Per una volta, la Serie A si prende una pausa anche dal suo storico vizio: quello di essere il campionato “mangia-allenatori” per eccellenza. Dopo sei giornate e due soste per le Nazionali, la stagione 2025/2026 si distingue per un dato sorprendente: nessun allenatore è stato ancora esonerato. Una situazione inedita negli ultimi otto anni, che interrompe una lunga serie di cambi in corsa precoci e spesso affrettati.
Zero esoneri alla seconda sosta: non accadeva dal 2017/2018
Dal 2018 in avanti, ogni stagione di Serie A ha visto almeno un esonero prima della seconda pausa per le Nazionali. Ecco alcuni dei casi più recenti:
2024/25 – De Rossi esonerato dalla Roma, sostituito da Juric
2023/24 – Zanetti lascia l’Empoli, torna Andreazzoli
2022/23 – Mihajlovic (Bologna) e Stroppa (Monza) salutano per far spazio a Motta e Palladino
2021/22 – Semplici (Cagliari) e Di Francesco (Verona) out, dentro Mazzarri e Tudor
2020/21 – Iachini (Fiorentina) esonerato alla 7^ giornata, rientra Prandelli
2019/20 – Il Milan cambia Giampaolo con Pioli
2018/19 – Il Chievo sostituisce D’Anna con Ventura, il Genoa rimpiazza Ballardini con Juric
Questa volta, invece, si registra una rara stabilità, che premia la fiducia nei progetti tecnici avviati in estate.
Ma attenzione: qualche panchina scricchiola già
Se è vero che tutti gli allenatori sono ancora “in sella”, non significa che nessuno sia in discussione. Anzi, i segnali d’allarme non mancano.
Alberto Gilardino (Pisa), Patrick Vieira (Genoa) e Paolo Zanetti (Verona) sono ultimi in classifica, con poche luci e molte ombre.
Eusebio Di Francesco (Lecce), salvo per ora grazie alla vittoria sul Parma, rimane sotto esame.
Stefano Pioli (Fiorentina) e Marco Baroni (Torino) navigano pericolosamente vicino alla zona retrocessione. Senza un cambio di marcia immediato, potrebbero essere i primi nomi a finire sulla graticola.
Più fiducia nei progetti: un cambio di paradigma?
Il dato più interessante è proprio questo: c’è più pazienza, più tolleranza, più volontà di attendere risultati e prestazioni, anche se non sempre all’altezza delle aspettative. Un approccio in controtendenza rispetto agli ultimi anni, dove bastavano 4-5 partite negative per decretare la fine di un progetto tecnico.
La scelta di non “bruciare” subito gli allenatori appare come un messaggio chiaro: servono tempo e continuità per costruire, anche in un calcio frenetico come quello italiano.
Pioli e Baroni, pazienza a tempo?
Due dei nomi più caldi sono proprio Pioli e Baroni, entrambi fermi a pochi punti e con un calendario che non promette sconti. La Fiorentina, in particolare, sperava in ben altro dall’ex tecnico del Milan, e se il trend non cambierà in fretta, il feeling iniziale potrebbe svanire. Stesso discorso per il Torino, dove l’avventura di Baroni potrebbe interrompersi bruscamente, nonostante le buone intenzioni estive.
Esoneri “anticipati”: i precedenti illustri
Lo scorso anno Daniele De Rossi fu silurato dalla Roma ancor prima della seconda sosta, dopo un avvio deludente. Prima di lui, Giampaolo al Milan, Mihajlovic al Bologna e Ballardini al Genoa hanno vissuto lo stesso destino.
Quella di quest’anno sembra invece una Serie A più riflessiva, almeno per ora. Nessun esonero, ma tanta pressione sulle spalle di diversi allenatori. La domanda è solo una: quanto durerà ancora questa tregua?
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