Serie A: stipendi più bassi se si retrocede in Serie B

Con il nuovo accordo tra Lega Serie A e AIC, i calciatori guadagneranno meno in caso di retrocessione. Una svolta storica per il calcio italiano.

Nel mondo del calcio, ogni dettaglio può fare la differenza. Anche lontano dai riflettori del campo. E questa volta la notizia arriva direttamente dagli uffici della Lega Serie A, dove è stato firmato un accordo che cambia profondamente gli equilibri economici del massimo campionato italiano. Insieme all’Associazione Italiana Calciatori (AIC), è stato stabilito che, in caso di retrocessione dalla Serie A alla Serie B, scatterà automaticamente una riduzione del 25% sugli stipendi fissi dei calciatori.

Una misura drastica? Forse. Ma soprattutto necessaria, secondo quanto dichiarato dal presidente della Lega Serie A, Ezio Simonelli, che ha definito l’intesa «un passo storico per il sistema calcistico italiano, raggiunto con spirito costruttivo e responsabilità comune».

COME FUNZIONA IL TAGLIO DEGLI STIPENDI

Secondo quanto stabilito nel nuovo accordo collettivo, in vigore dalla stagione sportiva 2025/2026, la riduzione decorre dalla stagione immediatamente successiva alla retrocessione e rimane valida anche negli anni successivi, fino a un’eventuale risalita in Serie A, che comporterà il ripristino del compenso originale.

Una decisione presa per garantire maggiore sostenibilità ai club retrocessi, spesso costretti a ridimensionare in modo drastico i bilanci dopo il salto indietro di categoria.

UN PATTO STORICO TRA LEGA E GIOCATORI

Quello raggiunto tra la Lega e l’AIC è molto più di un semplice accordo economico. È il simbolo di un cambio di rotta, un segnale forte che punta a responsabilizzare tutti gli attori in gioco, partendo proprio dai calciatori, spesso criticati per l’inflessibilità sui contratti.

«È il frutto di un dialogo istituzionale maturo – ha aggiunto Simonelli – che dimostra quanto la collaborazione tra Lega e AIC sia fondamentale per affrontare con equilibrio le sfide del calcio moderno».

Un messaggio chiaro anche a livello internazionale: l’Italia vuole un calcio più equo, più sostenibile e meno esposto ai rischi finanziari.

OBIETTIVO: CALCIO PIÙ SANO E COMPETITIVO

La Lega Serie A, già impegnata su più fronti per migliorare l’organizzazione del torneo e la gestione economica dei club, aggiunge così un nuovo tassello alla propria strategia. Un intervento concreto per ridurre il divario economico tra Serie A e Serie B, e allo stesso tempo per incentivare i calciatori a dare il massimo anche nella lotta salvezza.

Perché ora, più che mai, retrocessione non significherà solo cambiare campionato: significherà cambiare anche stipendio.

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