Igor Tudor
Igor Tudor (lanotiziasportiva.com)

Juventus, Tudor non si tocca: il club lo sostiene nonostante qualche pareggio di troppo

Alla Juventus l’aria è cambiata. Nonostante qualche risultato sotto le aspettative, la società bianconera continua a riporre piena fiducia in Igor Tudor, artefice di una gestione solida, umana e profondamente condivisa dallo spogliatoio. I recenti pareggi non hanno scalfito la stima che la dirigenza nutre verso il tecnico croato, che si sta dimostrando uomo di equilibrio più che semplice allenatore.

Il metodo Tudor conquista la Continassa

Più che i numeri – comunque non negativi – a colpire positivamente è il metodo. Tudor ha portato a Torino un approccio basato su dialogo, rispetto e coinvolgimento. La squadra lo segue, lo staff tecnico lavora con armonia e la comunicazione – anche verso l’esterno – è sempre attenta e mai polemica. Il tecnico di Spalato è riuscito dove altri, in passato, avevano fallito: creare empatia in un ambiente storicamente esigente e sotto pressione.

Due prove cruciali all’orizzonte

Il calendario però non fa sconti. Alla ripresa del campionato, i bianconeri saranno attesi da due test di alto livello: prima la trasferta a Como in Serie A, poi l’incrocio con il Real Madrid in Champions League. Sfide che metteranno alla prova la crescita mentale e tecnica della squadra, chiamata a dimostrare di poter fare il salto definitivo in termini di maturità.

Differenze con Thiago Motta? Sono soprattutto gestionali

Chi conosce bene l’ambiente juventino fa notare quanto sia cambiato il clima con il nuovo allenatore. Tudor è riuscito dove Thiago Motta aveva faticato: la gestione del gruppo. Se i risultati al momento sono simili, lo stesso non si può dire del rapporto con i giocatori. L’ex tecnico del Bologna, pur stimato per la preparazione, non è mai riuscito a costruire un legame stabile con lo spogliatoio. Tudor invece ha creato un senso di squadra che non si vedeva da tempo.

I giocatori da ritrovare: obiettivo rilancio

Il lavoro del tecnico si concentrerà ora su alcuni elementi chiave ancora lontani dal loro miglior rendimento. Bremer deve ritrovare la leadership difensiva smarrita. Koopmeiners ha bisogno di ritrovare fiducia e ritmo. Zhegrova, invece, deve ancora trovare spazio e continuità, ma resta una scommessa che il tecnico vuole vincere. Tre profili diversi ma tutti fondamentali per allungare le rotazioni in vista del tour de force.

Le punte sotto osservazione: serve più incisività

Anche David e Openda, arrivati a suon di milioni in estate, sono finiti sotto la lente. Il potenziale non manca, ma la Juventus si aspetta più concretezza sotto porta. Tudor è consapevole che per puntare in alto serve un reparto offensivo in grado di decidere le partite: è su questa linea che verranno fatte le prossime valutazioni.

Vlahovic resta centrale: con Tudor ha libertà totale

Un capitolo a parte lo merita Dusan Vlahovic. Nonostante le incertezze legate al contratto, il serbo si sta confermando giocatore decisivo. Tudor ha piena autonomia nella sua gestione: niente gerarchie fisse, solo meritocrazia. Se Dusan è al meglio, gioca. Un principio semplice, ma efficace. E forse è proprio questo il segreto della nuova Juventus: far sentire tutti importanti, ma nessuno indispensabile.

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