiamenti nell’inchiesta Prisma sulle plusvalenze della Juventus: pene sospese per Agnelli, Nedved e Paratici. Assolto Arrivabene.
La giustizia ha fatto un altro passo nell’inchiesta Prisma, la vicenda giudiziaria che ha travolto la Juventus e i suoi ex dirigenti in merito alle presunte irregolarità di bilancio, legate a plusvalenze fittizie e manovre stipendi nel triennio 2019-2021. Il Gup di Roma, Anna Maria Gavoni, ha infatti dato il via libera ai patteggiamenti per Andrea Agnelli, Pavel Nedved e Fabio Paratici, tre figure centrali nell’era bianconera più discussa degli ultimi anni.
LE PENE CONCORDATE
Le condanne, tutte con pena sospesa, vanno dagli 11 mesi a 1 anno e 8 mesi e non avranno effetti civili o sanzioni accessorie. Nel dettaglio:
Andrea Agnelli: 1 anno e 8 mesi
Pavel Nedved: 1 anno e 2 mesi
Fabio Paratici: 1 anno e 6 mesi
Due altri imputati hanno patteggiato pene da 11 mesi.
Per Maurizio Arrivabene, ex amministratore delegato del club, è stato invece disposto il non luogo a procedere. La Juventus, coinvolta come persona giuridica, ha ricevuto una multa da 156.000 euro. Inoltre, è stato raggiunto un accordo risarcitorio con circa un terzo delle oltre 200 parti civili, per un importo complessivo pari a 1 milione e 80 mila euro.
LE ACCUSE E L’ITER PROCESSUALE
Le ipotesi di reato formulate dalla Procura riguardano aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni. Dopo essere partita da Torino, l’inchiesta è stata trasferita per competenza territoriale al tribunale di Roma.
L’accordo di patteggiamento era stato presentato dai legali degli imputati a giugno 2025, e oggi è stato definitivamente convalidato, segnando un passaggio chiave in una vicenda che ha già avuto importanti riflessi sportivi, economici e reputazionali sul club torinese.
LA DICHIARAZIONE DI AGNELLI
Particolarmente significativa la lunga dichiarazione di Andrea Agnelli, che ha spiegato i motivi alla base della sua scelta:
“La decisione di avanzare la richiesta di applicazione della pena, sospesa, priva di effetti civili e di sanzioni accessorie, senza riconoscimento di responsabilità, è stata molto sofferta. Tuttavia, rappresenta la scelta più opportuna per porre fine a un limbo giudiziario che si trascinava da quasi quattro anni.”
L’ex presidente ha poi ribadito il suo amore per la Juventus, il forte legame con Torino, e il suo attuale impegno nella transizione energetica con il Fondo Italiano per l’Efficienza Energetica (FIEE) e nella lotta contro il cancro come presidente dell’IRCCS di Candiolo.
“Con passione continuerò a dedicarmi a progetti futuri. Vivo ad Amsterdam con la mia famiglia, da dove guardo avanti, con nuovi stimoli e responsabilità.”
UN CAPITOLO GIUDIZIARIO CHE LASCIA IL SEGNO
Con la conclusione del procedimento penale per i principali protagonisti, si chiude un capitolo che ha avuto ripercussioni enormi non solo sul piano giudiziario, ma anche su quello sportivo e reputazionale. La Juventus, oggi guidata da una nuova dirigenza con Comolli e Chiellini, tenta di ricostruire dalle macerie, puntando sul presente e sulla Champions League.
Il passato, però, resta una ferita aperta che difficilmente potrà essere dimenticata.
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